lunedì 16 agosto 2021

Micro-recensioni 206-210: crime/mistery/fantasy spagnoli notevoli

Un buon mix, con un paio di crime ispirati a fatti reali (ma uno drammatico e l'altro adattato a commedia), un paio di fantasy di gran qualità e un film crime/sci-fi da metabolizzare con attenzione per cercare di venirne a capo ...

 

El extraño viaje
(Fernando Fernan Gomez, 1964, Spa)

Si sarebbe dovuto chiamare El crimen de Mazarrón essendo vagamente ispirato ad un fatto di cronaca nera, a tutt’oggi irrisolto. Su una spiaggia vicina alla cittadina in questione, nel gennaio 1956, un pescatore trovò due cadaveri e tre coppe di champagne (o forse cava), due delle quali erano state avvelenate. Non avendoci messo mano Rafael Azcona (strano) l’idea per questo film venne al suo grande amico Luis Berlanga, regista e sceneggiatore di tanti film che si trovano sempre citati fra i migliori spagnoli in assoluto e del periodo franchista in particolare. E anche in questo caso nella ben articolata storia inserì tanti personaggi e particolari “contrari alla morale del regime” tanto che appena uscito fu ufficialmente censurato e rimase nei magazzini dei produttori per 6 anni prima di tornare con gran successo nelle sale e diventare il cult che è adesso. Per evitare spoiler, dico solo che la caratterizzazione dei personaggi del piccolo paesino spagnolo è perfetta per una comedia negra (e critica di costume) spaziando dai giovani che seguono le nuove mode (con gran disapprovazione delle più anziane e interesse degli anziani) ai ricchi e avidi del paese che fanno vita riservata spiando ed essendo spiati, dai pettegolezzi da bar a quelli bigotti da chiesa, ma probabilmente ciò che portò alla censura fu l’uomo che indossa abiti femminili, apparendo anche con solo indumenti intimi. La storia è piena di sorprese e passa da un quasi mistery iniziale ad un chiaro thriller finale. Da non perdere, ma dovrete guardare la versione originale; infatti, il film non è mai arrivato in Italia ma d’altro canto potrete apprezzare al meglio le interpretazioni degli ottimi caratteristi protagonisti del film.

El orfanato (J.A. Bayona, 2007, Spa/Mex)

Nonostante la garanzia di Guilermo del Toro che ha prodotto questo esordio alla regia e nonostante il successo ottenuto, a tutt’oggi Bayona ha diretto solo 4 film; dopo questo iniziale e di pari livello Lo imposible (2012, ambientato nei giorni dello tsunami in Thailandia) e A Monster Calls (2016, fantasy concettualmente simile a Il labirinto del fauno), per concludere con il deludente Jurassic World: Fallen Kingdom (2018). I primi tre furono pluripremiati e hanno rating medi di 7,5 (IMDb) e 85% (RT). Tornando a El orfanato c’è da dire che qualcuno lo classifica come horror ma in realtà è tutt’altro, posizionandosi fra un mystery e un thriller, senza vere scene horror. Ben interpretato e con un’ottima ambientazione in un enorme ex-orfanatrofio immerso in un parco, richiama nel complesso The others (2001, Amenábar), ma ci sono anche vere e proprie citazioni di The shining (1980, Kubrick). A chi piace questo genere di storie ambientate in grandi edifici isolati con una propria storia ma al momento abitati solo da poche persone con qualcuno che confonde realtà, ricordi e visioni, suggerisco di guardare i tre film in relativamente rapida successione e paragonare gli stili di Bayona, Amenábar e del maestro Kubrick nel rappresentare corridoi e stanze vuote (o quasi) con il sottofondo di sinistri scricchiolii o nell’assoluto silenzio, nell’interrompere l’apparente calma con improvvise apparizioni, far vedere per pochissimi fotogrammi dettagli importanti nel contesto della storia, creare una vera suspense senza aver bisogno di urla, cadaveri, sangue e mostri pur parlando di morte. Da non perdere.

