Il primo a partire, alle 6 del mattino, è stato il 40enne Dmitry Cherkassky, immigrato nel 1990
da quella che oggi è l’Ucraina, alla guida di una Mercedes 300D del 1983, pagata 2,800$. Era l’unico esordiente, evidentemente
troppo impaziente per aspettare un momento più opportuno, e si è immerso nel
traffico mattutino mentre i più scaltri e previdenti Blues Brothers sono partiti 14 ore
più tardi sfruttando al meglio le ore notturne nella parte più trafficata
dell'intero percorso, riuscendo a guadagnare 15kmh di media sugli altri.
I fratelli Propst, Eric and Kevin, erano invece su un attrezzatissimo van Chrysler. Oltre ad un ovvio serbatoio extra e ruota di scorta, a
bordo c’erano un fornetto a microonde, un frigorifero, pannelli solari, un
sistema di speaker Kenwood, due contenitori pieni di energy drinks, 3kg di
caramelle, 30 pacchi di noci assortite, 54 pacchi di patatine, carne secca
(tipica dei pionieri, beef jerky),
cioccolata, biscotti e merendine da poter sfamare un intero campo estivo. I Propst miravano al
puro divertimento fornito dall’avventura e ad arrivare sulla costa del Pacifico
in un tempo dignitoso evitando di prendere multe.
La Lincoln Continental 1978
era di gran classe e i tre membri del team erano vestiti come Thurston Howell III noto personaggio di
sitcom, un miliardario che anche per una breve passeggiata portava con sé
milioni di dollari in contanti. Carl “Yumi” Dietz, già recordman del coast-to-coast
in solitario, era al volante affiancato da John Ficarra, che vanta il maggior
numero di partecipazioni (8), e Roscoe Anderson viaggiava sul sedile posteriore.
Questi, mentre i Blues Brothers sperimentavano l’itinerario migliore per uscire
da Manhattan, si è “preparato” comprando due grosse bottiglie di vodka e travasandone
il contenuto in bottiglie di acqua, il suo personale serbatoio di carburante e
lo poteva fare in quanto il suo ruolo era solo di accompagnatore ed entertainer.
Passare il tempo è la chiave di tutto e per loro, anche se il
nastro di Herp Albert si ruppe e Aretha Franklin esplose non fu un problema
in quanto avevano una chitarra, varie armoniche e il banjo di Anderson il quale
per giunta cantava e raccontava storie e barzellette. Di lui Ficarra ha detto: “è come avere un
muppet sul sedile posteriore”.
Il team ha introdotto anche un'altra novità. La maggior parte
degli equipaggi prevedono una decina di fermate per i due problemi ineludibili:
riempire i serbatoi e svuotare le vesciche e in merito a al secondo sono
abbastanza creativi. Dietz,
allestendo la Lincoln aveva fatto fare tre buchi nel pianale. Ognuno dei tre viaggiatori
è stato poi dotato di un imbuto con relativo tubo che finiva, ovviamente, nel
foro. “Funziona a meraviglia” ha
detto Dietz “non capisco perché non lo facciano anche altri”.
Preston aveva invece
risolto il problema caricando numerosi pannoloni ultra-assorbenti dei quali si
disfacevano alla prima sosta per rifornimento. Con il suo misterioso copilota (l’identità
è tenuta nascosta essendo un dipendente federale) ha accolto un neozelandese i
cui compagni erano finiti in ospedale 5 giorni prima della partenza. In un
tratto nel quale andavano al passo con il normale flusso d’auto sono stati
fermati in quanto uno zelante sceriffo si è insospettito per l’aspetto “hippie” di Preston (capelli molto lunghi). Quindi con la scusa della velocità,
poche miglia oltre il limite, li ha fermati ma alla ricerca di sostanze
illecite. Quindi hanno dovuto aspettare l’unità
speciale K-9 che ha perquisito minuziosamente l’intero veicolo con l’aiuto
di un cane che ne ha odorato ogni parte. Prima di convincersi che erano “puliti” era passata ben oltre mezz’ora. Oltre
a questo contrattempo, dovettero anche cambiare l’alternatore e, nonostante le
sole 4 soste per rifornimento (grazie al serbatoio extra) chiusero ben oltre le
40 ore, a 40h55’.
Anche la Bluesmobile ebbe
un incidente meccanico: il blocco della pompa. Appena venuti a conoscenza del
fatto, gli altri concorrenti (di solito sempre in contatto) cominciarono a dare
i consigli più strani e insensati possibili prendendo in giro i Blues Brothers, che però risolsero brillantemente
il problema con l’antico e quasi infallibile metodo delle martellate,
caldeggiato proprio dall’ingegnere Sibley.
Nonostante questo intoppo e le due multe, la tattica di partire
per ultimi e sfruttare due notti diede i risultati sperati e la Bluesmobile fece fermare il cronometro a
34h16’, pari a una media di 132km/h, ma non considerando le soste forzate
questa sale a 141,6km/h.
Propst che non
era andato riuscito a centrare il suo obiettivo di 40 ore, superandolo di 1h18’,
disse ai suo compagni di avventura:
“Sapete che significa questo? L’anno
prossimo dovrò riprovarci!”
Leggi tutto l'articolo originale su the Washingotn Post
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