Per introdurre
questa avvincente materia, voglio iniziare con un paio di aforismi di Albert
Einstein:
- La differenza fra genialità e stupidità è che la genialità ha i suoi limiti.
- Solo due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, e non sono sicuro della prima.
Prendetela, se volete, come esercizio mentale,
stimolo a valutare le proprie azioni e incoraggiamento per tentare di evitare
“danni” causati dall'altrui stupidità (per quanto possibile, essendo
impossibile).
E come “riscaldamento” cominciate a meditare su questi altri
aforismi:
- I due elementi più comuni nell'universo sono l’idrogeno e la stupidità. Ma non in quest'ordine. (Harlan Ellison)
- Non si può discutere con la stupidità. (Jermaine Jackson)
- Non possiamo mai comprendere la stupidità finché non la sperimentiamo su di noi. (Paul Gauguin)
- L’oziosità è la stupidità del corpo, e la stupidità l’oziosità della mente. (Johann G. Seume)
- La stupidità accompagna sempre il male. O il male la stupidità. (Louise Bogan)
- La stupidità è infinitamente più affascinante dell’intelligenza. Questa ha i suoi limiti mentre la stupidità non ne ha. (Claude Chabrol)
- Agli stupidi non capita mai di pensare che il merito e la buona sorte sono strettamente correlati. (Johann Wolfgang von Goethe)
- La stupidità ha fatto progressi enormi. ... Grazie ai mezzi di comunicazione, non è più nemmeno la stessa, si nutre di altri miti, si vende moltissimo, ha ridicolizzato il buon senso, spande il terrore intorno a sé. (Ennio Flaiano)
- Gli stupidi sono sempre più ingegnosi delle precauzioni che si prendono per impedire loro di nuocere (Legge di Murphy)
Nei prossimi post mi
diletterò a discettare soprattutto in merito alle Leggi fondamentali della
stupidità umana di Carlo Cipolla (1922-2000, spesso citato come Carlo M. Cipolla), storico specializzato in storia economica che ha insegnato in Italia e negli Stati Uniti.
Cipolla si divertì
ad "approfondire" il tema della stupidità elaborando la sua famosa
teoria enunciata nel libello The Basic Laws of Human Stupidity, stampato nel
1976 come regalo di Natale per gli amici e poi pubblicato in italiano nel 1988
come Allegro ma non troppo e tradotto in almeno 13 lingue.
Vi anticipo la sua
terza legge (aurea) nella quale definisce lo stupido:
Una persona è stupida se causa un danno a un'altra persona o ad un gruppo di persone senza realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo un danno.
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