mercoledì 19 ottobre 2022

Capo di Mondo, altro pasticcio toponomastico

Questo toponimo, già presente su mappe di un secolo fa ma non effettivamente utilizzato in Penisola, è venuto alla ribalta con la pubblicazione del percorso della sesta tappa del Giro d’Italia 2023, circuito con partenza e arrivo a Napoli in programma giovedì 11 maggio. In meno di 24h, una mezza dozzina di amici mi hanno interrogato in merito all'effettiva esistenza dello stesso e li ho rimandati al post precedente a questo, visto che, per pura casualità, il toponimo appare nelle varie mappe lì pubblicate. Chiaramente è stato utilizzato da persone non locali, visto che in zona è sempre stata conosciuta come la salita di Picco(lo) Sant'Angelo. Tuttavia, colgo l’occasione per fare un discorso più ampio, che comprende vari punti.


Quasi certamente il toponimo è corruzione di uno dei tanti Capodimonte, come il Capodarco, fra Termini e Casa (Massa Lubrense), lo dovrebbe essere di Capodacqua (come l’area a monte di Positano) e vari altri. Volendolo interpretare in tal senso, è logico che sia relativo al punto più alto di quella zona, vale a dire la piccola altura (localmente detta Isola, 526m) a est della Pineta delle Tore; posizionato con precisione sulla CTR al 10.000 e abbastanza correttamente sulla precedente tavoletta IGM degli anni ’50 e la successiva carta regionale al 25.000, mentre viene spostato ancora più a ovest sulla mappa CAI, finendo nella Pineta, oltretutto modificato in Capo del Mondo. Ecco gli stralci delle mappe nello stesso ordine in cui sono state elencate.





La deriva dei toponimi sulle mappe è un annoso problema causato dal fatto di non seguire (per necessità o per scelta deliberata) le stesse norme, che non sono obbligatorie ma seguono delle convenzioni internazionali accettate dalla maggior parte dei cartografi. Riprendendo toponimi da mappe precedenti e inserendoli a proprio piacimento si corre il rischio (dopo ripetuti passaggi) di trovarli da tutt’altra parte. 
Un caso emblematico di traslazione di toponimi lo trovai (o almeno così penso) nel corso delle indagini per la stesura del mio saggio Le coste di Sorrento e di Amalfi.

Nella carta borbonica del 1819 (vedi sotto) viene invece evidenziato come su tale altura (Capo di Mondo o Isola che dir si voglia) fosse posizionato un telegrafo ottico Depillon e lo stesso, per viciniorità, denominato della Marecoccola,  anche se nell'elenco ufficiale delle postazioni appare come Maracoccola sopra Sorrento (vedi le due immagini al fondo).


 

Nessun commento:

Posta un commento