Ancora una volta un post di interesse locale
anche se gli incendi sono più o meno simili dovunque.
Come programmato sono andato a rendermi conto
dei danni provocati dal vasto e prolungato incendio che ha interessato Monte Vico Alvano poco più di una
settimana fa. Si è detto che l’incendio stavolta è stato innescato dall’auto
andata a fuoco nei pressi di Tordigliano (statale Amalfitana), ma pur essendo
vero ed accertato il fortuito incendio della vettura, mi restano dei dubbi su
come il fuoco abbia potuto fare tanto cammino apparentemente senza una vera
continuità, salendo lungo le pendici meridionali dei Lattari e ridiscendendo il
versante ovest. Non ho elementi certi per affermarlo, ma l’ipotesi di “qualcuno”
che abbia approfittato di un incendio fortuito per appiccarne un altro voluto e
mirato non mi sembra del tutto lontana dalla realtà.
Passando ora all’argomento della fruizione del
sentiero principale (facente parte dell’Alta
Via dei Monti Lattari, CAI300)
comincio col dire che la transitabilità non è stata in alcun modo compromessa.
C’era da aspettarselo in quanto non ci sono tratti esposti, non ci sono parti
soggette a frane o caduta massi ed era estremamente improbabile che qualche
albero caduto potesse bloccare il sentiero. Tuttavia le conseguenze di questo
incendio sono un po’ diverse dagli altri occorsi di recente come nell’area San Costanzo e Marecoccola. In questo caso la superficie andata a fuoco è più
vasta (anche se in buona parte ripidissima, priva di qualunque traccia percorribile) e la
sezione di sentiero interessata (bordata da vegetazione arsa) è lunga ben oltre
i 3 chilometri.
Il paesaggio è più desolante degli altri simili
ed il sentiero (anche a causa delle recenti piogge) mi è apparso più pietroso
del solito. I panorami “a lunga gittata” restano senz’altro belli e
affascinanti, ma allo stato attuale nelle immediate vicinanze degli
escursionisti c’è ben poco da ammirare. I frequentatori abituali del sentiero che
speravano che almeno si fosse ottenuto un vantaggio trovando il passaggio fra
gli arbusti (che spesso quasi “chiudono” le tese) allargato e senza frasche
invadenti rimarranno delusi. Che possa far piacere o meno questa situazione non
è assolutamente migliorata. (foto del percorso da Colli San Pietro al cancellodi Arola)
Fin qui le cattive notizie conseguenti all’incendio
(pessima notizia), ma come avevo anticipato nell’introduzione dell’album di
foto scattate “Per certi versi i danni sono stati maggiori di quanto mi aspettassi,
per altri minori di quanto temessi.” e quindi ora spiego cosa intendessi
dire. Pur essendo vero che la devastazione è quasi totale e che le ceneri
coprono quasi tutto, mediamente gli arbusti sono apparentemente in condizioni migliori
di quelli della Marecoccola e San Costanzo. Ciò lascia molto ben
sperare vista la velocissima ripresa della vegetazione negli altri due casi
(foto "dimostrative" in questo album).
Osservando ciò che è rimasto o anche
semplicemente comparando le foto si può dedurre che lungo le pendici di Monte Vico Alvano il fuoco è passato tanto
velocemente da non riuscire a carbonizzare gli arbusti. Di conseguenza, se
lungo il sentiero della Marecoccola
(Sirenuse) folti gruppi di verdi germogli sono già spuntati fra ramoscelli completamente
neri e senza una sola foglia c’è da aspettarsi che i cespugli di Monte Vico Alvano appena anneriti e ancora
con frasche, seppur secche, si riprendano più che bene ed in tempi rapidi.Staremo a vedere ...
Ho forti dubbi anch'io che gli incendi di Tordigliano e Monte Vico Alvano siano stati originati dallo stesso innesco, per come ha camminato il fuoco e per come soffia il vento mimsembra al quanto improbabile.
RispondiEliminaUn saluto
Luigi