mercoledì 27 dicembre 2017

Un ottimo Natale, seppur poco convenzionale

Niente pranzo natalizio (o meglio, niente pranzo!) ma solo un piccolo snack a metà della mia splendida camminata di 24km lungo i sentieri del Parque Nacional del Teide
La sera prima avevo molto ben mangiato, e in abbondanza, in piacevole e molto varia compagnia familiare a Casa Tata (la tasca a un metro dalla mia “residenza”). Il menù prevedeva una gran varietà di piatti fra i quali, oltre a quelli classici di mare a gamberoni, gulas, polpo, cozze, (ma mancavano le navajas) c’erano anche un assortimento di formaggi accompagnati da pomodori secchi sott'olio, uova sode con ensaladillail classico brazo gitano di spinaci, patate,  insalata e poi è anche arrivata dell’ottima e tenera carne (al sangue) e salsa di funghi. C’erano anche vari dolci dei quali, come mio solito, ho fatto a meno senza alcun rimpianto.
Visto che le previsioni meteo per il 25 erano pressoché perfette per i miei programmi sono andato a dormire relativamente presto e di buon mattino, dopo un’adeguata colazione, mi sono avviato a prendere la guagua che mi avrebbe portato ai piedi di Montaña Blanca. In cielo non c’era l’ombra di nuvole l’aria era fresca e solo a tratti c’era un po’ di vento ma, avendo previdentemente scelto un percorso interamente al sole, ho potuto camminare quasi tutto il tempo a maniche corte, e ovviamente con i miei soliti short da trekking. L’ascesa fino ai 2.748 m della vetta è stata la parte più “trafficata” in quanto, trattandosi di una pista sterrata poco ripida, è praticamente alla portata di tutti anche se comunque fra andata e ritorno si percorrono 11km.
   
Giunto in cima, i panorami erano affascinanti in qualunque direzione guardassi, come si può notare dalle foto (chiaramente le due a sud e a est quasi in controluce ma ad occhio nudo erano tutt'altra cosa ...). In alto, e con buona luce, ci sono il Teide (ovest) e la Fortaleza e El Cabezon alle spalle del Llano de las Brujas (la piana delle streghe) con il mare sullo sfondo (nord); in basso buona parte de las Siete Cañadas e le pareti orientali della caldera con la sagoma dell'isola di Gran Canaria alle spalle (est) e Los Roques de García con il Llano de Ucanca e le pareti meridionali della caldera (sud).
   
Ai lati della sterrata che con una decina di tornanti porta in cima Montaña Blanca si possono ammirare una quantità di enormi e originali pietre nere di forma quasi sferica, conosciute come Piedras Negras o anche Huevos del Teide, che si formano similmente alla palle di neve. Bombe vulcaniche o pezzi di lava incandescenti cadono su un pendio di materiale minuto (lapilli, ceneri, pomici) e rotolano verso valle "assorbendoli" e assumendo il loro aspetto rotondeggiante, con il diametro che cresce fin quando la loro temperatura abbastanza elevata. 
   
Approfittando delle ottime condizioni meteo ed essendo in anticipo sulla mia tabella di marcia, invece di dirigermi subito verso El Portillo ho fatto una deviazione di un paio di km per salire in cima a Montaña Rajada , a mio parere affascinante e con ottime viste, ma fuori delle destinazioni abituali in quanto non ha nessun percorso ufficiale e segnato, pur avendo una comoda pista di accesso. Un misto di nere rocce "affilate" che sporgono da un mare di lapilli o, meglio, una montagna di lava dalle forme estremamente irregolari parzialmente coperta da una coltre di lapilli.  

Dalla cima altri panorami pressoché unici, come quello delle Minas de San José (sotto a sx) e le pareti orientali della caldera del Teide, e lungo l'ascesa singolari viste dei pendii di lapilli, quasi rosacei.
   
Dirigendomi poi verso El Portillo i panorami sono cambiati per l'ennesima volta con la presenza di numerosi arbusti a differenza dei terreni quasi del tutto  desertici attraversati fino a quel momento. Alla mia sinistra ho ammirato ancora una volta la Montaña de los Tomillos (foto a destra) dove prima o poi andrò.
   
Arrivato con largo anticipo alla fermata della guagua, ho voluto aggiungere un giro attorno all'Alto de Guamaso, sapendo che dal versante nord, da quasi 2.100 metri di quota, avrei potuto approfittare dell'ottima visibilità per scattare una foto della valle di Orotava e della costa settentrionale dell'isola, da Puerto de la Cruz a Santa Ursula e oltre, a valle della distesa di pino canario del Parque Natural de Corona Forestal.

Oltre a queste poche foto proposte, limitandomi, ne ho scattate un altro paio di centinaia. La sera, dopo i 24 chilometri percorsi fra i 2.000 e i 2.748 metri nel Parco del Teide ed altri 3 in città, ho recuperato con un abbondante cena casalinga il "pranzo natalizio" volontariamente evitato. 

Un ottimo Natale "solitario", tranquillo ed estremamente soddisfacente! 
Spero di replicare il 1° gennaio, le previsioni al momento sono buone.

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