Di
questo tema ho già trattato varie volte, anche se non specificamente, parlando
di escursionismo, natura, cartografia e serendipity. Sono tutti argomenti più
collegati fra loro di quanto molti pensino e simili serie di connessioni
possono applicarsi anche ad altre attività.
Dei
tantissimi camminatori (ormai siamo milioni, da quelli urbani ai trekker più
avventurosi ... camminare è di moda) molti preferiscono percorrere itinerari
ripetitivi e ben conosciuti, di quelli che appaiono più rassicuranti, lungo i
quali si incontrano le stesse persone e si vedono le stesse cose e si può anche
procedere con la testa fra le nuvole, casomai con le cuffiette alle orecchie.
Al
contrario, ce ne sono altri che non perdono occasione per introdurre varianti
ai percorsi noti, spingersi ogni volta un poco oltre i limiti del territorio
conosciuto, farsi attrarre da una pianta o da una traccia di sentiero, partire
con il preciso scopo di scoprire un itinerario completamente nuovo.
Faccio
parte, chiaramente, del secondo gruppo e fra i miei sodali sono abbastanza
attivo ma non certo fra i più avventurosi. Mi avvantaggio delle mie capacità di
interpretazione di mappe e cartine, in particolare quelle di molti anni fa, per
trarre spunti di interesse, immaginare itinerari utili o semplicemente
piacevoli, ideare nuovi collegamenti, andare a ricercare sentieri dimenticati.
Un
famoso cartografo inglese soleva dire che una delle migliori letture è una
carta ben fatta, opinione che condivido in pieno. Talvolta mi capita di passare
anche delle ore interpretando una mappa antica, cercando di coglierne lo stile,
valutandone l'affidabilità, comparando le informazioni con carte receni e
infine tentando di trarne conseguenze.
Il
più recente risultato è l'imminente "inaugurazione" di un facile
circuito escursionistico reso possibile dalla riapertura di una strada comunale di Sorrento, in effetti un tratto di essa, un
sentiero sterrato attraverso un castagneto. Era un mio vecchio pallino, via
Acquacarbone doveva essere un percorso molto frequentato fino a metà del secolo
scorso in quanto via più breve fra Sant'Agata e Priora (due frazioni
rispettivamente di Massa Lubrense e Sorrento), ma dopo la costruzione del Nastro
Verde (tratto della statale 145 sorrentina) quasi del tutto abbandonata.
Tuttavia
ho sempre considerato quell'itinerario che taglia in diagonale il versante nord
della collina del Deserto estremamente appetibile dal punto di vista
escursionistico: ombreggiato, lieve pendenza, lineare, tanta natura (giardino,
uliveti e castagneti) e pochi edifici. Mi capitò di parlarne circa un mese fa
al Circolo Sorrentino nel corso del mio intervento in merito alla viabilità
scomparsa (o inaccessibile) e poi, grazie ad una fortunata serie di incontri,
occasioni e disponibilità intravidi la possibilità di rendere di nuovo
percorribile quella strada comunale. Grazie alla fattiva cooperazione fra enti,
associazioni e volontari, è già di nuovo possibile andare da Sant'Agata a
Priora a piedi in meno di mezz'ora (solo 2 km contro i circa 5 seguendo le
rotabili) e senza dover salire verso la collina del Deserto ma aggirandola a
nord.
Dopo
essere andato sul percorso 5 volte in 6 giorni, accompagnato da vari altri
volenterosi, ieri con Costantino sono riuscito ad individuare con certezza l’ultimo
tratto mancante della strada abbandonata, fino a pochi giorni fa coperto da una
jungla (molto spinosa ...) all’interno del bosco di castagni.
Facendoci
largo fra la fitta vegetazione abbiamo individuato il tracciato con l’ausilio
della mappa, ma soprattutto seguendo logica e osservazione e quindi trovando
conforto e conferme in tanti piccoli indizi: un cippo, uno scalino in pietra
apparso sotto l’humus, pendenze adeguate, linearità e mancanza di alberi lungo
la direttrice, una recinzione, pietre coperte di muschio allineate al margine
della traccia, percorso un poco infossato, un tombino,...
Nella foto a sinistra si nota lo scalino in primo piano, venuto allo scoperto dopo aver liberato dalla vegetazione (alta anche oltre 2 metri) questo tratto infossato e prima assolutamente invisibile.
Questo,
secondo me, è uno dei vari modi di fare escursionismo in modo estremamente
piacevole (anche se talvolta si torna a casa con numerosi graffi e tagli) in
quanto si riesce a stare lontani dai percorsi più frequentati. Questi, in
particolare nei giorni festivi, sono invasi da masse di pseudo-escursionisti vocianti,
che bloccano il sentiero per scattare innumerevoli selfie e spesso lasciano
rifiuti rendendo un piacevolissimo
ambiente naturale quasi un inferno urbano (provate a percorrere il Sentiero
degli Dei di domenica, fra le 10 e le 14 ...).
Venerdì
24 giugno, alle ore 18.00, si parte dalla piazza di Sant’Agata per il “collaudo”
del circuito alle falde del Deserto.
La
presenza di vari tratti sterrati richiede l’utilizzo di calzature adeguate. La
passeggiata durerà meno di due ore.
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