Stamane
ho trovato su The Guardian un interessante “articolo in 13 immagini” dal titolo
Sovrappopolazione e sovracconsumo.
Ciascuna
foto evidenzia un diverso problema scelto fra i tanti presenti nelle varie
parti del mondo, dai paesi più industrializzati a quelli dall’economia
emergente. Troverete foto che mettono in risalto la sovrappopolazione (con conseguente
sovraccostruzione, anche se in certi casi si tratta di semplici ricoveri) in
Messico e ad Haiti, deforestazione non solo in Amazzonia ma anche in Oregon (USA) e in British Columbia (Canada),
vedrete pozzi di petrolio e serre a perdita d’occhio, allevamenti di tipo intensivo
e mandrie al pascolo che seguono il limite della deforestazione …
Al
lato delle più che significative immagini, con le localizzazioni ed i titoli
abbastanza chiari, sono state aggiunte brevi considerazioni/citazioni, alcune
delle quali molto interessanti.
Ho
tradotto una che mi è sembrata molto interessante per l’uso delle parole, che
evidenziano il differente approccio mentale a problemi che in effetti sono
molto simili.
“Non capisco perché quando distruggiamo qualcosa creata dall’uomo lo chiamiamo vandalismo, ma quando distruggiamo qualcosa creata dalla natura lo chiamiamo progresso” - Ed Begley, Jr.
Il progresso è certamente necessario e dovrebbe permettere di ottenere buoni risultati limitando per quanto possibile i danni. Questa ottimizzazione raramente viene raggiunta e spesso neanche avvicinata per motivi completamente opposti: l'eccessiva industrializzazione e sfruttamento delle risorse vs l'eccessivo protezionismo.
Troppo spesso si dimentica che ci sono sempre più miliardi di esseri umani da sfamare e che è assolutamente impossibile farlo con i metodi tradizionali e a minimo impatto. Comunque la pensiate, il problema è molto serio e difficilmente risolvibile.
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