Due argomenti spesso dibattuti dagli
escursionisti dei quali ho in parte già discusso tempo fa. Anche frequentando
spesso gli stessi luoghi e percorrendo gli stessi sentieri è possibile scattare
foto interessanti e diverse dalle solito. Trovo che sia stupido sostenere l’inutilità
di ripetere una certa escursione in quanto già fatta il mese scorso. Anche se
fosse passato meno tempo non è una ragione valida in quanto le condizioni meteo
e quindi luce saranno diverse, può cambiare l’orario, anche dopo una sola
settimana ci saranno nuovi fiori e altri saranno appassiti o avranno cambiato
colore, per non parlare di farfalle, lucertole, aracnidi e altri animali nei
quali ci possiamo imbattere. L’escursionista attento, anche se non per forza
fotografo, saprà trovare elementi nuovi e talvolta sorprendenti in occasione di
ogni uscita.
Tutto ciò tende alla serendipity poiché spesso
le situazioni più inusuali si presentano inaspettate e all’improvviso e sta
alla nostra abilità saperne apprezzare il valore (forse l’unicità) e trarne
vantaggio. Ma anche in mancanza di eventi “eccezionali” si può tornare a casa
con belle immagini fissate con uno scatto o semplicemente nella propria memoria
visiva. In questo caso torna utile saper immaginare cosa si potrebbe o dovrebbe
vedere spostandosi più in basso, lasciando il sentiero per raggiungere il
margine del bosco o andare sul margine della falesia, portarsi su una piccola
altura in modo da evitare un ostacolo visivo. Con un po’ di esperienza,
immaginazione e buona sorte almeno la metà delle nostre deviazioni saranno
giustamente o addirittura lautamente ricompensate. Se nel primo caso l’abilità
consiste nel cogliere un’occasione al volo, nel secondo siamo noi a ricercarla o
crearla dal nulla.
Tutto ciò è applicabile, con i relativi
adattamenti, anche in altri campi ma certamente sono fra i vantaggi peculiari
dei veri camminatori, attenti a immaginare quale potrebbe essere uno di questi
punti e capire come arrivarci in tutta sicurezza. A volte aiuta anche saper prevedere
una stessa scena in orari diversi il che vale a dire con il sole ad un altra
altezza ed in una differente posizione. Ciò serve per poter programmare,
avendone la possibilità, altre uscite espressamente mirate alla realizzazione
di (potenziali) buoni scatti. Non bisogna illudersi di poter fare tutte le
belle foto possibili di un percorso nel corso della stessa passeggiata, ergo “repetita
iuvant” (anche se in un’accezione leggermente diversa da quella classica).
Per esempio guardate queste foto di Capri dal sentiero del Vuallariello nelle prime ore del mattino e quasi al tramonto.
Per nuovi punti di osservazione, vi
propongo invece le foto scattate qualche giorno fa nel corso della mappatura della pineta di San Costanzo dal suo margine occidentale, affacciandomi sul Rivo ‘a Falanga. La giornata soleggiata con aria tersa mi ha certo aiutato (ma era la terza volta che ci andavo ... persistenza) e avevo scelto le ore centrali della giornata per avere il sole più alto (previsione). Però la fortuna è stata quella di avere avuto dei contrattempi che mi hanno fatto arrivare alla quota più bassa raggiunta nel corso la ricognizione nel momento opportuno per avere ancora luce nei posti giusti con colori molto caldi.
Bellissime.
RispondiEliminaSarebbe interessante un sopralluogo in questi giorni a Via Campanella per verificare le modalità di esecuzione dei lavori in corso.
Speriamo, ad opera ultimata, di non essere costretti a scattare foto troppo diverse pur percorrendo lo stesso 'sentiero' (o quello che diventerà).
Un saluto!