Sono gli stessi
tre personaggi che, guidati dalla cometa, andarono fino a Betlemme a portare in dono al neonato Gesù oro, incenso e mirra quelli che ogni anno sono ansiosamente
attesi dai bambini spagnoli. Infatti, nell’evento citato nel Vangelo di Matteo, Gaspare, Melchiorre e Baldassarre furono quelli che
effettivamente offrirono regali e non certo un Papà (o Babbo) Natale, Papà Noel o Santa Claus (o Klaus) e nemmeno una vecchia Befana a cavallo di una scopa.
Bisogna dare
atto che solo nella cultura ispanica questo atto è rimasto legato all’Epifania e non anticipato a Natale o addirittura a San Nicola (6 dicembre), ma del resto
il “Klaus”
di “Santa Klaus” altro non è che il
diminutivo di Niklaus = Nicola.
Così come nella
penisola iberica, dove la tradizione è ben radicata, la prassi dei doni ai
bambini si ritrova anche in molti paesi dell’America Latina. Badate, ho scritto
solo ai bambini, il consumismo è giunto solo di recente e ben si sa che ogni
anno si “inventano” occasioni per
spingerci a comprare cose spesso inutili: feste dei nonni, mamma, nipoti, papà,
San Valentino, ...
In molte
cittadine, la sera del 5 gennaio, si organizza anche la Cabalgata de Reyes che è
una sfilata quasi carnevalesca in quanto i Magi
si presentano con un nutrito seguito di persone in costume, carri e musici. Il
contorno non è sempre relazionato all’avvenimento, ma comunque ha soggetti
infantili.
In quanto alla “prassi
per ricevere regali”, questa è abbastanza simile a quella nel resto dell’occidente,
vale a dire che i bambini dovranno scrivere una lettera indicando i doni
desiderati e dichiarando di essersi comportati bene e quindi di meritarli. Non
essendoci l’albero di Natale, una differenza sorge in quanto al luogo dove
verranno ritrovati. Ognuno ha il suo posto e non ci potranno essere equivoci,
né sono necessari i nomi dei destinatari poiché ogni bambino dovrà mettere un suo
paio di scarpe in un punto a sua scelta (vicino alla porta o ad una finestra o
sotto un tavolo ...) e lì li troverà la mattina del 6 gennaio.
Per un verso ciò
richiama alla mente “la calza della Befana” e similmente a questa nostra
tradizione, i più cattivelli saranno “omaggiati” di pezzi di carbone (dolce). Alcuni,
vicino alle scarpe, lasciano dolci o bevande per i Magi e anche erba o altro
per le loro cavalcature.
Grazie alla
tecnologia e all’esistenza dei centri commerciali - che nei primi giorni dell’anno
sono stracolmi di genitori, zii e nonni alla ricerca dei regali giusti - si sta
diffondendo la consuetudine di allestire un angolo con tre troni, ovviamente
occupati da Gaspare, Melchiorre e Baldassarre. Questi si lasciano fotografare
con i bambini che approfitteranno dell’occasione per consegnare direttamente
nelle loro mani la lettera. In molti casi c’è un paggio incaricato di
controllare la fila (sempre abbastanza lunga) e di accompagnare i piccoli ai
troni.
Ovviamente anche
i Magi si adattano ai tempi e solo
pochi continuano ad arrivare a cavallo (vero), cammello (raramente vero) e
elefante (raro e, nel caso, di cartapesta), mentre alcuni arrivano addirittura
in elicottero per poi proseguire a piedi o su mezzi meccanici.
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