mercoledì 16 febbraio 2022

Microrec. 51-55 del 2022: altri 3 pluricandidati Oscar e …

Mi sembra sempre più scadente il livello medio del lotto di candidati agli Oscar 2022. Anche quest’anno ci sono biopic e sceneggiature adattate in quantità; tranne Belfast e (seppur di inferiore qualità) Don’t Look Up, sembrano non esistere più buone sceneggiature originali! Cinquina complessivamente mediocre in quanto anche gli altri due film, pur avendo aspetti interessanti, non sono veramente coinvolgenti.

 
Nightmare Alley (Guillermo del Toro, 2021, USA)

Remake dell’omonimo film del 1947 (a sua volta tratto dal romanzo omonimo), diretto da Edmund Goulding, con protagonista Tyrone Power; 4 Nomination (miglior film, scenografia, fotografia, costumi). Avendo guardato l’originale, posso dire che questa versione di Guillermo del Toro si regge solo sull’ottima fotografia, le luci molto scenografiche ancorché irreali, il grande uso di grandangoli e il design nel suo complesso. Tanti nomi di rilievo, anche se in piccole parti, si fanno apprezzare ma il protagonista Bradley Cooper si dimostra ancora una volta assolutamente inadatto. Altra pecca è l’eccesiva durata: 2h30’! Anche i critici non l’hanno accolto troppo bene, 79% di recensioni positive non sono un gran risultato per un ricco film che aspira agli Oscar.

Being the Ricardos (Aaron Sorkin, 2021, USA)

Biopic su una famosa coppia di artisti dello spettacolo; 3 Nomination (migliori attori protagonisti Nicole Kidman e Javier Bardem, non protagonista J.K. Simmons). Dalle candidature risulta evidente che sia stato apprezzato solo il cast; il montaggio risulta estremamente confuso e i continui salti temporali non fanno apprezzare il poco di buono del film. Anche se l’azione principale si focalizza sulle riprese di una famosa sit-com in una settimana dei primi anni ’50, vengono inserite tanti altri avvenimenti degli anni precedenti, senza fornire alcun preciso riferimento. Anche questo film non è stato troppo apprezzato dalla critica, il 68% su RT significa che 1 recensioni su 3 è stata negativa. Nicole Kidman viene data come favorita per l’Oscar. 

  
The Eyes of Tammy Faye (Michael Showalter, 2021, USA)

Biopic su una famosa coppia di predicatori evangelisti (lei quasi invasata, lui avido approfittatore) che fra gli anni ’70 e ’80 misero su una potente organizzazione pseudoreligiosa con tanto di proprio canale televisivo, parco di divertimenti e società immobiliari. 2 Nomination: migliori attrice protagonista Jessica Chastain, trucco e acconciature. Forse interessante per gli americani che ricordano quel periodo visto che si fanno anche tanti riferimenti ad altri predicatori e ai loro legami con la politica; per il resto del mondo sembra incredibile come possano essere arrivati tanto in alto (me certo non moralmente). Anche questo film non avuto grande successo di critica (69%) né di pubblico (6,7 su IMDb). Se Jessica Chastain interpreta bene la propria parte, non si può dire altrettanto di Andrew Garfield, tuttavia candidato come miglior attore protagonista, ma per Tick, Tick … Boom! (altro biopic, altro film deludente).

Le petit soldat (Jean-Luc Godard, 1963, Fra)

Fra i registi iconici della Nouvelle Vague, al sopravvalutato Truffaut certamente preferisco Godard che in questo film del suo primo periodo mantiene ancora lo spirito veramente innovativo del movimento. In bianco e nero e con tanta camera a mano narra di un improbabile gioco di spie, killer e terroristi ai margini della guerra franco-algerina. Trama poco interessante e poco plausibile, con vari lunghi rallentamenti relativi alla love story fra i protagonisti (di fazioni opposte) alternati a pedinamenti e inseguimenti. La tecnica è la parte meritevole, la sceneggiatura lascia molto a desiderare.

Viramundo (Pierre-Yves Borgeaud, 2013, Fra)

Di questo pseudo-doc mi aveva attratto il protagonista (il cantautore brasiliano Gilberto Gil) ed il suo confronto con le realtà degli aborigeni australiani e delle comunità di colore del Sud Africa, ma si è rivelato poco interessante dal punto di vista musicale e astruso dal punto di vista antropologico che vorrebbe paragonare gli africani portati in Brasile come schiavi dai portoghesi, agli aborigeni quasi sterminati dagli inglesi e ai sudafricani oppressi e colonizzati dai boeri. Pochi i momenti interessanti e troppe riprese con l’artista in primo piano.

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