Mi ritrovo a scrivere sull’argomento dopo aver
accuratamente analizzato il percorso della mia escursione di venerdì scorso,
della quale ho trattato nel precedente post. Questo non è descrittivo, è un
semplice resoconto delle incongruenze delle varie fonti a mia disposizione per
effettuare la camminata in sicurezza, perdendo il minor tempo possibile alla
ricerca del percorso pianificato e dei modi nei quali le ho affrontate. Le cose
non sono sempre così semplici come si spera che siano ed è bene pensare a dove
si va. Seppur indirizzato quasi esclusivamente agli escursionisti, se ne
possono trarre conclusioni valide in molti altri campi.
Se il resoconto vi annoia, passate direttamente alla
morale-suggerimenti
conclusivi (in calce)
Non
vi fidate ciecamente di ciò che è scritto, descritto o risulta da uno
strumento
Come ho già avuto modo di scrivere, è assodato che
la carta perfetta non esiste e non potrà mai esistere se intesa come
rappresentazione precisissima di un territorio riprodotto su un piano. A queste
difficoltà oggettive vanno aggiunti gli errori che per distrazione o fallace
trascrizione possono essere attribuiti al compilatore della carta che non
sempre è il cartografo che ha agito su campo. Non
é importante sapere come e perché c'è l'errore, né chi l'ha fatto ... non serve
a molto quando si sta in escursione; è invece fondamentale saper intendere le
incongruenze e gestirle nel miglior modo possibile. Con un po' di esperienza si
valutano le età delle varie informazioni,
cercando di capire quali sono le più obsolete e quali le più recenti. Sul
territorio, similmente, si deve tentare di valutare se un sentiero è storico o è nuovo, tracciato a soli fini escursionistici. A prescindere
da tutto ciò si deve tener presente che, parimenti a qualunque tipo di guida, fra
il momento delle rilievi e quello della stampa passano vari mesi e fra un’edizione
e la successiva (non sempre aggiornata) trascorre ancor più tempo e quindi l’utente
finale spesso si ritrova fra le mani descrizioni di vari anni addietro.
Per fortuna nella caldera del Teide è
abbastanza facile orientarsi in quanto si cammina fra i 2.000 e i 2.500m e la
cima del vulcano (3.718m, foto in alto) è quasi sempre visibile, da qualunque lato. Visto che
ho sempre atteso le giornate adatte (con buona visibilità) mi sono potuto
avventurare su vari sentieri secondari e parecchie volte fuori sentiero, sapendo
dove mi dirigevo e contando sul fatto che dopo varie centinaia di metri mi sarei
riportato su un determinato sentiero dei 37 segnati nel Parco Nazionale. Questi,
in linea di massima, sono ben tracciati ed evidenti essendo limitati da pietre
distanziate fra loro, però i segnavia con il numero dell’itinerario sono
rarissimi e poco visibili e quindi è di fondamentale importanza essere sicuri
del sentiero che si sta percorrendo ed in quale senso ...
Ho tentato di mettere su carta le informazioni che
avevo in partenza e quelle acquisite a fine giornata. Sono partito con la Guida Rother (4^ ed., aggiornata nel
2013) la cui cartina indicava un percorso parzialmente diverso dalla traccia
gps fornita dalla stessa casa editrice. Comunque la mappa indicava l’esistenza di un
sentiero lungo tutto il percorso gps che ho rappresentato con puntini verdi,
quelli più grandi evidenziati in giallo indicano il sentiero presente in carta,
ma non nella realtà. I puntini blu sono il percorso segnato sulla mappa Rother mentre la sottile linea verde
evidenziata in giallo indica il tratto di sentiero (rosso, n. 37) presente
sulla carta del Parco ma assolutamente inesistente. Quindi tre fonti, tre
indicazioni diverse, seppur parzialmente.
Nella carta del parco qui in alto, sulla quale ho
aggiunto le varie informazioni, si nota che le linee indicanti i vari sentieri sono
molto tremolanti che indicano
chiaramente che sono tracce gps sovrapposte alla base. In considerazione
del tipo di territorio, della distanza fra i sentieri e della piccola scala in questo caso l'operazione va più che bene. Come vedete la traccia del mio percorso (tratteggio blu, ben 23km rappresentati in pochi cmq) si
sovrappone quasi perfettamente (le due discrepanze in basso sono i fuori
sentiero effettuati per andare a fotografare i dicchi).
Non ho potuto seguire la traccia (punti verdi
evidenziati in giallo) in quanto c’erano varie zone recintate e vietate di rimboschimento sperimentale e varie
barriere naturali di vegetazione alta e fitta, ma ho continuato a procedere
verso est sicuro che dopo varie centinaia di metri avrei trovato la pista
forestale, una strada sterrata impossibile da oltrepassare senza accorgersene.
In questo caso era chiaro che le recinzioni erano recenti e la guida non poteva
esserne a conoscenza 3 anni fa.
Diverso è il discorso per il tratto con puntini blu
in quanto, tornando sui miei passi dopo la deviazione sul 20 fino al Mirador, pensavo di dover
attraversare la pista e proseguire diritto, forse spostandomi un po’ a destra.
Invece le pietre che limitavano il sentiero mi portavano a sud-ovest (quindi a
sx) parallelamente alla sterrata. Percorsi oltre 300m senza che il sentiero
accennasse a girare verso ovest o ad allontanarsi dalla pista sono tornato
indietro fino all’incrocio per essere sicuro che non ci fossero altra
indicazioni o bivi ... niente! Quindi ho ripercorso il tratto per la terza
volta e mi sono spinto oltre e solo dopo quasi 500m il sentiero ha preso la
direzione giusta.
Morale-suggerimenti
conclusivi
- Non iniziate escursioni in territori sconosciuti senza almeno una cartina, una guida (le tracce gps possono essere utili ma vanno sempre abbinate ad una mappa). Per quanto possibile, incrociate almeno due tipi di dati, di fonti diverse.
- Se non trovate un sentiero non indispensabile procedete egualmente nella direzione giusta (se la conoscete e siete in grado di seguirla) a patto che abbiate davanti a voi - anche a varie centinaia di metri - quella che gli orientisti chiamano una linea d’arresto, vale a dire un elemento trasversale al vostro avanzamento tanto evidente da non poterlo mancare (fiume, strada, crinale, elettrodotto, ...)
- Se avete dubbi non vi allontanate troppo dall’ultimo punto certo. Percorsi 200-300m tornate indietro, osservate, ragionate e solo se siete sicuri di dove state andando ripartite. Allontanandosi troppo si rischia di non ritrovare il punto certo e di perdere molto tempo (prima o poi fa buio ...).
- Infine, suggerisco di non andare mai da soli, come è buona norma, e di non imitare me che spesso esploro in solitario.
PS - il sentiero 37 è il più recente, la precedente guida
del Parco ne indicava solo 35; è lecito pensare che, fra le tracce dei vari
progetti, abbiano riportato quella errata ... domani andrò alla sede del Parco ad “indagare” e a
segnalare (su sollecitazione dello staff del Centro de Visitantes)
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