domenica 28 agosto 2016

Piromani? Niente scuse, sono incendiari!

Non vi fate prendere in giro dalla stampa che spesso utilizza termini specifici a sproposito (vedi l’abuso di eroi, strade killer, ...), i protagonisti di questo post sono gli incendiari, che dovrebbero essere condannati “al rogo” (così si rimane in tema e staranno nel loro elemento preferito) e non i piromani, che dovrebbero essere solo individuati e curati. 

A scanso di equivoci, faccio notare che quello che brucia nella foto è il "fantoccio della Gibiana", così come si bruciano tanti altri pupazzi in feste tradizionali.

A seguire ecco le definizioni dei vari lemmi, così come riportate nel vocabolario Treccani:
  • incendiàrio  s. m. [dal lat. incendiarius, der. di incendĕre «incendiare»] ... 2. s. m. (f. -a) Autore volontario di un incendio, o anche chi provoca incendî a fini criminali o per impulso piromane.
  • piròmane  s. m. e f. [tratto da piromania]. – Che, o chi, è affetto da piromania
  • piromanìa s. f. [comp. di piro- e -mania]. – Impulso ossessivo a provocare incendî; mania incendiaria.
   
Secondo voi, è corretto assimilare un cleptomane ad un ladro? Così come tutti i cleptomani rubano, ma non sono ladri veri e propri, tutti i piromani sono incendiari, ma non tutti gli incendiari hanno la scusa di essere “piromani” compulsivi.
  • compulsivo agg. [der. di compulsione]. – In psichiatria, di impulso, comportamento, atto e sim., che viene eseguito da un soggetto in modo macchinale e infrenabile, come sintomo di una varietà di disturbi del comportamento e neurologici
Credo che gli artefici degli incendi siano del tipo “chi provoca incendî a fini criminali”, ma anche se fossero piromani l’utilizzo del più appropriato termine “incendiario” sarebbe assolutamente corretto.
Si sentono in giro illazioni di ogni tipo, da qualcuna abbastanza plausibile ad altre estremamente fantasiose (seppur non del tutto impossibili), come è noto la realtà supera talvolta la fantasia. Pastori, forestali, cacciatori, palazzinari, rocciatori, elicotteristi, piloti, società che gestiscono Canadair ed elicotteri, funzionari di Regioni e Province, Protezione Civile, ... tutti sono inseriti almeno in qualche ipotesi di organizzazione criminale.
L’unica categoria che escluderei assolutamente è quella dei veri piromani, quelli maniacali, vedendo negli eventi una - purtroppo - perfetta pianificazione, vale a dire scelta di un giorno di vento, inneschi lasciati in più punti (se un focherello si autoestingue, quello più avanti avrà miglior sorte ... dal loro punto di vista), inizio dell’incendio in tarda serata (l’autocombustione - evento quasi impossibile nelle ore più calde non è assolutamente ipotizzabile all’imbrunire e oltre) quando gli elicotteri non volano e quindi non possono intervenire per varie ore, ed infine la contemporaneità di più incendi che qualcuno vorrebbe far passare per pura sfortuna o causate da condizioni meteo particolarmente avverse e concomitanti (secco, vento, temperatura alta).
Molti ricorderanno che poche settimane or sono scoppiarono quasi contemporaneamente due grandi incendi nel Golfo di Napoli: a Capri e sul Vesuvio. Ovviamente ci furono problemi a gestire i pochi mezzi antincendio dovendoli dividere in due emergenze aggravate dal fatto di essere molto vicine ad aree antropizzate.
Queste “casualità” sono spesso ricorrenti anche nel piccolo, con vari incendi minori che scoppiano contemporaneamente in aree difficilmente raggiungibili e/o dove gli elicotteri non intervengono per essere troppo vicini alle abitazioni.
Ciò fa presupporre una regia di alto livello, una mente (?) che organizza e dispone, che manda gli incendiari a fare il “lavoro sporco”  e tiene per sé i vantaggi conseguenti al fuoco.

Purtroppo tutto quanto detto sono chiacchiere, ipotesi, sospetti, illazioni, congetture e supposizioni e ciò che resta sono solo ceneri, fuliggine e carbone.
Molti sanno che ormai  da anni vado a constatare le conseguenze degli incendi, così come seguo la ricrescita di piante e arbusti, prima in quanto dovevo verificare se avrei potuto percorrere quei sentieri con i gruppi che accompagnavo per lavoro, oggi solo per informare e far rendere conto di cosa rimane dopo un incendio. 
Non vorrei apparire presuntuoso o “ blasfemo”, ma penso che le immagini possano trasmetter il senso della desolazione molto meglio delle sole parole in un breve articolo spesso concluso con banali commenti del tipo copia e incolla. Giusto a mo' di esempio, sono certo che concorderete che le scarne cronache di attentati, terremoti, frane, inondazioni suscitano meno impressione rispetto alle foto, anche se nude e crude e senza commento.
credo che le foto possano riuscire a sensibilizzare un certo numero di persone che non sono a diretto contatto con il problema degli incendi e che possano insegnare a qualche sprovveduto i rischi dei fuochi liberi all’aperto, per altro vietatissimi in estate, come successe l’anno scorso a seguito di un pic-nic alle spalle della cappella di San Costanzo.
Per i suddetti motivi anche questa volta sono andato in ricognizione nei luoghi dell’incendio che nei giorni scorsi ha interessato una vastissima area, da Nerano verso Ieranto e praticamente tutti i versanti di Monte San Costanzo, fino a Punta Campanella.

     

1 commento:

  1. Giovanni,
    grazie per questo post del quale condivido la giusta e motivata asprezza.
    Adesso resta da augurarsi che la giustizia individui gli autori di questo atto criminale.
    Tramite il tuo blog, credo possa essere utile mantenere viva l'attenzione su questa vicenda anche nel corso delle prossime settimane.
    Giannandrea

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