giovedì 26 agosto 2021

Micro-recensioni 221-225: film particolari e curiosità per cinefili

Pochi sanno che il primo film (non-film) di Orson Welles fu un muto incompiuto del 1938, dato per perso e poi ritrovato una decina di anni fa. Pochi conoscono l’unico film ben quotato della sua compagna Oja Kodar, al quale partecipò anche lui in veste di attore. Pochi hanno visto Hedy Lamarr (prima di diventare star hollywoodiana) nel film-scandalo con il primo nudo non pornografico della storia del cinema. Completano la cinquina uno degli ultimi melodrammi muti dell’espressionismo tedesco e il penultimo film di Murnau (regista di Nosferatu, 1922), l’ultimo girato in USA.

 

City Girl (F.W. Murnau, 1930, USA)

Ultimo film di Murnau in USA, infatti il successivo Tabu (1931) seppur montato a Hollywood fu girato in Polinesia, fra Bora Bora e Tahiti; il regista morì in conseguenza di un incidente d'auto in California pochi giorni prima dell’uscita del film e il cinema americano perse uno dei tanti validi artisti arrivati dall’Europa. Benché IMDb indichi una durata di 1h18’ esiste in rete copia restaurata di 1h28’ in HD. Uno degli ultimi melodrammi silent, quando il sonoro aveva già preso il sopravvento, ma Murnau aveva una tale esperienza di cinema muto avendo diretto capolavori come Nosferatu (1922), L'ultima risata (1924) e Faust (1926), da non far sentire la mancanza di dialoghi, pur utilizzando pochissimi cartelli. Questo film, che inizia come commedia e poi volge al dramma, scorre senza intoppi e con una descrizione precisa e comprensibilissima di personaggi e avvenimenti.

Exstase Ecstasy (Gustav Machatý, 1933, Cze/Aut)

Bandito, tagliato e censurato per un nudo quasi innocente perfino allora, certamente meno pruriginoso di qualunque commedia all’italiana di 50 anni fa, simile a quell’altro più famoso di Brigitte Bardot che in Le mèpris (Il disprezzo, 1963, Jean-Luc Godard) nuota nuda nella caletta di Villa Malaparte, Capri. In sostanza si tratta di un onesto melodramma sonoro ma praticamente senza dialoghi. Non è certo che effettivamente sia il primo nudo del cinema, ma quasi tutti concordano che sia il primo film non pornografico a mostrare un rapporto sessuale e orgasmo, seppur inquadrando solo i volti. L’attrice protagonista è Hedy Lamarr, che scappò prima a Parigi e poi a Londra dove Louis B. Mayer (proprietario della Metro-Goldwyn-Mayer aka MGM) l’ingaggiò e la portò oltreoceano come "la donna più bella del mondo”. Essendo nota per la sua bellezza e per le sue interpretazioni, molti dimenticano (o non sanno) che Hedy Lamarr fu una scienziata di livello mondiale che nel 1942 brevettò un “sistema di comunicazione segreta", praticamente l'essenza del wifi!

  
Asphalt (Joe May, 1929, Ger)

Classico melodramma dell’epoca che, nella Berlino degli anni ’20, mette di fronte un giovane poliziotto ed una ladra / truffatrice di alto bordo. Ben diretto e interpretato, lascia intravedere le sue origini di espressionismo, stile giunto ormai al termine dei suoi giorni. Anche Joe May (viennese di nascita) fu uno dei tanti registi scappati in USA dove continuò a dirigere buoni film d’azione senza però mai giungere a grandi successi come dei vari Lang, Preminger, Wilder, Zinnermann, Siodmak, Lubitsch.

The Secret of Nikola Tesla (Krsto Papic, 1980, Yug)

Succinto biopic jugoslavo dello scienziato / visionario Tesla che, per affermarsi, dovette avere a che fare con la diffidenza e spesso l’ostruzionismo di grandi imprenditori e colleghi gelosi, a cominciare da Edison. Interessante, ma appare quasi come una esaltazione del genio serbo nei confronti del sistema americano, il perseguimento di invenzioni/scoperte utili per l’umanità (in questo caso l’utilizzo della corrente alternata) contro il puro ritorno economico. Nel film, oltre a Tesla ed Edison, compaiono personaggi come J.P. Morgan (interpretato da Orson Welles), Marconi, Westighouse e, seppur appartenenti al settore artistico, Mark Twain ed Enrico Caruso.

Too Much Johnson (Orson Welles, 1938, USA)

L’ho definito “film (non-film)” in quanto il mediometraggio muto presentato a Pordenone solo nel 2013 dopo il restauro delle pizze ritenute perse per molti decenni, era stato pensato come sfondo per l’omonima commedia teatrale di William Gillette e non come film a sé stante. Il progetto prevedeva 20’ di immagini per il primo atto e 10’ ciascuno per gli altri due, ma il materiale fortunosamente recuperato (definito copia di lavoro) è di quasi mezz’ora più lungo, comprendendo molte riprese ripetute in modo quasi identico e scene riprese da diverse angolazioni. Non avendo dialoghi né cartelli, è strutturato in stile comiche, con scene esagerate e talvolta accelerate. Qualcuno ha voluto vedere in questo lavoro alcune idee che Welles elaborerà successivamente nei suoi film, ma l’unico certo punto in comune è la presenza del suo fido Joseph Cotten che fu protagonista dei suoi primi 4 film. Guardabile per pura curiosità cinefila. 

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