Viaggiare senza la frenesia del turista
"forzato"
In particolare chi ama viaggiare e per qualunque
motivo ha tempi ridotti, o anche lunghi ma con date obbligate, comprenderà
immediatamente e perfettamente il senso di questo post.
Comincio da chi ha poco tempo e viaggia per
"staccare", molti di loro sono i "forzati delle ferie". Molto
spesso si trovano in uno dei due casi estremi e in un certo modo opposti:
- non mirano assolutamente a niente altro che a giacere al sole, dormire ed eventualmente mangiare e bere oltre il necessario. Per esempio quelli che vanno nei "villaggi" e per una settimana si spostano dal buffet della colazione alla spiaggia, poi al buffet pranzo per tornare immediatamente in spiaggia; dopo una breve pausa per doccia e cambio abbigliamento, sono pronti per l'ovviamente abbondante cena con sufficiente vino seguito da dolci e gli immancabili superalcolici. Questi “grandi viaggiatori” racconteranno poi di essere stati in Tunisia, Turchia o Egitto senza mai aver messo piede fuori del resort, senza aver imparato una parola di idioma del posto, senza mai aver provato vero cibo locale. Ho lavorato per una stagione intera al Villaggio Valtur di Kérkyra (Corfù) e vi assicuro che so cosa dico.
- cercano disperatamente di concentrare in una settimana (per esempio) la visita di tutti i musei, monumenti e attrazioni di un luogo e dei suoi dintorni nel raggio di 50 o 100km, o addirittura di una regione intera, passando la maggior parte del tempo saltellando da un posto ad un altro, non godendosi niente e avendo sempre la preoccupazione di fare tardi per il successivo "impegno".
Il secondo grande gruppo comprende invece quelli che
sono obbligati a prendere le ferie, anche lunghe, in determinati mesi (di
solito estivi). Questi nella maggior parte dei casi sono condannati a pagare di
più (alta stagione), ad affrontare il peggio del traffico, a trovare tutti i
posti affollati. Nel caso possano viaggiare solo in estate e aspirino ad andare
in altre aree climatiche, dovranno sempre escludere quelle regioni che in quel periodo
sono soggette a monsoni, tifoni o si trovino in pieno inverno se nell'altro
emisfero. Per anni mi sono trovato in questa situazione potendomi muovere solo
fra novembre e marzo (come molti del settore turistico stagionale), ma da ormai
oltre 10 anni ho perfezionato il mio modo di viaggiare.
Talvolta mi sono avvicinato alla seconda tipologia
con giornate molto piene, ma mai frettolose. Sono sempre stato dell'opinione
che città e genti si conoscano vagando a casaccio, frequentando i mercati
municipali, viaggiando utilizzando i trasporti pubblici e soprattutto parlando,
per quanto possibile, con i locali, attività che è enormemente facilitata dal
viaggiare da soli. In questo modo si riesce a comprendere veramente lo spirito
di un luogo e dei suoi abitanti e, se si ha la possibilità e la voglia di
ritornarci si sarà sempre più ripagati riuscendo a destreggiarsi al meglio fra
eventi, luoghi e persone.
Per esempio, avendo previsto di rimanere una decina
di giorni a Portimão, ieri ho
dedicato la giornata ad una ricognizione (foto) vagando fra cinema, teatro, mercati, controllo
trasporti, cicogne al loro posto sulle ciminiere dismesse (foto) e, manco a dirlo, tascas e
ristoranti preferiti.
La prima tappa è stata A nossa casa, mio ristorante preferito con clientela quasi esclusivamente locale, che sta ancora lì e sempre abbastanza pieno di clienti quasi fissi (ottimo segno!). La senhora dopo 4 anni di mia assenza mi ha comunque subito riconosciuto e, sua sponte, mi ha detto che avrebbe cercato pescadinhos para fritar. La mia fama di mangiatore di pesce fritto é senza confini.
Poi
ho incontrato Tio Raul (tifoso
sfegatato dello Sporting) con il
quale ho scambiato quattro chiacchiere "calcistiche" anche se non sono il mio argomento preferito. Ho comprato il biglietto per spettacolo di circo cinese al Teatro
Municipale, sono andato al cinema a vedere The revenant (micro-recensione nella raccolta Google+ Un film al giorno),
oggi è il turno di The Big Short
(altro candidato agli Oscar con 5 nomination). In queste occasioni si possono commentare film e spettacoli con altri spettatori a patto di conoscere, seppur a livello di base, qualche altro idioma ... meglio quello locale.
Tutto quanto sopra descritto si può fare solo se si ha tempo e si allungano le permanenze, ma si ottiene il vantaggio di sentirsi più o meno parte della comunità e si viaggia senza “ansia da prestazione” (di viaggiatore, ovviamente).Potendo, sono convinto che questo sia il miglior modo di arricchire i propri orizzonti culturali.
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