Dopo il post per la 150ima visione del 2016
pubblicato il 18 maggio scorso, ecco un nuovo sommario di film. Ieri sono giunto a quota 244, quindi due terzi
del mio obiettivo (366 nel corso dell’intero anno), con qualche giorno di
anticipo rispetto alla media.
Fra questi 94, oltre ad alcuni che ho rivisto
con piacere dopo varie decine di anni, ci sono numerose novità assolute (per
me) e film che invece conoscevo solo di nome per avere buona critica o per
apprezzarne il regista.
Ho continuato a spaziare dai muti (vari di Erich von Stroheim, ora mi resta da guardare solo “The Great Gabbo”) a film recenti come “Trumbo”. Molto varie come sempre anche e provenienze,
dall’Asia con l’ottimo “Guide” (Vijay Anand, India, 1965) e l’eccezionale “In
the mood for love” (Kar Wai Wong, Cina, 2000) al Sudamerica con due film di
Babenco (“Pixote” e “Il bacio della donna ragno”), il peruviano "La teta asustada” (Claudia Llosa, 2009) e i colombiani “Cóndores no entierran
todos los días” (Francisco Norden, 1984), il pluripremiato “La vendedora de rosas”
(Víctor Gaviria, 1998), nonché i due di Ciro Guerra che
hanno preceduto il recente “El abrazo de la serpiente” (2015): “La sombra del caminante” (2004) e “Los viajes
del viento” (2009).
Andando in Nordamerica, prima di passare
alle produzioni hollywoodiane, reputo senz’altro degni di nota i messicani “Dos
monjes” (Juan
Bustillo Oro, 1934), “Janitzio” (Carlos Navarro, 1934),
“Nocaut” (José Luis García Agraz, 1983) e
“Rojo amanecer” (Jorge
Fons, 1990), appena recensito, il mio 244imo film dell’anno.
Fra gli
statunitensi certamente troverete tanti titoli molto più conosciuti e fra questi
ho rivisto con piacere “Mississippi burning”, “Million dollar Baby”, “2001: A
Space Odyssey”, “Shutter island”, “Do the right thing”, ma sopratutto uno che
ha avuto minor diffusione come “They Shoot Horses, Don't They?” (Sidney Pollack,
1969), e i per me nuovi “To be or not to
be” (Lubitsch, 1942) e “Compulsion” (Richard
Fleischer, 1959, con un ottimo Orson Welles).
Chiudo con numerose segnalazioni europee. Fra
i film spagnoli, che vengono spesso sottovalutati e per questo circolano poco ma spesso riservano piacevoli sorprese,
segnalo “El 7° dia” (Carlos Saura, 2004, cronaca di una
vera strage), il fantastico “Los cronocrimenes” (Nacho Vigalondo, 2007), due
argute comedias negras “El dia de la
bestia” (Alex de la Iglesia, 1995, un cult) e “La caja” (JC Falcon, 2006), e il
ben noto e acclamato “El orfanato” (J. A. Bayona, 2007), già visto appena
giunto nelle sale.
Passando al centro Europa, ho visto con gran
piacere due film di Haneke (“Cachè” e soprattutto “The white ribbon”), ho molto gradito “Europa” (Lars
von Trier, 1991), “Lola” e “Veronika
Voss” di R. W. Fassbinder, "Tinker Tailor
Soldier Spy" (Tomas Alfredson, 2011), “Dekalog”
di Kieslowski (1989, 10 telefilm) e mi
ha veramente entusiasmato “L'immortelle” (1963). prima regia di Alain Robbe-Grillet, subito dopo i riconoscimenti ottenuti per la sceneggiatura di "L'anno scorso a Marienbad".
Spero di aver messo un po’ di pulci in varie orecchie
... penso che tutti i film citati, per diversi motivi, siano meritevoli di una
attenta visione, ma fra quelli che ho visto e micro-recensito, anche se non menzionati in questo post, ce ne sono
tanti altri che potrebbero interessare. Pochissimi sono quelli che mi hanno deluso, ma mi è difficile
pensare a qualcuno da sconsigliare assolutamente.
Buone visioni.
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