sabato 30 luglio 2016

Che bello dedicarsi all’“ortaggio”!

Mi spiego, uso questo termine similmente a giardinaggio in quanto mi sembra una cosa logica e trovo che sia il modo più conciso per riferirsi alle operazioni che si eseguono in un orto, in particolar modo di tipo amatoriale. Se occuparsi del giardino (spesso solo fiori) si dice giardinaggio, mi sembra assolutamente congruente usare il neologismo (?) ortaggio per indicare l’attività tesa a produrre qualche verdura.
Ovviamente si inizia avendo la fortuna di avere un po’ di spazio a disposizione, meglio se terreno, ma anche uno piccola area per coltivare in vaso può andare più che bene. Ci tengo a precisare che non ho assolutamente il pollice verde, neanche un mignolo per la verità, ma mi diverto a seguire la crescita delle piante facendo quanto le mie limitate capacità mi consentono.
   
Prediligo i prodotti facilmente conservabili (senza troppo sforzo) in modo da non essere obbligato a fare festa per un paio di settimane e basta, ma poterli consumare durante un più ampio lasso di tempo.  Conosco tante famiglie i cui membri si lamentano del mangiare sempre le stesse verdure di stagione tipo fagiolini, fagiolini, fagiolini, ... zucchine, zucchine, zucchine ...! Chi ha un piccolo orto spesso pianta una determinata varietà contemporaneamente ed è ovvio che la produzione sia concentrata in un breve periodo e, dopo tanto sforzo, non si deve buttare niente (e sono d’accordo).
Per i succitati motivi, mi sento di consigliare a quelli come me, che non disdegnano ortaggi freschi, sanno fare poco o niente, e vogliono mangiare cambiando ingredienti quanto più possibile di evitare verdure facilmente deperibili e che giungono a maturazione tutte insieme.
Ai molti che mi chiedono “Pomodori, ne hai messi?” spiego che ci ho rinunciato in partenza perché richiedono più cura ed una certa pratica, al contrario prediligo quelle specie “facili” che , dopo piantate, hanno solo bisogno di essere irrigate e infine raccolte. L’anno scorso, primo stagione di attività, mi limitai a fagioli (si seccano e conservano facilmente), cipolle (idem), broccoli, fave, cavoli e peperoni che però si sono rivelati i più difficili da coltivare, almeno per me.
Questa  primavera ho aumentato la quantità di fagioli, ci sto riprovando con i peperoni (che hanno bisogno di un po’ di cura in quanto sono fragili e in vari casi necessitano sostegno) e mi sto cimentando con le cocozze (zucche in italiano).
Queste ultime penso siano fra le piante che letteralmente crescono a vista d’occhio. Già tempo fa mi ero impegnato a misurare la crescita delle Cycas revoluta (piana ornamentale di origine asiatica) le cui nuove foglie che nascono tutte contemporaneamente in un ciuffo centrale e si allungano mediamente di oltre 10 centimetri al giorno (le foglie centrali della pianta nella foto sono lunghe fra i 120 e i 130cm e sono diventate così in una decina di giorni).
Tornando a questa mia prima esperienza con le cocozze, mi ha impressionato vedere i tralci  allungarsi ad una velocità direi impressionante e, prima che trovassi informazioni certe su come, dove, quando e quanto tagliarli sono diventati tanti lunghissimi (oltre 5 metri) ed hanno cominciato ad addentrarsi fra fagioli e peperoni. La piccola cocozza nella foto stamane aveva una circonferenza di 45cm, dieci giorni fa (foto in basso a sx) il tralcio non era ancora arrivato su quel muro! Meraviglie della Natura!
   
Infine, nella produzione propria di ortaggi c’è un altro importante valore aggiunto (oltre alla certezza della mancanza di veleni): hanno un miglior sapore. Certamente spesso è solo un fatto psicologico, però anche chi non ha l’orto ma frequenta la campagna può comprendere che la sensazione è simile a quella del mangiare la frutta presa dall’albero, in particolare se si è giovani e l’albero non è il proprio. Con un geniale ed adattissimo termine preso a prestito dalla pesca, in napoletano quest’attività si chiama uno sciavico o sciavichiello, da sciàbica, rete a strascico usata per la pesca da riva in acque poco profonde. (foto in basso)

Dovrebbe essere superfluo sottolineare che ritengo questo tipo di attività molto più soddisfacenti e gratificanti della caccia ai Pokemon, ma repetita juvant!

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