venerdì 2 agosto 2019

48° gruppo di 5 micro-recensioni 2019 (236-240)

Con questa cinquina giungo alla fine delle visioni dei Blu-ray attualmente in mio possesso e quindi ci sono i film più recenti (2014) avendoli guardati in ordine cronologico. Nel complesso confermo la mia idea (derivante dalla visione di varie migliaia di film) che la qualità strettamente cinematografica negli anni è andata a diminuire, così come la qualità media degli attori. I grandi avanzamenti sono solo nel campo della tecnologia e degli effetti speciali ... che non mi appassionano o entusiasmano più di tanto.
Il gruppo ha un dominatore assoluto ed è Django Unchained , gli altri avrei potuto anche classificarli a coppie, pur essendo assolutamente diversi fra loro; Fury e The Social Network fra meriti e critiche più o meno si equivalgono, gli altri due sono oggettivamente scadenti sotto quasi ogni punto di vista, nonostante i nomi di cartello.

   

238  Django Unchained  (Quentin Tarantino, USA, 2012) * con Jamie Foxx, Christoph Waltz, Leonardo DiCaprio, Samuel L. Jackson * IMDb  8,4  RT 86%  *  2 Oscar (sceneggiatura e Christoph Waltz protagonista) e 2 Nomination (miglior film, fotografia e sonoro) * 62°
Un altro gran bel film dello spesso criticato Tarantino, snobbato da molti, ma oggettivamente uno che sa dirigere (attori e operatori), concepisce storie al limite dell’incredibile e le sviluppa in sceneggiature sorrette da dark humor, suspense e dialoghi per lo più ottimi, le scene splatter sono tanto esagerate da strappare più sorrisi che provocare orrore. Per concludere questo breve panegirico, c’è da sottolineare che nelle sue numerose brevi e ben calibrate apparizioni nei suoi film si dimostra un rispettabile attore, riuscendo ad essere più che convincente.
Tornando a Django Unchained, a tutti i meriti appena attribuiti a Tarantino, si aggiungono scenografie spettacolari esaltate dall’ottimo uso che il regista fa del formato 2.39:1 (Cinescope o CinemaScope, con lenti anamorfiche). I formati “larghi” sono una mania e un merito del regista che nel successivo The Hateful Eight, si cimentò (con gran successo) nell’ancora più spinto 2,76:1 (Ultra Panavision, 70mm). Non da meno sono la precisa fotografia, l’uso appropriato del ralenti, i costumi tendenti al barocco e la scelta degli oggetti e arredamenti tendenti al kitsch ... ottime le performance del cast intero.
Ovviamente, anche per questo film Tarantino ha attirato su di sé le ire di benpensanti e comunità di afroamericani, è stato criticato per il linguaggio (in particolare il troppo frequente uso di nigger, ma chi può pensare che all’epoca fossero tutti politically correct?), gli “storici” hanno sottolineato incongruenze ed errori, tutti sembrano dimenticare che si tratta di un film di finzione e non di un documentario.
Un film da non perdere, anzi, da guardare più di una volta.

239  Fury (David Ayer, USA, 2014) * con Brad Pitt, Shia LaBeouf, Logan Lerman * IMDb  7,6  RT 77% 
Sarebbe stato un film a soggetto bellico più che buono senza l’intermezzo della breve storia dell’incontro con le due cugine, ma si sa che ai fini del gradimento del pubblico in generale le storie d’amore, e ancor più i colpi di fulmine, rendono bene.
Sceneggiatura abbastanza originale, anche se un po’ esagerata, interpretata da buoni attori. Molta violenza ad effetto sullo sfondo di buone riprese esterne con ottima scelta delle location e ricostruzioni per lo più credibili. 
Film interessante per gli amanti del genere (e per le ammiratrici di Brad Pitt) ma certamente non per tutti.

      


237  The Social Network (David Fincher, USA, 2010) * con Jesse Eisenberg, Andrew Garfield, Justin Timberlake * IMDb  7,7  RT 95%  *  3 Oscar (miglior sceneggiatura, montaggio e commento musicale) e 5 Nomination (miglior film, regia, Jesse Eisenberg protagonista, fotografia e montaggio sonoro)
Non è che mi sia piaciuto più di tanto, ma a questo film riconosco il merito di fornire un descrizione di Mark Zuckerberg non univoca, presentandolo a turno come sociopatico, arrivista, geniale, non attaccato al denaro, sfrontato, tanto che alla fine riesce quasi simpatico (anche se per me non lo è nella vita reale, per quanto ne sappia) per avere a che fare con tanti personaggi avidi, della peggiore specie, che fanno il possibile per sfruttare le sua capacità e le sue idee. In questo caso la sceneggiatura “troppo parlata” (come quasi tutte quelle scritte da Aaron Sorkin) è probabilmente necessaria e quindi sopportabile.
Da quanto ho letto, la maggior parte degli avvenimenti riproposti nel film sono effettivamente accaduti, più o meno come sono rappresentati.
Interessante, guardabile.

236  Angels & Demons (Ron Howard, USA, 2009) tit. it. “Angeli e Demoni”  * con Tom Hanks, Ewan McGregor, Ayelet Zurer * IMDb  6,7  RT 37% 
Leggermente migliore del Codice Da Vinci, ma più o meno la stessa solfa. L’ambientazione passa da Parigi a Roma e nella Città del Vaticano, l’insulsaggine della trama è di pari livello ma almeno più lineare avvicinandosi più a un comune thriller. Tom Hanks resta sempre imbambolato, a volte sembra un attore ma solo per incapacità dei suoi colleghi.
Non è ultimo di questo gruppo esclusivamente grazie a The Equalizer che, nonostante la presenza di Denzel Washington che è attore, certamente molto migliore di Tom Hanks, è talmente mal pensato e costruito che è difficile fare peggio.
Lasciate perdere.

240  The Equalizer (Antoine Fuqua, USA, 2014) tit. it. “Il Vendicatore”  * con Denzel Washington, Marton Csokas, Chloë Grace Moretz * IMDb  7,2  RT 60% 
In questo film il personaggio interpretato da Denzel Washington è più infallibile, indistruttibile e letale di un supereroe, compare e scompare (pur essendo privo di superpoteri) a suo piacimento, supertecnologico e geniale ... i cattivi cattivissimi non hanno scampo! The Equalizer è una baggianata colossale e per lo più scontata, non è rigoroso e il protagonista nemmeno un po’ plausibile come il personaggio di Charles Bronson nella serie di film Death Wish (aka Il giustiziere della notte), né - parlando di ex-agenti a riposo - la sceneggiatura è lontanamente paragonabile al divertente RED (2010), oltretutto forte di un cast di qualità che include Bruce Willis, John Malkovich, Hellen Mirren, Morgan Freeman e Ernest Borgnine.
Assolutamente sconsigliato.

Le oltre 1.400 precedenti micro-recensioni dei film visti a partire dal 2016 sono sul mio sito www.giovis.com; le nuove continueranno ad essere pubblicate su questo blog. 

1 commento:

  1. Interessante la spiegazione sui formati adottati in Django Unchained e The Hateful Eight.
    Grazie.
    Aron Sorkin é sempre prolisso nelle sceneggiature troppo chiacchierate :sono d'accordo con te! Spesso riesce a rovinarmi il film.

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