mercoledì 21 dicembre 2022

Film cult latino ... con interpreti d'eccezione!

En este pueblo no hay ladrones 

(Alberto Isaac, Mex, 1964)

In questo film c’è tanta cultura latina, cinematografica e letteraria, considerato che fu realizzato da un nutrito gruppo di amici di varie nazionalità, che costituivano parte della nuova intellighenzia messicana negli anni ’60.

Nel 1964 il Sindacato del Cinema organizzò un concorso di cinema sperimentale e Alberto Isaac e il critico cinematografico Emilio García Riera decisero di adattare un racconto del loro amico Gabo (Gabriel García Márquez, all'epoca ancora sconosciuto al grande pubblico) e la scelta cadde su En este pueblo no hay ladrones. Questo era stato pubblicato nella collezione Los funerales de la Mamá Grande (1962) e i tre insieme (Gabo, Riera e Isaac) lo adattarono in sceneggiatura cinematografica. Per la realizzazione riuscirono a coinvolgere (a titolo gratuito) una quantità di amici artisti, scrittori e cineasti. Ve ne cito alcuni, fra i più conosciuti, sicuramente nel mondo latino, ma alcuni anche di livello internazionale:

  • Luis Buñuel – non penso abbia bisogno di presentazione … spagnolo profugo in Messico lì diresse alcuni fra i suoi film più significativi (Los olvidados, 1950, e El angel exterminador, 1962, tanto per citarne un paio); anticlericale dichiarato, partecipò a condizione di avere il ruolo del prete e così fu. Appare solo nella scena in chiesa, nella quale è protagonista di un lungo sermone dal pulpito. (foto seguente)
  • Gabriel García Márquez – detto Gabo, suppongo conosciate anche lui; scrittore colombiano, Premio Nobel per la letteratura nel 1982.  Interpreta il bigliettaio del cinema, seduto all’esterno.
  • Arturo Ripstein - uno dei più stimati registi messicani, già assistente di Buñuel, esordì alla regia nel 1965 con un adattamento Tiempo de morir (romanzo di Gabo). Tanti premi ai Festival internazionali fra i quali molti in Europa, dove è tanto stimato da essere spesso invitato come membro della giuria e in qualche caso come presidente. Premio speciale della Giuria a Venezia 2002.
  • Alfonso Arau - regista di Como agua para chocolate (1992), ma è stato anche attore in oltre 40 film. Interpreta l’agente di commercio nella rissa finale.
  • Emilio García Riera - critico cinematografico, co-sceneggiatore del film; interpreta l’esperto di biliardo
  • Carlos Monsivais - attore, giornalista e scrittore, grande collezionista. Nel Museo del Estanquillo vengono esposte a rotazione e per temi centinaia di dipinti, fotografie, giochi, marionette, modelli, album, calendari, manifesti, libri e memorabilia provenienti dalla sua collezione personale.
  • Leonora Carrington - pittrice surrealista inglese, naturalizzata messicana
Fra gli avventori del biliardo e giocatori di domino ci sono:

  • Juan Rulfo (scrittore, sceneggiatore e fotografo), insieme con Borges e lo stesso Gabo, fu caposaldo della corrente del Realismo magico; è l'autore del famoso romanzo Pedro Páramo (1955) , adattato a film nel 1967, Nomination Palma d’Oro a Cannes
  • Abel Quezada (famoso caricaturista, fumettista e scrittore), tanti i suoi disegni esposti al Museo de la Caricatura di Ciudad de México. Creatore di molti personaggi caricaturali (in basso) interpreti di critica sociale. Proprio per queste prese in giro fu minacciato e censurato dal governo e si trasferì a lavorare a New York, dove collaborò con varie riviste.
  • Ernesto García Cabral (caricaturista e pittore)

Il film fu girato in appena 3 settimane con un budget molto ridotto, ma ottenne subito un buon successo. L’ambiente è di quelli preferiti da Gabo, un pueblo più o meno desolato con strade polverose e assolate con i rapporti personali non sempre facili. A ciò si aggiunge un evento al limite del surreale, il furto dell’unico set di palle da biliardo (3, da carambola), situato nell’unico locale del paese con tavolo da biliardo. Per rimpiazzarle ci vorrebbero varie settimane e tanti soldi ... gli abitanti del pueblo sono in crisi, si cerca un capro espiatorio e le voci corrono incontrollate! 
Per la cronaca, il Concorso indetto dal Sindacato del Cinema fu vinto da Rubén Gámez con il mediometraggio surreale e molto sperimentale La fórmula secreta (42’) pressoché introvabile (ma si può guardare su richiesta alla Cineteca Nacional Mexico), a partire da un’idea del già citato Juan Rulfo.

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