Comincio col riproporre
un articolo di Repubblica di circa sei mesi fa che descrive la situazione
in Estonia, la più settentrionale delle repubbliche baltiche ex-URSS. La sua capitale
Tallinn (patrimonio dell'umanità dell'UNESCO) è divisa dalla finlandes Helsinki
da un’ottantina di km del braccio del Mar Baltico che termina a est a San
Pietroburgo.
A beneficio di chi non ha la pazienza
(o interesse) di leggerlo riporto solo alcuni dati essenziali, ma molto
significativi.
In Estonia in poco tempo hanno
creato un sistema al quale ci si collega con una carta di identità elettronica,
si vota (anche dall’estero) via Internet, il 97% degli affari si fanno online, tutte le scuole e
uffici pubblici sono in rete.
E non sono necessari investimenti miliardari, tant'è che il responsabile estone della comunicazione ha dichiarato che la scelta è stata dettata proprio da motivi economici opposti. Dovrebbe far riflettere questa sua semplice considerazione:
“Abbiamo scommesso tutto su Internet perché siamo pochi e perché siamo poveri"
In questo modo è stato anche
risolto il grande problema amministrativo dei contatti con minuscole comunità
che spesso restano isolate da neve e ghiaccio. Hanno fornito un miglior
servizio senza dover mantenere aperti uffici quasi inutili ed il risparmio è stato
notevolissimo. Ottimizzazione.
Per quanto riguarda il legame Internet/turismo c’è un altro articolo di Repubblica che trattò il tema fornendo dati
poco confortanti, evidenziati dal sottostane grafico allegato al testo.
Ma, purtroppo, non siamo arretrati solo per quanto riguarda l'accoglienza ma anche e soprattutto per la parte connessione Internet e altri servizi correlati. Per fare qualche esempio che
evidenzi quanto tempo si è già perso, rammento che nel 2008 nei vari aeroporti americani nei quali sono stato (in U.S.A., pochi anni dopo l'11 settembre) c’era il wi-fi libero, mentre in Italia c’era
ancora l’obbligo di registrazione con fotocopia documento per accedere al servizio
(legge demenziale "anti-terrorismo"per fortuna abrogata qualche anno fa). In Portogallo (almeno in
Algarve), dal 2008 ogni cittadina aveva una o più FreeWiFi Zone, di solito nei
dintorni degli edifici pubblici, certamente davanti alla sede comunale e gli
autobus in servizio su linee di media-lunga distanza offrivano wi-fi gratuito
già nel 2010.
Per esperienza comune sappiamo
che più o meno stiamo ancora combattendo con ADSL lenta (ma non doveva essere
veloce?), le località assolutamente senza ADSL sono ancora numerose, la stesura
di centinaia di km di cavi di fibra ottica al di fuori delle grandi città per
ora ha solo prodotto un ulteriore deterioramento delle strade, come se ce ne
fosse bisogno.
Ciò contribuisce, insieme
con la scarsa volontà e poca lungimiranza di amministratori e operatori nel
settore del turismo, a mantenere l’Italia nelle posizioni di coda delle
classifiche dedicate a questo servizio ormai indispensabile.
Non pensate a chi spreca il
suo tempo con i social network e videogiochi online, ma rendetevi conto che chi
viaggia ormai utilizza la rete per consultare o scaricare orari (bus, treni,
traghetti), compra biglietti online, effettua prenotazioni alberghiere e accede a una miriade di ulteriori informazioni relative a musei, escursioni, mappe,
spettacoli.
Facilitare l’accesso alla rete o, ancor meglio, renderlo possibile sempre
e dovunque produce reddito ed evita un sacco di problemi e perdite di tempo.
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