domenica 26 gennaio 2014

Escursionismo: fattori che incidono sui tempi di percorrenza

Come anticipato in un recente post, comincio a trattare della quantificazione del dispendio energetico e dell’aumento dei tempi derivante non solo dai dislivelli assoluti, ma anche dalle pendenze, talvolta significative. Velocità, tempi, distanze, pendenze, qualità del percorso e dislivelli sono tutti elementi fondamentali per la pianificazione, e quindi la buona riuscita, di un’escursione.
Visto che non tutti usano il buon senso, ritengo sia necessario ribadire che tutti ragionamenti in merito a come e quanto le variazioni di quota, sia positive che negative, incidano sui valori già proposti per le camminate in piano sono soggettivi e sperimentali, seppur basati su migliaia di chilometri di esperienza.
Ottenere valutazioni assolutamente precise per l’escursionismo è impossibile. Alle ovvie difficoltà per valutare il dispendio energetico preciso per qualunque movimento (superabili accontentandosi di una decente approssimazione) se ne sommano varie altre.
Per esempio, i lunghi percorsi in piano sono di solito su fondo duro o comunque livellato. Si può precedere con passo regolare e costante e i piedi si sollevano pochissimo da terra, ma sui sentieri, anche quelli poco accidentati, si sollevano molto di più e si deve spesso cambiare l’ampiezza del passo. Ulteriori energie saranno necessarie per rimettersi in equilibrio, per affrontare scale non regolari e per compensare la probabile peggior trazione.
Tralasciando fattori per noi poco influenti quali l'altitudine (per incidere  significativamente dovremmo andare al di sopra dei 2.000m) o temperature “estreme” (che per fortuna dobbiamo affrontare raramente), dovremmo comunque considerarne altri estremamente personali a cominciare dall'equilibrio. Ho visto escursionisti fortissimi di gambe che in salita volano e poi si attardano molto in discesa per lentezza nella scelta di dove mettere i piedi, scarsa sicurezza negli appoggi, poca continuità nell'avanzamento, timore di cadere, ecc..
Non da ultimo si deve tener presente che camminare su percorsi asfaltati, cementati o selciati è ben diverso dal procedere in un sottobosco pieno di radici e ramaglie, o su terreno pietroso, sabbioso, fangoso e via discorrendo.
Nel prossimo post (Conversione dei dislivelli in distanza virtuale equivalente) analizzerò i criteri della tabella dei tempi di percorrenza proposta dall'Ente Sentieri Svizzeri cercando di giungere ad una formula semplificata della previsione tempi che consideri sia i dislivelli che le pendenze e, possibilmente, il tipo di terreno. Questo metodo è quello che sto regolarmente adottando e perfezionando da quando 5 anni fa ho cominciato a proporre lunghe camminate come la MaraTrail, Animal Trail (50km), Vagrant Trail (60km) (vedi www.maratrail.com).
Per ognuna di esse ho previsto una specifica tabella di marcia che, come molti di voi sanno, si è rivelata più che realistica tant'è che abbiamo sempre rispettato gli orari dei passaggi tranne, talvolta, concludere in leggero anticipo a causa della “frenesia dei miei compagni di escursione, ansiosi di mettersi a tavola …

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