Post non certo contro i cani, ma contro i
falsi animalisti e soprattutto contro un certo tipo di stampa asservita al
business legato ai pets (animali da compagnia). I cani sono semplicemente tirati
in ballo come esempio - spesso a sproposito - e la loro immagine viene sfruttata essendo gli animali domestici
più comuni, con una popolazione di varie decine di milioni in Italia. Per questo quasi smodato amore nei loro
confronti, sono tante la pubblicità che fanno apparire i cani nei loro spot
anche se non hanno alcun nesso con il prodotto reclamizzato. Ci sono cani in
auto (mai tenuti come prescrive il codice e alcuni addirittura affacciati al
finestrino), quelli che reclamizzano assicurazioni (non relative a loro) e poi
quelli che perdono peli ed in questo sono accomunati ai gatti per proporre
panni antipolvere e chi guarda spesso la televisione potrà notare decine di
altri esempi. Qualcuno si è mai chiesto quanto costano al kg i "deliziosi manicaretti" preparati apposta per i nostri amici? Probabilmente no in quanto si è soggetti ad un lavaggio del cervello continuo "giustificato" da un enorme business.
Ogni giorno nelle homepage di giornali online
ci sono storie di cani, spesso lacrimevoli ma tante volte anche opportune per
sottolineare la crudeltà nei loro confronti. I cani sono anche stati sfruttati
per “combattere” i botti, adducendo il motivo che li terrorizzano e, secondo i promotori di queste iniziative, molti muoiono di infarto.
Quindi il fastidio che provocano alla popolazione, a quelli che a mezzanotte
hanno diritto di dormire dovendo andare a lavorare presto il mattino seguente,
agli infermi ecc. non conta, lo si fa per i cani, ma se ciò serve a limitare il
frastuono oltre il limite di legge ... che ben venga.
Ma questo è solo un abbondante cappello per
un’altra considerazione in merito ai rapporti uomini/animali ed, ovviamente, i
cani sono tirati in ballo anche stavolta, anche se marginalmente.
Pochi giorni fa per caso ho letto La
Stampa e un titolo ha attirato la mia attenzione: “Nel giardino della materna ci sono i serpenti” che ho letto e quindi sono passato al successivo articolo titolato “Sono serpenti innocui, lasciamoli fra i bambini”.
Per chi non li volesse leggere riassumo i
fatti: sono stati visti e fotografati alcuni serpenti nel giardino di una
scuola di Mirafiori (Torino), molti genitori hanno organizzato una “crociata”
contro i rettili ma si sono trovati di fronte ad una dirigente che (giustamente)
non la pensava come loro. La parte più divertente (tragica) è stata la lettura
dei commenti nei quali si scontravano quelli che
vedevano pericoli imminenti di soffocamenti e avvelenamenti di bambini da parte
dei serpenti, oltretutto portatori di malattie (quanta ignoranza ancora esiste
nel 2016!) e quelli che tentavano di spiegare come non ci fosse pericolo e, al contrario, la loro presenza poteva divenire un ottimo approccio alla conoscenza della natura, senza preconcetti irrazionali.
Molti di questi crociati non si scaldano
tanto per il continuo aumento dei ratti (in campagna accade anche perché si è
preferito uccidere i serpenti ...) che possono mordere e certamente possono
trasmettere malattie serie così come i piccioni - numerosissimi in tante città - che oltretutto con i loro escrementi
causano tanti altri danni.
Ed i giornali continuano a mantenere questa netta
distinzione fra il bene e il male santificando tutti i cani (anche se solo
pochi giorni fa un bambino di un anno e mezzo è stato ucciso da un cane, e non
è certo la prima vittima dell’anno) e continuando a vedere il Diavolo e il Male nei poveri serpenti che, in Italia, non hanno mai ucciso
nessuno, non avendone neanche la possibilità (anche il morso di vipera non è
letale come molti pensano e senza una concausa non conduce a morte certa).
Si potrebbe allargare il discorso e risalire
al perché di tutto ciò, andando fino al serpente tentatore nell’Eden e a quello
al quale la Madonna ha schiacciato il capo, ma qualunque siano i motivi ci si
dovrebbe rendere conto che bisce, biacchi e natrici sono serpenti innocui, oltre
che utili per l’equilibrio dell’ambiente, e sono protetti dalla legge alla pari
dei cani.
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