domenica 22 settembre 2019

57° gruppo di 5 micro-recensioni 2019 (281-285)

In questa cinquina mista ci sono un classico hollywoodiano del dopoguerra vincitore di 8 Oscar, con cast stellare (5 Nomination 2 delle quali tramutate in Oscar), 3 film giapponesi di uno stesso regista (Mikio Naruse) ed una commedia italo-francese di una cinquantina di anni fa che all’epoca ebbe un gran successo commerciale ma visto oggi appare troppo datato e, permettetemi, abbastanza stupido; tuttavia resta un cult per la "lezione di camminata", quella che poi è rimasta indissolubilmente legata ad Aldo Maccione

   

281  From Here to Eternity  (Fred Zinnemann, USA, 1953) tit. it. “Da qui all’eternità” * con Burt Lancaster, Montgomery Clift, Deborah Kerr, Frank Sinatra, Donna Reed  * IMDb  7,6  RT 92%  * 8 Oscar (miglior film, regia, Frank Sinatra e Donna Reed non protagonisti, sceneggiatura, fotografia, montaggio e sonoro) e 5 Nomination (Burt Lancaster, Montgomery Clift e Deborah Kerr protagonisti, costumi e commento musicale)
Fred Zinneman, regista a dir poco versatile vincitore di 4 Oscar, reduce dal grande successo ottenuto con High Noon, uno dei più famosi western di sempre (it. Mezzogiorno di fuoco, 1952), dirige alla perfezione questo dramma tratto dall’omonimo romanzo di James Jones (1951). Al margine di un ambiente militare confluiscono numerose storie personali assolutamente diverse. Dal pugile (Montgomery Clift) che si rifiuta di combattere per la sua compagnia, nonostante le minacce esplicite dei superiori e il bullismo da caserma, al suo commilitone ritrovato ma ribelle e alcolizzato (Frank Sinatra), dal loro diretto superiore (Burt Lancaster) che instaura una relazione con la moglie del colonnello (Deborah Kerr) al sergente violento e razzista (Ernest Borgnine), fino alla ragazza (Donna Reed) arrivata alle Hawaii con la speranza di mettere un po’ di soldi da parte lavorando in un club frequentato per lo più dai militari di stanza a Oahu (Hawaii) che finisce per innamorarsi del pugile, ricambiata.
Un’ottima sceneggiatura, nelle mani di un regista come Zinneman, con un cast comprendente gli attori appena elencanti, non poteva che trasformarsi in un film di grande livello.
Da non perdere, come tutti i buoni film di quell'epoca, con bravi attori ben diretti, senza bisogno di effetti speciali e/o trucchi di sorta.

283  Inazuma (Mikio Naruse, Jap, 1952) tit. int. “Lightning” * con Hideko Takamine, Mitsuko Miura, Kyôko Kagawa * IMDb  7,6 
Una settimana dopo aver guardato Older Brother Younger Sister mi sono messo alla ricera di altri film di Naruse, visto che avevo anche aprezzato altre sue direzioni in passato. Come già ebbi modo di dire, pur non essendo forse di pari livello con i suoi contemporanei - e per alcuni versi simili - Ozu o Mizoguchi, è un ottimo interprete del realismo, un ottimo narratore essenziale, preciso, avvincente nella semplicità delle trame. Inazuma è senz’altro il migliore di questo trio, grazie anche all’impeccabile interpretazione della sua musa Hideko Takamine e al soggetto, fornito da un romanzo di Fumiko Hayashi. Dramma familiare che vede protagonisti una madre e i suoi 4 figli (tutti adulti), avuti da 4 uomini diversi. Un fratello dedito più all’alcol che al lavoro, e tre sorelle: una appena diventata vedova, una adultera e la più giovane che tenta di prendere le distanze dal resto della famiglia.
Come altri registi asiatici, Naruse è stato a lungo trascurato, essendo poco conosciuto. Negli ultimi anni, grazie anche a vari restauri e alla promozione della Criterion, molti cinefili e critici lo stanno rivalutando e lo pongo alla pari dei suoi più famosi colleghi della metà del secolo scorso.
Ne consiglio la visione, può essere una buona introduzione ai suoi lavori e un incoraggiamento a recuperare anche altri suoi film come Floating Clouds (1955) e When a Woman Ascends the Stairs (1963), entrambi con Hideko Takamine nel ruolo di protagonista.

      


284  Anzukko  (Mikio Naruse, Jap, 1958) tit. int. “Little Peach” * con Sô Yamamura, Kyôko Kagawa, Isao Kimura * IMDb  6,9 
Terzo e ultimo di questo trio di film di Naruse, altro dramma familiare, più che altro di coppia, con una brava moglie dall’incredibile limite di sopportazione, prossimo alla santità (o alla stupidità). Suo marito è un aspirante scrittore che soffre di una condizione di ammirazione / odio viscerale per il padre di lei, famoso scrittore. Storia ben narrata e protagonisti ben delineati, non solo i due, ma anche i genitori di lei (disponibilissimi nei confronti della figlia, ma dell’idea che qualunque decisione debba essere la sua), l’editore e qualche altro  personaggio significativo. Per l’ennesima volta, Naruse resta nell’ambito del realismo e in particolare del ceto medio, con qualche problema economico (ma non sono certo poveri), di cultura medio-alta e con qualcuno con i soliti problemi di alcool.
Film drammatico ben costruito, che certamente merita la visione.

282  Hideko, the Bus Conductress  (Mikio Naruse, Jap, 1941) tit. or. “Hideko no shashô-san” * con Hideko Takamine, Kamatari Fujiwara, Daijirô Natsukawa * IMDb  7,0 
Altro film di Naruse con Hideko Takamine, una delle più famose (e brave) attrici del secolo scorso, 180 film nell’arco di una cinquantina d’anni, dopo aver debuttato all’età di 5 anni. 
Piacevole commedia che propone uno spaccato della vita dei dipendenti di un’azienda di trasporto pubblico. In effetti si tratta di un mediometraggio, durando appena 53 minuti, ma resta comunque un buon passatempo ben realizzato ed interpretato.
Visione non indispensabile, ma certamente non criticabile sotto alcun aspetto.

285  L'avventura è l'avventura (Claude Lelouche, Fra, 1972)  * con Lino Ventura, Jacques Brel, Aldo Maccione * IMDb  7,0  RT  95%p 
Come scritto nel cappello, L'avventura è l'avventura è stato un po’ una delusione. Visto da ragazzo con compagni di studio (e nei primi anni ’70) fu divertente, ma non regge assolutamente il peso degli anni. Per la verità, lo abbiamo riesumato e l’ho guardato senza grandi aspettative, ma solo per prendere un po’ in giro uno che pur essendo più piccoletto rispetto a Maccione e non avendo mai visto questo film, cammina esattamente come lui! Per chi non sapesse di cosa parlo, ecco la scena degli aspiranti tombeur de femmes sulla spiaggia.
Commedia grottesca, quasi surreale, che vede un quintetto di piccoli delinquenti male assortiti che si lancia nel mondo delle grandi truffe, fra rapimenti, guerriglia e traffico di armi.
Più che altro per i nostalgici, per chi vuole vedere Ventura al di fuori dei noir e polizieschi, chi vuole passare un paio d’ore assolutamente non impegnative, con “comicità d’epoca”.

Le oltre 1.400 precedenti micro-recensioni dei film visti a partire dal 2016 sono sul mio sito www.giovis.com; le nuove continueranno ad essere pubblicate su questo blog. 

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