giovedì 24 novembre 2016

Ottimo, fortunato e creativo restauro di un film

Le prime di Lost Horizon (quello originale di Frank Capra e non il remake 1973) si tennero contemporaneamente a Los Angeles e San Francisco il 2 marzo 1937 ed il giorno successivo a New York e per alcuni anni identiche pellicole della durata di 132 minuti furono proiettate in tutto il mondo (tit. it. Orizzonte perduto). Questa mega-produzione della Columbia ebbe un notevole successo anche in conseguenza dei 2 Oscar vinti e delle 5 Nomination.
Nel corso degli anni, probabilmente per motivi commerciali, furono tagliate varie scene per un totale di una ventina di minuti. Dopo 30 anni si scoprì che il negativo originale era deteriorato a tal punto da risultare inservibile e non si era a conoscenza di alcuna copia originale completa.
Finalmente, nel 1973, The American Film Institute (AFI) decise di condurre una minuziosa indagine in tutti gli archivi del mondo per identificare le versioni del film sopravvissute. Il risultato fu in parte abbastanza soddisfacente in quanto furono trovati quasi tutte le parti tagliate (seppur di qualità variabile da eccellente a scadente), tuttavia mancavano ancora sette minuti. Ma la buona, ottima notizia, una vera sorpresa, fu il ritrovamento di una colonna sonora originale completa.
Così fu possibile mettere mano al restauro vero e proprio da parte della Sony Pictures Entertainment, UCLA Film e Television Archive che utilizzarono moderne tecnologie digitali per ottenere la miglior qualità possibile dalle scene esistenti la cui durata complessiva restava comunque di 7 minuti più breve della colonna sonora.
   
A questo punto, oserei dire con un colpo di genio, fu deciso di non accorciare quest’ultima sincronizzandola con le immagini  disponibili, ma di “riempire”  le parti mancanti con fotogrammi a disposizione e con foto di scena originali, a mo’ di fotoromanzo. In vari dialoghi furono associati i primi piani di chi parlava (con espressioni adeguate), in altri scene di gruppo o comunque più ampie.
Il più lungo spezzone riprodotto con questa tecnica è quello in cui il paleontologo Lovett racconta la storia dei tre orsetti nella scuola all’aperto, con gran divertimento dei bambini ma con Barnard che lo interrompe e lo prende in giro.
   
Il risultato complessivo è eccellente in quanto non si perde praticamente niente della sceneggiatura, lasciando il ritmo del film fluido e piacevole.
Chissà se altri hanno utilizzato la stessa tecnica ... ovviamente avendo la fortuna di avere a disposizione la colonna sonora originale.

Nessun commento:

Posta un commento