Ogni abuso dovrebbe essere negativo, proprio
in quanto eccessivo, eppure nel caso
proposto nel titolo può evidenziare qualità positive. Mi spiego meglio: scrivendo
un post come questo o nel corso di una discussione nella quale voglia esporre
punti di vista, valutazioni, preferenze e via discorrendo, spesso mi accorgo che
molte frasi contengono proposizioni coordinate avversative che, come chiaramente
spiegato nelle pagine della “Grammatica italiana” della Treccani
esprimono un fatto o una situazione in contrasto con quanto viene detto nella proposizione principale o con quanto ci si aspetterebbe in base a quello che si afferma nella principale e vengono introdotte da ma, però, tuttavia, mentre, eppure, ... (Es.: Giovanni è bassino, ma gioca bene a basket).
Varie volte mi soffermo a valutare se non stia
esagerando con questo tipo di continuo contrasto, ma nella maggior parte dei casi non vedo alternative.
Infatti, sono
abituato a guardare le cose da numerosi punti di vista ed è ovvio che le
conseguenti considerazioni difficilmente possono essere assolutamente
congruenti, tutte positive o tutte negative, e pertanto inserisco in una stessa
frase aspetti contrastanti. A mio parere ciò non evidenzia indecisione, idee
poco chiare o una volontà di non dare giudizi chiari, bensì mette in mostra la mia attenzione per i più disparati aspetti
di una questione.
Questa abitudine all’analisi prima di
effettuare scelte o prendere decisioni risale a tanti anni fa, forse
influenzata anche dai miei studi scientifici, ma si è definitivamente radicata
da quando, circa 25 anni fa, mi avvicinai all’orientamento (sport). Nell’orienteering
(nome internazionale) i partecipanti ad una gara devono raggiungere una serie
di posti di controllo scegliendo, in tempi brevissimi, l’itinerario da seguire,
spesso senza avere alcuna possibilità di seguire alcun sentiero. Solo guardando
la dettagliata cartina, fornita solo dopo la partenza, si devono analizzare
tutti i particolari riportati in mappa, visualizzare mentalmente il territorio, elaborare
un progetto e infine metterlo in pratica (cosa non sempre semplice). L’orientista
si trova quindi a comparare varie scelte di percorso, ognuna delle quali avrà
pro e contro da valutare in termini di tempo:
- più breve, ma con più salita,
- in piano, ma difficile da seguire,
- facile lungo sentieri, ma maggior distanza
- brevissima, ma lentissima attraversando vegetazione fitta
Penso che questo esempio / divagazione sportiva (notate quanta differenza c'è fra le scelte di percorso di 8 atleti Elite) sia abbastanza calzante per ribadire che molto raramente, praticamente mai,
tutti gli aspetti considerati prima di prendere decisioni convergono in un’unica
soluzione, rendendola inevitabile.
Nella maggior parte dei casi i due principali
elementi contrastanti non sono misurabili o, nel caso lo fossero, non con la
stessa unità di misura. Per esempio distanze e tempi, pesi e età, energia e
temperatura possono essere numericamente determinati ma come convertirli in modo
da poterli raffrontare.
A questo punto diventano fondamentali le valutazioni
personali in quanto ognuno di noi ha le sue preferenze ed attribuisce, spesso inconsciamente,
dei “coefficienti” soggettivi a ciascun elemento.
Questo è il mio “problema” ... mi piace
analizzare quanti più aspetti possibile, ma
in un tempo determinato. Per ogni pro, vado a cercare le possibili ricadute
negative e, al contrario, per ogni contro tento di individuare conseguenze
positive. Vedo il mio abuso di
avversative semplicemente come una conseguenza del mio interesse (che a
qualcuno può sembrare eccessivo) per i vari argomenti trattati, della mia
passione per le analisi dettagliate, per quanto me lo consentono le mie
conoscenze.
In fin dei conti, penso che non sia un
difetto ma neanche un vero e proprio pregio e, visto che mi trovo a mio agio a
comunicare in questo modo (e mi piace), continuerò a discettare, recensire,
raccontare e polemizzare così.
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