Montaña Rajada y Minas de San José
Quelli nel titolo sono i commenti frettolosi (e non aggiungo altro) di coloro che non
sanno osservare la natura, similmente a quanto accade a chi non apprezza un
viaggio per mare (tutta acqua) o una passeggiata in un bosco (solo alberi ed
erba) o negli ancora più uniformi e apparentemente monotoni ghiacciai, deserti e distese innevate.
Neanche il fatto di non percorrere nessuno
dei ben 37 sentieri segnati all’interno del Parque Nacional del Teide giustifica questa superficiale
valutazione in quanto dalla stessa strada che attraversa la caldera (ben 15 km
dal Portillo al Parador) si possono ammirare panorami fantastici con cambiamenti
continui di colori e tipi di materiale vulcanico.
Tornando alla mia escursione di sabato 12 dicembre (Portillo - Montaña de los Tomillos - Montaña Rajada (2.508m) - Minas de San José - Risco
Verde - Portillo), non vedendo come possa descriverla nel dettaglio,
tenterò di dare un'idea generale dei panorami e delle sensazioni che sono più o
meno valide per tutta la caldera, chiamando a testimone parte delle circa 200 foto scattate, raccolte in questo album Google+.
Mi rivolgo in particolare a chi non ha mai avuto occasione di attraversare campi
di lava o comunque distese di materiali misti di origine vulcanica e a costoro consiglio
assolutamente di provvedere a colmare al più presto questa grave lacuna. Il suggerimento è
valido per tutti, ma in particolare per gli escursionisti i quali saranno
senz'altro in grado di percorrere più km senza doversi limitare ad allontanarsi
solo qualche centinaio di metri dalla strada.
Quanto più si cammina, tanto più si potranno apprezzare continui
cambiamenti di paesaggio, superare varie colate laviche dalle
caratteristiche completamente diverse, trovarsi davanti a distese pressoché
pianeggianti di sabbia, ceneri, pomici e scorie varie, osservare fiumi di
grosse rocce quasi impossibili da attraversare. In alcuni casi a tutto ciò si
aggiungono vasti panorami spesso dominati dal cono del Teide (3.718m contro i
2.000-2.300m medi de Las Cañadas) o le imponenti pareti della caldera, alte dai 300 ai 700
metri, nelle quali anche il più inesperto potrà leggere avvenimenti e
sconvolgimenti geologici di secoli e secoli. Nella foto a sinistra, osservate la stranissima e strettissima parete rocciosa (dovrebbe essere un dicco) che scende verticalmente nella parete della caldera
Gli stessi colori delle onnipresenti pomici cambiano
dal quasi bianco al giallastro, all’ocra, al rossiccio e fra esse affiorano
rocce anch’esse di varie tonalità fino a quelle nerissime che includono parti
di ossidiana. Nella foto al lato vedete come in pochi centimetri quadrati si trovino
pomici e rocce di varie dimensioni e colori.
Penso di aver detto abbastanza, ma certamente non
tutto in quanto impossibile. Nella foto in alto, invece, scattata dal versante ovest di Montaña Rajada (colore dominante nero) si vede una distesa di pomici di diverse tonalità con la parte più alta e chiara che costituisce Montaña Blanca, a sinistra emerge una striscia di rocce prevalentemente marroni, sullo sfondo si vedono le nere lave relativamente recenti del Teide.
Per rendervi conto di quanto detto, vi invito a
guardate con calma, ingrandendole al 100%, le 38 foto del già citato album che comunque certamente non rendono il giusto merito a questa caldera di oltre cento kmq.
Bando alle ciance, nella prossima vacanza includete un vulcano nel vostro itinerario.
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