sabato 19 dicembre 2015

Dicchi a volontà nella caldera del Teide

Punta Brava, Puerto de la Cruz (Tenerife), 19 dicembre 2015

Ennesima escursione in altura attorno al vulcano (Las Cañadas del Teide) con oltre la metà del percorso assolutamente nuovo per me. Decine di coni, colate e colori sempre diversi. Nella foto in basso, da sinistra a destra, si vedono la pressoché nera Montaña Rajada, (2.507m), Montaña Blanca (2.748m), il Teide (3.718m) con le sue nere colate (relativamente) recenti e, più in primo piano, la marroncina Montaña Mostaza (2.248m).




Approfittando della giornata senza una nuvola, dall’alba al tramonto, e senza vento sono tornato a fotografare il dicco che mi aveva già colpito nella scorsa uscita. (album di sole foto del dicco in questione).
Comincio con lo spiegare semplicemente di cosa si tratta. Me lo ha detto in poche parole un mio amico vulcanologo e poi sono andato, come mia abitudine, ad approfondire l’argomento in rete.
DICCO: corpo roccioso, generalmente con andamento subverticale o obliquo, formatosi per il raffreddamento di magma in un condotto di alimentazione o in una frattura. Vasti sistemi di dicchi antichi sono posti in evidenza dai processi di erosione. ... (da vulcan.fis.uniroma3.it)
In parole povere, il magma entra nella frattura e si solidifica. Dopo un po’ di anni (eufemismo) se l’erosione di ciò che lo conteneva avviene più rapidamente di quella del dicco, questo rimane scoperto con forme molto varie. Di frequente appare quasi come un muro lungo, verticali e più o meno sottile (come in questo caso).
   

Questa volta mi sono spinto fin sulla cresta della caldera giungendo fino al Mirador del Corral del Niño dal quale (ieri) si vedeva chiaramente Gran Canaria
Ho attraversato Arenas Negras (dalla foto il perché risulta evidente, eppure riescono a crescere degli Echium) e prima di arrivare alla Degollada de Abreo mi sono imbattuto in un inusuale vallone con entrambe le spalle per lo più di pomici, ma di colori diversi, ed un margine costituito da uno spesso strato roccioso che si sfalda a grossi blocchi (foto in basso).
   
Dall’alto vedevo file di macchine, minibus e taxi lungo la strada, ma sui sentieri ho incontrato pochissime persone, nessuna durante la decina di chilometri nella parte alta. Per mia fortuna (purtroppo per loro) tutti si accalcano in pochi punti (Teleferico, Parador, Roques de Garcia) in prossimità delle rotabili, così come succede in Penisola o a Capri dove il 90% dei turisti non sa neanche cosa si perde per non percorrere qualche chilometro a piedi.

Ripeto il suggerimento: prendete in considerazione i vulcani per le vostre escursioni. Nel Sud non ci mancano di certo ...

Nessun commento:

Posta un commento