
Cosa sarà mai un
potluck?
Semplice, è il termine comune con il quale negli States si indica un party gastronomico
nel quale ognuno porta qualcosa da mangiare. Il termine nasce con altro
significato dalla combinazione di pot (pentola) + luck (fortuna) ma ormai è
divenuto di uso comune con il significato suddetto. Qui a Honolulu, visto che i
vari piatti da spizzicare sono detti pūpū, in alternativa il potluck
viene anche chiamato pūpū party. Come sottolineai
nel primo post di questa serie hawaiiana, la popolazione dell’arcipelago è a
maggioranza asiatica e, per fortuna, il cibo rispettava la distribuzione
etnica. Ecco ciò che era sul tavolo:
- poke di ahi (tunnide locale di taglia medio grande, fino a 2 metri)
- vermicelli di riso stile coreano
- riso con carne e verdure
- sushi assortiti
- una specie di involtini primavera
- chili vegetariano
- ali di pollo fritte
- insalata verde mista
- dolce di guava
- ottimi biscotti caserecci secchi, non di quelli burrosi con mandorle provvisti in quantità industriale dalla zia di Iris e quindi conosciuti all'Orto come auntie's cookies, e tenuti in grande barattolo a disposizione di chiunque ne voglia.
Il pūpū del
quale probabilmente nessuno di chi legge ha mai sentito nominare è il poke,
piatto hawaiano più che tradizionale. Come anticipato, è a base di pesce ...
crudo. Si può fare anche con polpo, salmone o altri pesci, ma quello con l’ahi
(tonno pinna gialla) è senz'altro il più tradizionale e il più comune ... ed
ottimo. L'ingrediente base è unico, tagliato a cubetti, tutto il resto sono
condimento, erbe e spezie: 'alaea (detto sale delle Hawaii, sale
marino grosso al quale è stata aggiunta argilla vulcanica che conferisce un
colore rossastro), cipolla, chili water,
scalogno, alghe, sesamo, noci macadamia, soya, olio, peperoncino o pepe, aceto.
Una volta
condito e dopo aver ben mischiato, refrigerare per un minimo di due ore, ma c’è
anche chi prepara il poke un giorno per quello
successivo.

A quelli ai
quali piace sperimentare e sanno come combinare gli ingredienti, consiglio certamente
di provare ad adattare il poke, egualmente non suggerisco di
perdere tempo a cercare il taro per preparare il poi.
Nota puramente
statistica: anche i presenti rispettavano la ripartizione delle "razze"
alle Hawaii, fra la quindicina di presenti, gli haole (i "bianchi") erano
solo 4, contando anche me, 3 gli hawaiiani, il resto asiatici.
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