lunedì 16 gennaio 2017

Spontaneità e passione: suonare, ballare e cantare con sentimento

Mi affascinano, commuovono, stregano, entusiasmano ed emozionano quelli che hanno una passione, coltivano un hobby solitario o lo praticano con amici e si divertono con (apparentemente) molto poco. In particolare quelli che non mirano ad essere “i migliori” e neanche semplicemente migliori degli altri, ma godono nell’esercitare la loro attività preferita senza preoccuparsi più di tanto della propria abilità, né dell’aspetto, né degli anni che passano.
   
Tutto ciò si esalta soprattutto nella musica tradizionale, cantata o solo strumentale, accompagnata o meno da ballo o danza. Come foto di apertura ho scelto queste affascinanti ballerine del Carnevale di Santa Cruz de Tenerife ... e non vuole assolutamente essere una presa in giro, ma il riconoscimento di come ci si possa divertire senza crearsi inutili e immotivati complessi. Oltretutto ballavano molto meglio di tante altre “giovani in perfetta forma” che però sapevano fare poco o niente e certamente “soffrivano” per essere relegate in seconda, terza o quarta fila, precedute dalle leggiadre e ammiratissime colleghe.
Nella cultura popolare sono sempre state tante le occasioni nelle quali feste, musica e balli si univano ma, in particolare in alcune di esse, ancora oggi ogni giorno e ogni luogo sono adatti per cantare e suonare.
Ai primi posti di questa lista pongo senz’altro quelle latine, forse perché le conosco meglio, ma sono certo che in tanti riconosceranno il valore sociale, oltre che artistico, del flamenco, del fado, delle rancheras messicane.
Dimenticate retiros e tascas per turisti a Lisbona e i tanti tablao de flamenco in Andalusia ed in altre località turistiche spagnole e, se potete, immergetevi nei barrios storici e seguite il vostro udito. Di sera senz’altro udrete musica e canti giungere da qualche cortile, casa o piccolo bar dove un paio di musicisti accompagnano chiunque abbia voglia di cantare ...
Si tratta del cosiddetto fado vadio in Portogallo e del flamenco bohemio e delle juergas flamencas in Spagna e vi posso assicurare che lì ci si diverte, nessuno si vergogna e, al contrario, viene incoraggiato dagli astanti, fra petiscos e tapas, vino e birra.
In Messico e in tutta l’America centrale invece è ancora comune riunirsi in piazza, al parque o alameda a fine giornata, verso il tramonto, dove si trovano sempre almeno un paio di suonatori di marimba, qualche chitarrista e forse un violinista o fisarmonicista che accompagnano i “cantanti” mentre altri ballano attorno al templete (cassa armonica). In questo video vedete ciò che succede ogni sera nel Parque de la Marimba di Tuxla GutierrezChiapas (Mexico), aperto 24h su 24, 365 giorni l’anno.
Oltre ciò c’erano un’infinità di gruppi mariachi che, al contrario nei nostri “posteggiatori” che vivono di offerte o oboli, suonano e cantano a richiesta. Nella maggior parte dei casi chi paga per la canzone canta insieme a loro, il più delle volte stonando anche a causa dei troppi tequila già ingollati, o comunque li accompagna con i classici Ay! Ay! Ay! e fra fiumi di lacrime se il tema è triste. 
Ricordo come se fosse ieri una splendida serata di fine febbraio del 1996 passata in una cantina di León, Nicaragua, nella quale era in corso una sfida (musicale) fra due piccoli gruppi di mariachi, uno pagato da una coppia matura e l'altro sponsorizzato da una coppia di giovani che si disperavano, già completamente ubriachi, e piangevano a calde lacrime. Uno dei due cantanti, un giovane mulatto alto e magro, aveva una voce veramente incredibile!

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