giovedì 19 dicembre 2019

79° gruppo di 5 micro-recensioni 2019 (391-395)

Gruppo molto vario in quanto a produzioni, con la rarità di un film bulgaro, accompagnato da un argentino, un danese e i più “banali” provenienti da Irlanda/UK e U.S.A., quest’ultimo è il più quotato sulla carta, per me nettamente il peggiore.

   

392  Silvia Prieto (Martín Rejtman, Arg, 1999) * con Rosario Bléfari, Valeria Bertuccelli, Vicentico * IMDb 7,0 
Film dalla sceneggiatura molto interessante con tanti “doppioni” e con un intreccio di personaggi e situazioni ripetitive molto ben organizzate. Il titolo si riferisce al fatto che la protagonista Silvia Prieto cerca di metti in contatto con la sua omonima (apparentemente unica). Nel contesto generale si incrociano i cammini di ex mariti, conoscenze occasionali e si formano nuove coppie. Non solo vari personaggi scompaiono e ricompaiono in situazioni quasi sorprendenti, ma anche alcuni oggetti cose come per esempio la giacca gialla di Armani e la statuetta "Silvia Prieto". Costruzione molto creativa con dialoghi essenziali ma ben situati quindi sostanzialmente molto ingegnoso girato in uno stile quasi da Nouvelle Vague, a tratti sembra composto di sketch separati che tuttavia poi rivelano la loro importanza nella trama generale. Forse i salti temporali sono poco evidenti e per questo in alcuni punti perde di continuità.
Martín Rejtman è abbastanza stimato in patria pur essendo poco produttivo avendo scritto e diretto soli 6 film in oltre 30 anni.
Interessante visione. Non risulta essere giunto in Italia.

395  Slava  (Kristina Grozeva e Petar Valchanov, Bul, 2016) tit. it. “Glory - Non c'è tempo per gli onesti” * con Stefan Denolyubov, Margita Gosheva, Alexandra Angelova  * IMDb 7,6  RT 94%
Film del quale si parlò tanto un paio di anni fa, sia per l’originale storia sia per essere uno dei pochissimi film bulgari giunti in occidente. Questa dark comedy ha in effetti due protagonisti - antagonisti; come tutti sanno uno è un ferroviere che trova una consistente somma di denaro e la restituisce e l'altra è la responsabile delle relazioni con il pubblico del Ministero dei Trasporti che vuole sfruttare l'episodio a proprio vantaggio.
Per cause fortuite, che si aggiungono alla sua arroganza e superficialità, le cose non vanno come sperava e non solo lei ma anche il povero ferroviere si troveranno per questo nei guai. Piacevole e ben realizzato anche se forse si è calcata un po' troppo la mano sull'anziano lavoratore presentato non solo decisamente balbuziente ma anche poco sveglio.
Meraviglia il fatto che sia stato scelto quale proposta bulgara per gli Oscar visto che propone una società corrotta a tutti i livelli, dalla classe politica a quella operaia, inclusa quindi anche la polizia.
Merita una visione, se non altro per curiosità.

      

391  Dancer in the Dark (Lars von Trier, Den, 2000) * con Björk, Catherine Deneuve, David Morse * IMDb 8,0  RT 69%  *  Nomination Oscar miglior musica; Björk miglior attrice e Palma d’Oro a Lars von Trier a Cannes
Quasi non sembra un film di Lars von Trier, le “tragedie” sono limitate e sono abbastanza prevedibili e “volontarie”. La parte da musical, più che fuori luogo, mi sembra slegata dal contesto; si salva la regia, sulla quale si può sempre contare per i film del regista danese.
In effetti è la sceneggiatura (opera dello stesso von Trier) ad essere discutibile.
Non fra i migliori del regista. Evitabile.

393  Hunger (Steve McQueen, Irl/UK, 2008) * con Stuart Graham, Laine Megaw, Brian Milligan * IMDb 7,6  RT 90%  *  Premio FIPRESCI e Golden Camera, Nomination Un Certain Regard a Cannes; Premio Gucci a Venezia
Eventi reali legati alla annosa "guerriglia" fra I.R.A. (Irish Republican Army) e U.D.A. (Ulster Defence Association) in Irlanda del Nord. Il film si occupa esclusivamente dei reclusi dell'IRA che nel 1980 portarono avanti fino a estreme conseguenze uno sciopero della fame che contò ben 9 morti. 
Il grosso limite del film consiste nel fatto che non vengono minimamente presi in considerazione gli eventi degli anni precedenti e non si specificano neanche gli effettivi motivi delle condanne. Resta quindi solo l'aspetto umanitario/legale, tralasciando completamente quello politico/terroristico. Oltre a mostrare le pietose condizioni dei carcerati (molte per loro propria scelta come rifiuto di pulizia e vestiti) nel film non c'è quindi molto di concreto, se non l'oltre quarto d'ora della discussione filosofico/religiosa del leader del movimento Bobby Sands (che fu eletto membro del Parlamento mentre era in carcere) con un sacerdote.
Evitabile, specialmente se sensibili. Se interessati al tema, sarà meglio leggere qualcosa di serio pubblicato dalle diverse parti in causa … meglio confrontare i vari punti di vista.

394  Knives Out (Rian Johnson, USA, 2019) tit. it. “Cena con delitto” * con Daniel Craig, Chris Evans, Ana de Armas * IMDb 8,1  RT 97% 
Assoluta delusione … stupido, pretenzioso, personaggi poco credibili, interpretazioni spesso sopra le righe, non capisco l’entusiasmo di molti, né i rating assolutamente esagerati.
Suggerirei di non perderci tempo e denaro ...

Le oltre 1.400 precedenti micro-recensioni dei film visti a partire dal 2016 sono sul mio sito www.giovis.com; le nuove continueranno ad essere pubblicate su questo blog.

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