Letteralmente
significa “Sepoltura della sardina”, ma nella maggior parte dei casi ciò che la
simboleggia viene bruciato e non sepolto. Si tratta di una festa abbastanza conosciuta e
seguita in Spagna ed America Latina e si celebra nel corso del Carnevale, di
solito il mercoledì delle ceneri. Le
origini non sono certe e ci sono numerose correnti di pensiero che, ovviamente,
difendono a spada tratta le proprie teorie, ma le più accreditate sono due.
La
prima ha una sua motivazione coerente con il significato del Carnevale in
quanto la sardina che seppelliva era in effetti una cerdina (si pronuncia “serdina” e deriva da cerdo = maiale), vale a dire delle costate. L’Entierro simbolizzava quindi il vero significato di Carnevale la
cui etimologia è appunto carnem levare
= togliere la carne. I sostenitori di questa teoria dicono che, con la diffusione
di descrizioni e racconti relativi a questa festa caratteristica dell’area di
Madrid, passando di bocca in bocca la cerdina
sia diventata sardina. Queste feste
popolari che si svolgevano nei campi erano talmente amate e seguite da spingere
Goya a farne un quadro nella seconda decade dell’800. (a sinistra)
L’altra
storia vede invece come protagoniste delle vere sardine e l’aneddoto che
avrebbe generato questa festa è certamente più divertente e, di conseguenza,
più spesso accettato e sostenuto.
Un
anno il re Carlo III decise di celebrare la fine del Carnevale con il popolo,
la plebe, e fece portare una enorme quantità di sardine nel luogo della festa.
Purtroppo fu una giornata inusitatamente calda e i pesci cominciarono a deteriorarsi
molto rapidamente non essendo freschissimi. Madrid si trova a varie centinaia
di chilometri dal mare e quindi avevano già fatto un bel viaggio in chissà
quali condizioni. Per non rovinare completamente la festa, il Re, constatato l’insopportabile
puzzo che le già maleodoranti sardine emanavano, ordinò di interrarle
immediatamente. Questa decisione provocò la delusione e lo sconforto dei poveri
cittadini che in mente loro già assaporavano i pesci arrostiti. Rimasero a
bocca asciutta e quindi sparsero fiumi di lacrime a causa dell’effettiva sepoltura
di vere sardine.
In
tantissime tradizioni la fine del Carnevale (ma anche altri cambi significativi di stagione, semina, raccolto) viene celebrata con l’incendio di
pupazzi o altri simboli per rappresentare la fine del periodo di festa e l’inizio
del digiuno. Questa cerimonia conclusiva viene spesso preceduta da cortei in
costume, lettura del testamento, “preghiere carnevalesche”, balli e libagioni.
In
alcuna città spagnole l’Entierro de la sardina è diventata l’evento più seguito
dell’intero Carnevale. Murcia
è una di queste e alla Sardina ha addirittura dedicato un monumento di
notevoli dimensioni collocato in un luogo singolare. Infatti si tratta della rappresentazione
dall’aspetto molto realistico di una sardina affiorante dalle acque del Rio
Segura che attraversa la città.
La festa è entrata nel novero di quelle di "interesse turistico internazionale" ed ha un suo cerimoniale ufficiale, con l'intervento delle autorità, che va dalla presentazione del manifesto specifico per ciascuna edizione, a premi, conferenze ecc.. Esistono le agrupaciones sardineras che organizzano gran parte delle attività e collaborano con i gruppi carnevaleschi. Anche se al corteo funebre molti partecipano indossando lo stesso costume del carnevale, il gruppo più caratteristico è quello è in testa alla sfilata, subito dopo il "feretro". Ci sono sacerdoti benedicenti, vedove disperate e vedovi affranti, tutti vestiti di nero, che procedono urlando e piangendo nella migliore tradizione delle prèfiche.
Per avere un'idea di quante attività sono correlate all'evento, suggerisco di guardare questo video dell’Entierro de la Sardina di Murcia 2013
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