Qualcuno ricorderà
che a settembre dell'anno scorso scrissi che la corsa presidenziale americana sarebbe stata
molto interessante e piena di sorprese e finora così è stato. (leggi il post del 16/9/15)
Trump che
inizialmente veniva visto come un buffone che aveva creato un momentaneo
interesse è ormai a un passo dall'essere investito quale candidato repubblicano
pur essendo in effetti indipendente. Ciò sta praticamente mettendo in crisi
l'intero sistema politico americano, finora solidamente bipolare. Alla
straordinaria e per molti inaspettata performance di Trump, si aggiunge quella
di Sanders (anche lui praticamente al margine del partito) che sta creando non
pochi problemi alla Clinton.
Nel corso del mio
recente soggiorno statunitense, ho avuto occasione di "intervistare"
molti americani che, pur non costituendo assolutamente un campione statistico
affidabile, hanno confermato l'idea che mi ero fatto e che ora che la stampa sta
allentando il suo assedio a Trump sta venendo fuori.
Nell'era di Twitter
è significativo che gli hashtag più diffusi siano quelli negativi come #nevertrump e #neverHillary e non quelli a favore dei propri candidati. Ciò è il risultato
del fatto che, da quanto ho potuto personalmente rilevare, pochi sono quelli
che avevano idee chiare su chi votare, ma quasi tutti sapevano a chi volevano
fare una guerra spietata, spesso a prescindere dallo schieramento politico;
vale a dire che sono numerosi i democratici che hanno dichiarato che non
voteranno mai per la Clinton così come repubblicani sarebbero disposti a votare per i democratici pur di non favorire Trump. La cosa che mi sorprese ancora di
più (evidentemente vera visti gli ultimi eventi), ma che non era ancora
evidenziata dalla stampa europea in genere, fu quella di scoprire che Cruz era
ancor più mal visto di Trump, anche all'interno del partito stesso. John Boehner, ex segretario del Partito Repubblicano ha ufficialmente dichiarato che Cruz è Lucifer in the flesh (il diavolo in carne ed ossa) e un miserable son of a bitch (miserabile figlio di ...) e un paio di giorni fa un altro senatore repubblicano ha detto che non avrebbe mai votato Cruz e ha aggiunto: "piuttosto mi butto da un ponte!" ... compagni di partito!
Con questo scenario
completamente nuovo, gli analisti si trovano a dover pianificare strategie
assolutamente nuove e qualcuno sta già pensano ad un movimento in massa (o
quasi) dei ben 500 superdelegati (che
tutt'oggi vengono attribuiti alla Clinton, ma sono liberi da qualunque
vincolo e possono cambiare idea in qualunque momento) verso Sanders. Infatti,
ritenendo ormai quasi inevitabile che Trump sarà il candidato repubblicano,
molti sono convinti che per il già citato criterio di votare contro e non pro,
Sanders avrebbe maggiori possibilità di Hillary.
Guardate queste due
previsioni dinamiche dell'Huffington Post.
Come spero di aver
concisamente illustrato, niente è ancora deciso e si prevedono ancora tante,
probabilmente incredibili, sorprese.
Qualcuno ha consigliato
ai perdenti di cominciare a pensare al 2020 poiché, d'ora in poi, i modi, se non le regole, saranno diversi. Trump con il suo approccio diretto, spesso volgare, attira l’attenzione
e coinvolge più di quelli che fatto discorsi di miglior livello linguistico e
politicamente corretti. I soliti ricercatori hanno effettuato uno studio sul discorsi
di Trump e hanno classificato il suo linguaggio come quello di uno studente del
6th grade (I media), gli altri mediamente
si esprimono come quelli di III media. Ciò, che sia voluto o dovuto a limiti
culturali, ha fatto sì che la gente comprendesse meglio i punti salienti
sbandierati da Trump che dagli altri. Anche su queste valutazioni si è accesa
una polemica ed oltre a ricordare che il 40% degli americani sono illetterati o
non padroneggiano a sufficienza la lingua, è stato sottolineato che il romanzo di Hemingway Il vecchio e il mare è di livello di IV elementare, il che dimostra che un ottimo racconto, con coinvolgenti descrizioni, così come una buona comunicazione,
prescindono da una grammatica perfetta e da parole "da 10 dollari l'una". Leggete questo articolo del Washington Post se avete dimestichezza con l'inglese
americano.
Trump è riuscito a
trovare un soprannomi per ciascuno dei suoi avversari capaci di sminuirli e
ridicolizzarli e facili da ricordare. I giornali, pur continuando a criticare
pesantemente questo modo di fare (molti di essi sono chiaramente schierati), ci
hanno marciato ma conti fatti invece di rendere odioso Trump ne hanno fatto un
eroe popolare. Probabilmente “little Marco" Rubio, "lyin' Ted" Cruz, "crooked Hillary" Clinton, “low energy” Jeb Bush, "1 for 38” Kasich sono nomignoli che i protagonisti di queste primarie
non si toglieranno più di dosso.
Sono convinto che i
fuochi d'artificio debbano ancora cominciare e man mano che ci si avvicina alle
convention per le investiture ufficiali le scorrettezze, i colpi bassi e gli
insulti aumenteranno esponenzialmente. A ciò seguiranno i dibattiti fra i 2
candidati che saranno senz'altro uno spettacolo da non perdere se uno dei due
contendenti sarà Trump (cosa molto probabile).
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