sabato 15 giugno 2019

41° gruppo di 5 micro-recensioni 2019 (201-205)

Dopo una pausa di un paio di settimane dovuta a svariate situazioni non connesse fra loro, sono tornato al ritmo di un film/giorno (più o meno) ed ecco 5 nuove microrecensioni. A parte il film francese (per fortuna recuperato dopo la mancata proiezione del mese scorso), tutti gli altri sono diretti da Spielberg e ne seguiranno altri 5, guardati e da guardare in rigoroso ordine cronologico. Tale “retrospettiva” comprende buona parte dei suoi primi film fra i quali alcuni meno conosciuti o molto criticati.

   

202  Duel  (Steven Spielberg, USA, 1971) * con Dennis Weaver, Jacqueline Scott, Eddie Firestone * IMDb  7,7  RT 87% 
C’è chi lo considera il primo vero film di Spielberg e chi non lo elenca neanche fra i suoi film ... in effetti Duel nacque con film per la TV e 2 anni dopo (con l’aggiunta di 15 minuti) fu distribuito nelle sale, mentre il primo vero lungometraggio (Firelight,1964), girato con pochi mezzi dall’allora 18enne regista, è andato perso; non è chiaro se gli spezzoni oggi disponibili siano effettivamente parti della versione definitiva.
Secondo me, in stretto senso cinematografico, considerato il soggetto e il budget, tenendo conto dei limitati mezzi, del fatto che fu girato in meno di 3 settimane e che in pratica conta su un solo attore, Duel è un ottimo road movie, tendente al thriller, ovviamente un cult da non perdere.
Posso aggiungere che quando nel 1975 gestivo il mio “cineclub”, nella rassegna “Nuovo Cinema Americano” inserii questo e il successivo Sugarland Express subito dopo Vanishing Point (1971, di Richard C. Sarafian), proponendo così un formidabile terzetto di road movies.

203  Sugarland Express  (Steven Spielberg, USA, 1974) * con Goldie Hawn, Ben Johnson, William Atherton, Michael Sacks * IMDb  6,8  RT 91%  * premio per la sceneggiatura e Nomination Palma d’Oro a Cannes
Subito dopo Duel, Spielberg diresse quest’altro road movie, altrettanto particolare ma invece dello psicopatico camionista assassino che segue minacciosamente un’auto, qui quelli più fuori di testa sono gli inseguiti anche se fra l’incredibile numero di poliziotti e simili che li “scortano” quelli sani di mente sono ben pochi.
Ci si può vedere tanto in merito all’uso (indiscriminato) delle armi e nel persistere della mentalità da far west, con giustizieri e posse. Eccellenti alcuni personaggi, anche se hanno piccole parti (deliziosa la coppia di anziani rapinati); anche sceneggiatura e dialoghi sono appropriati e significativi.
Sottovalutato dal pubblico ma apprezzato dalla critica, secondo me è un buon film, certamente meritevole di una visione.

      

205  Close Encounters of the 3rd kind  (Steven Spielberg, USA, 1977) * con Richard Dreyfuss, François Truffaut, Teri Garr * IMDb  7,7  RT 97%  *  Oscar miglior fotografia, 7 Nomination (miglior regia, scenografia, montaggio, Melinda Dillon non protagonista, sonoro, commento musicale, effetti speciali) e Premio Speciale per montaggio effetti sonori
Certamente all’epoca fu innovativo nel campo della fantascienza, che fino ad allora sembrava aver prediletto i viaggi spaziali verso mondi sconosciuti trascurando i temi di possibili arrivi di alieni sulla terra. Anche l’approccio non conflittivo (nonostante lo stretto controllo militare) che pone il film in un ambito “buonista” pose le basi per tanti altri film prodotti con simile ottica, a cominciare da E. T. (1982) dello stesso regista. Qualcuno sostiene che la sceneggiatura è un’elaborazione di Firelight, scritto, diretto e prodotto da Spielberg con soli 500 dollari, proiettato solo in un cinema locale e poi andato in gran parte perso.
Notevoli ed innovativi effetti speciali ed una bella fotografia (anche se le scene e i soggetti sono spesso troppo illuminati) sostengono il film ... la storia è poco avvincente in quanto troppo prevedibile.
Va visto per i suoi aspetti positivi e per essere una pietra miliare nel genere sci-fi, ma non è un certo un capolavoro.

204  Jaws (Steven Spielberg, USA, 1975) * con Roy Scheider, Robert Shaw, Richard Dreyfuss * IMDb  8,0 RT 97%  *  3 Oscar (montaggio, sonoro e musica) e Nomination come miglior film* 237° nel ranking IMBd
Non per fare il bastian contrario, ma di questi primi 3 film di Spielberg che ho rivisto con piacere, Lo squalo è quello che mi è piaciuto di meno. Nell’essenza ha molto in comune con i precedenti, fra seguimenti/inseguimenti e incombente rischio di vita. Certamente c’è più interazione fra i protagonisti, oltre al vorace pesce i 3 personaggi principali molto diversi fra loro interagiscono in modo interessante.
Tuttavia, devo sottolineare che ha un difetto comune con tanti film in ambiente naturale e soprattutto in quelli girati in mare: l’assoluta evidente mancanza di continuità. Fra campo e controcampo si passa da superficie del mare liscia come l’olio a mare agitato, da cielo azzurro a quasi foschia, rotta dell’imbarcazione che cambia palesemente a giudicare da vento, moto ondoso e sole, distanze e manovre assolutamente poco credibili considerata la presenza di almeno un uomo di mare. A tutto ciò in Jaws si aggiunge il numero di barili gialli che si moltiplicano, la barca semiaffondata che improvvisamente ha il pozzetto asciutto, motori dall’incredibile funzionamento e altro. Nonostante tutto ciò il film regge perfettamente per la tensione continua, l’attesa dell’apparizione dello squalo, le riprese subacquee eccetera, che funzionano a meraviglia, specialmente per i tantissimi che hanno poco a nessuna dimestichezza con il mare aperto.
Più thriller che film d’azione, merita comunque una visione. Nel cast è Robert Shaw quello che emerge.

201  La main du diable  (Maurice Tourneur, Fra, 1943) tit. it. “La mano del diavolo” * con Pierre Fresnay, Josseline Gaël, Noël Roquevert * IMDb  7,5 
Horror/fantasy d’epoca diretto da Maurice Tourneur, padre di quel Jacques Tourneur, apprezzato regista di noir americani (p.e. Out of the PastNightfall, ...) 
Il protagonista è Pierre Fresnay, noto per avere ricoperto ruoli da protagonista in film fondamentali della storia del cinema, non solo francese, come La grande illusione (di Jean Renoir, 1937, con Jean Gabin Eric von Stroheim quali coprotagonisti) e Il corvo (1943, di Henri Georges Clouzot).
Storia interessante e avvincente ben girata e messa in scena, con tanti buoni attori anche se per lo più sconosciuti. Sceneggiatura di Jean-Paul Le Chanois che, nel 1958, dirigerà uno dei migliori adattamenti di Les Miserables, con Jean Gabin nei panni di Jean Valjean.
PS - a proposito di Out of the Past (che è un ottimo noir del 1947, con Robert Mitchum e Kirk Douglas) e delle pessime “libere interpretazioni” che amo citare, tale film fu distribuito in Italia con due titoli diversi, fra i quali non saprei scegliere il più insulso: Le catene della colpa e, in alternativa, La banda degli implacabili (!).

Le oltre 1.400 precedenti micro-recensioni dei film visti a partire dal 2016 sono sul mio sito www.giovis.com; le nuove continueranno ad essere pubblicate su questo blog. 

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