venerdì 22 dicembre 2017

Indipendentismo Catalogna, storia (ormai quasi telenovela) con poche prospettive di sblocco

Come era stato previsto da tanti, con il voto di ieri la situazione catalana non si è sbloccata, al contrario, è forse ancor più ingarbugliata di prima. A chi non avesse seguito le vicende o avesse perso qualche fatto importante, riassumo in modo quanto più stringato possibile una serie di eventi fondamentali.
Puigdemont (President del Parlament catalano) fra fine settembre e i primi giorni di ottobre indice un referendum non costituzionale, ovviamente lo vince con “percentuali bulgare", subito dopo minaccia di dichiarare l'indipendenza della Catalogna e quindi lo fa unilateralmente scatenando la reazione del governo Rajoy che denunzia i “capi ribelli” in blocco e dichiara incostituzionale l'atto.
In rapida successione i giudici accusano ufficialmente i politici catalanidi sovversione ecc e ne stabiliscono l'arresto, alcuni fuggono in Belgio al seguito dello stesso president Puigdemont, altri vanno in carcere in Spagna. Dei primi in esilio volontario alcuni tornano ma 5 sono ancora a Bruxelles, di quelli subito in carcere ai quali si erano poi aggiunti quelli rientrati dal Belgio, restano in carcere solo 3, gli altri sono usciti su cauzione e solo dopo essersi impegnati a rispettare la costituzione.
Dopo aver ritirato la richiesta di arresto internazionale temendo che per cavilli giuridici potessero decadere alcune delle accuse (molto gravi in Spagna) che prevedono fino a 30 anni di carcere, i giudici spagnoli hanno confermato l’ordine di arresto in patria che impedisce a Puigdemont e i suoi quatto affiliati di mettere piede su suolo catalano (a tutti gli effetti ancora spagnolo) e quindi, anche se avesse avuto una vittoria schiacciante, non avrebbe mai potuto entrare nel Parlament né tantomeno presiederlo.

Veniamo a ieri. Come previsto,le due parti restano spalla a spalla con numerose situazioni, in contrasto le une con le altre, che complicano ulteriormente le cose.
  • Gli unionisti (o costituzionalisti) hanno ottenuto la maggioranza dei voti (52,1%), ma gli indipendentisti hanno la maggioranza dei seggi in parlamento 70 a 65.
  • A questo proposito, però, si deve sottolineare che 4 di quei seggi (2 dei quali sono indispensabili agli indipendentisti per raggiungere la maggioranza) sono degli "estremisti" del CUP che, si prevede, non perderanno l'occasione per "ricattare" i due veri partiti indipendentisti, rispettivamente con 34 (JuntsCat) e 32 (ERC-Catsi) seggi.
  • Ma anche il CUP ha i suoi problemi in quanto, avendo perso seggi ed essendo scesi sotto il minimo di 6, andrà nel gruppo misto insieme con i "nemici" del PP (3 seggi) e per di più dovrà condividere con loro sovvenzioni e tempi a disposizione nei dibattiti.
  • E non finisce qui ... il partito più votato è stato Ciudadanos (unionista) che è anche quello che quasi a sorpresa ha ottenuto più seggi (37), ma già stamattina, di fronte all'evidente impossibilità di trovare alleati per avere la maggioranza nel Parlament, ha rinunciato al suo diritto di provarci.
  • Delle quattro province le due ricche e con maggior numero di votanti (Barcellona e Tarragona) sono a maggioranza unionista, anche se la seconda per pochissimo.


Conseguenze immediate: 
  • La borsa spagnola ne ha ovviamente subito risentito, registrando un netto calo.
  • Non è ancora chiaro se Puigdemont (che continua a cantare vittoria anche se ai voti gli indipendentisti hanno inequivocabilmente perso) e co. potranno mettere piede nel Parlament
  • Se risultassero eletti anche pochi di quelli in prigione e/o all'estero e se non rinunciano a favore di altri del loro partito, non avendo la possibilità di essere presenti e quindi di votare, farebbero perdere la maggioranza agli indipendentisti ... una volta si diceva "vittoria di Pirro"
  • Rajoy, il cui partito (PP) ha preso una batosta memorabile, scarta la possibilità di convocare elezioni generali ma si è detto disposto a trattare con il nuovo Govern, ma non ad incontrare Puigdemont che stamane gli aveva proposto una riunione "senza condizioni".
Mi fermo qui in quanto le novità, proposte, prese di posizione continuano a susseguirsi a ritmo serrato. La questione, attualmente senza una facile e praticabile via d'uscita, ha ovvie ricadute sulla Spagna, ma anche su tutta l'Unione Europea, seppur in modo minore. Non dimentichiamo che oltre alla complicata situazione Brexit, ci sono altre regioni nelle quali si spinge per l'indipendentismo in modo più o meno forte (Corsica, Scozia, Paesi Baschi) oltre agli eterni problemi fra fiamminghi e valloni in Belgio.
Sarà interessante seguire queste vicende

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