  

Los cronocrímenes
(Nacho Vigalondo, 2007, Spa)

Dovuta, prevista e gratificante visione di questo film che già mi aveva piacevolmente sorpreso, dopo esserci arrivato leggendo molti commenti positivi e trovandolo spesso nelle liste migliori film. Difficile porlo in una categoria specifica, certamente mistery, thriller e sci-fi, alcuni hanno aggiunto horror (ma non sono assolutamente d’accordo), altri dramma psicologico. In estrema sintesi, si tratta di un brevissimo e casuale viaggio nel tempo di un tranquillo professionista che (ahilui) si trova ad essere inseguito da uno strano individuo con la testa completamente fasciata nel bosco vicino casa sua. Si troverà ad affrontare situazioni assolutamente imprevedibili prima e perfettamente conosciute poi, avendo a che fare con personaggi praticamente irreali e dovrà fare i conti anche con sé stesso. Sceneggiatura a dir poco geniale scritta dallo stesso Vigalondo (qui anche attore, interpreta il giovane scienziato/ricercatore) già candidato Oscar 2005 per il suo corto 7:35 de la mañana. Mi ero ripromesso di guardarlo di nuovo per raccapezzarmi (meglio della prima volta) fra tutti i salti temporali in avanti, all’indietro e ... laterali. Penso che siano in pochi quelli che alla fine del film possano essere certi dell’identità del sopravvissuto e che quindi sia necessario guardare il film - con attenzione - almeno un paio di volte prima di trovare il bandolo della matassa ed interpretare il finale. Nonostante non sia un appassionato di questo genere, consiglio senz’altro la visione di Los cronocrímenes.

El laberinto del fauno (Guillermo Del Toro, 2006, Spa/Mex)

Si tratta del film con il quale Guillermo Del Toro si affermò definitivamente a livello internazionale, ottenendo 3 Oscar (fotografia, scenografia e makeup) e 3 Nomination (miglior film straniero, sceneggiatura e commento musicale); attualmente si trova al 146° posto nella classifica IMDb dei migliori film di tutti i tempi. Ne fu anche unico sceneggiatore e produttore per poi passare subito dopo a produrre El orfanato del quale ho già scritto in questo post e che, in verità, preferisco a questo per la semplice ragione che è più compatto e focalizzato su una trama più lineare. Al contrario, El laberinto del fauno viaggia un doppio binario mescolando il dramma della guerra civile con il sadico capitano Vidal (Sergi López), che persegue gli ultimi partigiani repubblicani, alla parte fantasy che vede protagonista sua figliastra Ofelia (Ivana Baquero) con i suoi incontri con il Fauno. Seppur ben bilanciato e altrettanto ben realizzato, in fin dei conti i due argomenti di interesse non riescono a fondersi e quindi la narrazione non risulta fluida. Comunque da non perdere per gli amanti dei fantasy, me per l’argomento guerra civile spagnola e ascesa al potere di Franco è stato prodotto di meglio in quanto a contenuti.

El 7° dia (Carlos Saura, 2004, Spa)

Come El extraño viaje, questo misconosciuto film di Saura, uno dei suoi pochi di questo secolo a soggetto non musicale, è tratto da un fatto di cronaca nera dell’agosto 1990 che fece molto scalpore e tuttora viene ricordato come “il massacro di Puerto Hurraco”. Interessante descrizione della vita di un piccolo centro rurale dell’Estramadura, fra le tradizioni mantenute dagli anziani e la modernità dei giovani del postfranchismo. Fra salti temporali e qualche flashback copre una trentina di anni di storia della faida fra due famiglie, segnata da vari assassinii fino alla strage finale. Bella la fotografia e la ricostruzione degli ambienti (molti probabilmente quasi originali), avvincente e pertinente la colonna sonora (Saura non poteva deluderci) con i protagonisti che spesso canticchiano coplas famose ascoltando la radio; buone le interpretazioni. Consigliato.

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