venerdì 7 gennaio 2022

Microrec. 6-10 del 2022: eccellenti doc sperimentali in stile Vertov

Gruppo con 5 documentari concettualmente simili, diretti da due cineasti americani con lo stile di sperimentale creato da Dziga Vertov nel 1929 per il suo famoso L'uomo con la macchina da presa (lo troverete facilmente con il titolo internazionale Man With the movie camera) consistente nel montaggio di centinaia di immagini, talvolta proposte a ritmo frenetico, senza alcun cartello. Per quanto ne sappia, Godfrey Reggio è stato il primo a riproporre l’idea, migliorandola in quanto alla qualità della fotografia e del montaggio, nonché del commento musicale (di Philip Glass), grazie alla tecnologia moderna. Con tale possibilità sono comparsi quindi tante scene in time-lapse ed altri effetti speciali.

I suoi tre documentari formano la Trilogia Qatsu ed è facile notare che i titoli hanno in comune tale parola dell’idioma hopi (lingua di nativi nordamericani) che significa vita; in senso lato include la terra e tutti gli esseri viventi e fenomeni naturali. Nello specifico i tre titoli sono quindi parole composte e significano:

  • Koyaanisqatsi: Life Out of Balance (1982)
  • Powaqqatsi: Life in Transformation (1988)
  • Naqoyqatsi: Life as War (2002)

Per il primo lungometraggio della sua trilogia Reggio si affidò a Ron Fricke per la fotografia e lo coinvolse anche nella stesura della scaletta, che non si può definire sceneggiatura vera e propria in quanto non ci sono commenti, né didascalie. 

 
Il succitato fotografo Ron Fricke nel 1985 produsse un suo proprio mediometraggio (Chronos) nello stesso stile e nel 1992 lo perfezionò e migliorò in Baraka (1992) e successivamente Samsara (2011) e da questi ultimi due comincio nel proporre alcuni trailer, visto che, mai meglio che in questo caso, le immagini possono più delle parole.

 

Assimilo i commenti di questi documentari poiché hanno molto in comune per quanto riguarda stile di realizzazione e contenuti; solo l’ultimo di Reggio volge più (troppo) al tecnologico e all’elaborazione delle immagini e tale cambiamento non è stato apprezzato. In effetti si possono distinguere varie tipologie di immagini che spaziano dalla natura incontaminata, ai limiti del mondo antropizzato, con deserti, ghiacciai e vulcani, a quelle degli esseri umani che includono tante etnie, dagli aborigeni dell’Oceania agli abitanti di villaggi africani e ai cittadini del mondo industrializzato. Non si trascura la tecnologia che viene proposta in tante sue applicazioni (produzione di cibo, trasporti, armamenti, …) spesso contrapposta alle tradizionali attività manuali; molto spazio viene dedicato anche a riti religiosi, pagani e feste. 

La combinazione e l’alternanza di questi elementi sono realizzate in modo significativo e sono arricchite da un commento sonoro che varia da brani da meditazione a ritmi tecnologici rapidi e cadenzati, ma non mancano sonorità tribali. Nel complesso questa fusione comunica allo spettatore sia la pace e la tranquillità degli ambienti naturali che la frenesia dei ritmi della vita moderna dei paesi industrializzati.

Suggerisco di guardare almeno i tre ai quali si riferiscono i trailer; si trovano tutti facilmente in streaming legale e gratuito, per di più in HD.

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