domenica 6 settembre 2015

Un ringraziamento, un paio di precisazioni e qualche integrazione

Vedere il proprio nome nel titolo di un lungo articolo che riempie l’intera pagina di un quotidiano di grande tiratura e levatura come Repubblica non può che far piacere. E’ innegabile, sarebbe ipocrisia affermare il contrario. Quindi ringrazio pubblicamente Carlo Franco (che ha firmato il pezzo), ma mi è d’obbligo correggere alcuni dati "sensibili" ed integrare varie notizie. Non è certo un appunto in quanto è assolutamente impossibile fornire un quadro esatto e completo di una persona, in particolar modo di uno che, come me, ha cambiato tanti mestieri ed ha vissuto tante esperienze diverse in quattro continenti.
Comincio, come è logico e doveroso, dall’inizio. Sono della classe ’54 ed ho già compiuto 61 anni (ringrazio per lo sconto, ma voglio limitare gli sfottò di quelli che mi accuseranno di volermi togliere gli anni) e ho il titolo di ufficiale di macchina (i marinai sono quelli che navigano in “coperta”, io lavoravo nel “fosso” = sala macchine) il che per i naviganti è una differenza sostanziale.
Saltando a piè pari il primo paragrafo dedicato al Sentiero degli Dei (qui trovate cartina, distanze esatte e video) passiamo all’abbigliamento. Come ogni guida escursionistica che si rispetti, gli shorts che indosso almeno 9 mesi l'anno sono da hiking (e non da mare) e i sandali li uso esclusivamente per andare in piazza o comunque camminare in ambito urbano. Non mi sono mai sognato di andare su sentieri senza scarpe adatte e oltretutto ripeto, ogni volta che posso, che buone calzature con suole che garantiscano buona aderenza sono elemento indispensabile per affrontare un’escursione in sicurezza, oltre ovviamente al buonsenso anche se molti lasciano a casa anche quest'ultimo (nella foto a dx - dalla quale è stato tratto il disegno a corredo dell'articolo - si notano short, scarpe e "occhi puntati a terra", per il prossimo passo). Quindi quasi sempre "scarpe con calzini", ma è assolutamente vero quanto afferma Carlo: da decenni non indosso né giacca né cravatta. 
Passiamo alla Camminata dei 23 Casali, passeggiata pubblica che organizzai per la prima volta nel 2000, il 22 aprile, sabato santo (qui breve resoconto ed un paio di foto dalle quali si evince chiaramente che i partecipanti erano ben oltre 100). Non ho mai discusso della Camminata con Don Carmine né prima né dopo, non avendone alcun motivo, essendo altri i miei referenti (vedi copertina e pagina centrale dell’opuscolo di 24 pagine stampato per l’occasione).
   
Per quanto riguarda distanze e giorni di cammino il buon Carlo deve aver fatto confusione con il I Trek Amalfi-Sorrento con estensione a Capri del 2009 (ma in 6 giorni si facevano 140km). Lì è vero che eravamo una ventina, ed era logico in quanto non sono tanti quelli che sono in grado e, soprattutto, vogliono percorrere fra i 20 e 25 km/giorno, con un dislivello medio giornaliero di 1.000m (visita la pagina del I Trek). Ovviamente neanche di questo ho mai discusso con Don Carmine.
Infine, essendone orgoglioso a ragion veduta, ci tengo a precisare che a Honolulu (Hawaii, USA) mi fu conferito il riconoscimento di miglior Volontario del Dipartimento Parchi e Tempo Libero per il primo quadrimestre 2008 ad personam, non si trattava di un concorso per cartografi che comunque sarebbe stato degno di nota. Nel corso del mio soggiorno, infatti, svolsi attività di volontariato in più modi negli Orti Botanici di Honolulu (sono ben 5) e ne mappai due. Le cartine, almeno negli anni immediatamente successivi, erano stampate sui depliant forniti a tutti i visitatori. 


 
Ringrazio nuovamente Carlo Franco e non vado a puntualizzare altre imprecisioni rendendomi assolutamente conto dell’impossibilità di star dietro alle mie mille idee ed attività e alla mia notoria e conclamata “capafresca”, in qualunque accezione vogliate interpretare questo splendido termine napoletano.

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