venerdì 31 luglio 2020

Micro-recensioni 246-250: altro Kusturica

Dopo la ri-visione del noto Underground, ho recuperato il secondo film di Kusturica (novità per me), prodotto 10 anni prima, per poi proseguire con tre film sovietici (uno in due parti) non completamente allineati alle direttive statali, tutti recuperati tramite l’interessantissimo sito Russian Film Hub
 
Assa (Sergey Solovev, URSS, 1987)
Cult giovanile, almeno per quelli che hanno vissuto gli anni della rivoluzione culturale, in particolare musicale, degli anni ’80. Allo sdoganamento della musica giovanile undergroung e rock (Viktor Tsoy, elemento di spicco del rock sovietico è fra i protagonisti del film) si affiancano una storia d’amore impossibile, uno sguardo al mondo della malavita con intrusione del KGB, un salto all’indietro nel tempo di quasi due secoli, con la rappresentazione dell’assassinio dell’imperatore Paolo I, Zar di tutte le Russie, nel 1801 e, come se non bastasse, due sequenze di cinema sperimentale – “psichedelico” che rappresentano altrettanti sogni del musicista. In chiusura, una dirigente legge tutte le regole alle quali dovevano sottostare quelli che si esibivano in pubblico.

Welcome, or No Trespassing (Elem Klimov, URSS, 1964)
Per puro caso, subito dopo la conclusione di Assa con le regole che gli artisti dovevano seguire nelle loro performance, ho guardato questo film satirico ambientato in un campo estivo per bambini e bambine, diretto da un inflessibile (e ottuso) direttore. Anche quei giovanissimi devono sottostare ad innumerevoli regole, alcune delle quali giuste e logiche per una buona educazione e convivenza, altre frutto della pedissequa applicazione dei dettami del Partito. Divertente e ben girato peccato per la conclusione non all’altezza della prima ora.
 
BEG - The Flight (Aleksandr Alov, URSS, 1971)
Il film giunse nei cinema d’oltrecortina in due parti separate ma fu poi presentato a Cannes l’anno successivo come opera unica di 3h16’. Il soggetto è liberamente tratto da tre lavori di Bulgakov, non strettamente collegati fra loro: La Guardia Bianca (1925), La fuga (1927) e Il Mar Nero (1936). In particolare il progetto di adattamento teatrale del primo fu censurato dallo stesso Stalin e neanche l’intervento di Gorki sbloccò la situazione. Materia del contendere era il modo nel quale venivano rappresentati gli ufficiali della Guardia Bianca. La prima parte riguarda il caos provocato dalla fine della rivoluzione mentre nella seconda si seguono le vicende di alcuni “fuggitivi” sulle coste del Mar Nero e a Parigi. Storicamente interessante e molto ben realizzato, con le consuete ottime interpretazioni degli attori russi. Merita la visione anche per lo spaccato che offre delle relazioni sociali militari, rivoluzionari e borghesi dell’epoca.

Papà... è in viaggio d'affari (Emir Kusturica, Yug, 1985)
Nonostante vanti la Nomination Oscar fra i film stranieri e la Palma d’Oro e Premio FIPRESCI a Cannes, non mi ha convinto del tutto e non mostra la verve e l’esplosivo humor nero dei film successivi che lo hanno reso famoso.

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