venerdì 23 gennaio 2015

Las Pinturas de Castas

Riguardando con maggiore attenzione lo schema delle caste ho notato una significativa differenza che fa supporre che gli spagnoli non considerassero negros e indios allo stesso livello, ma “preferissero” questi ultimi. Infatti i nipoti di un mestizo potevano tornare ad essere españoles purificandosi in due sole generazioni. Osservate le due sequenze iniziali e comparate la discendenza di una india
1. Español con india: mestizo
2. Mestizo con española: castizo
3. Castizo con española: español
con quella di una negra
4. Español con negra: mulato
5. Mulato con española: morisca
6. Morisco con española: chino
Pur aggiungendo “sangue castigliano”, da una negra non poteva discendere un español … almeno in due sole generazioni. Non sono riuscito a scoprire quante ne sarebbero state necessarie, ammesso che fosse possibile.
Oltre alle caste già citate nel post precedente il cui nome era in effetti una brevissima frase con tanto di verbo, penso sia significativo quest’altro caso elencato al numero 7Chino con india: salta atrás (salta indietro). Oltre a sembrare una disposizione del Gioco dell’oca o di Monopoli è molto simile al 16 (torna atras = torna indietro) ed in entrambe i casi è evidente che da quell’incrocio derivava una perdita di rango.
Una ultima osservazione prima di abbandonare questo intricatissimo argomento. In particolare lungo le coste atlantiche sono state molto comuni le coppie composte da un coniuge di etnia africana (detto in modo generico negro) e l'altro appartenente ad una delle tante etnie native delle Americhe (indigena india). I loro figli, indipendentemente dall'essere il padre o la madre di origine africana) erano gli zambo, appellativo molto poco gentile e certamente non "politicamente corretto", come si direbbe oggi, in quanto zambo è il nome di un tipo di scimmia, l'aluatta dal mantello (Alouatta palliata, foto a sinistra). 
In altre aree erano però indicati anche con altri nomi come garifuna nel Caribe e lobo in Messico anche se lì lo stesso termine era attribuito anche ai figli di un Salta atrás con mulataA dimostrazione del doppio significato di lobo vi propongo, in contrapposizione con quella inserita nell'altro disegno, una ulteriore e specifica “pintura de castas”. Questa mi sembra particolarmente notevole, oltre che per lo stile pulito e naif (ricorda un certo tipo di ex-voto), anche per la dovizia di particolari come i ceppi con le catene, il mulino, il trasporto del legname, il corral, il bambino trasportato dalla madre nel modo tradizionale (tutt'oggi molto utilizzato) che le consentiva di avere le mani libere per poter lavorare.   




Al principio del XVIII secolo lo stile pittorico della Pintura de castas riscosse un certo successo e si dice che perfino Carlo III (re di Spagna dal 1759 al 1788, già Re di Napoli 1734-1759) si interessò molto a questa tendenza. Le composizioni rappresentanti in genere una famiglia composte da genitori di razza (o casta) diversa con uno o più figli secondo la classificazione razziale venivano spesso integrate con un breve testo che specificava le origini dei genitori e la casta del figlio. Ma un ulteriore grande interesse (per i posteri) è rappresentato dal fatto che molte pinturas descrivevano dettagliatamente la vita familiare e le attività più comuni e si possono quindi osservare vari tipi di abbigliamento, utensili, cibi, mobilia, abitazioni. In effetti i disegni, singoli o raccolti in pannelli, avevano proprio questo obiettivo: far conoscere in Europa gli abitanti della Nueva España del ‘700 e i loro costumi.
Come già accennato, i nomi delle caste, la discendenza e la sequenza non sono sempre uguali e delle tante liste nessuna è definitiva. Solo le prime 5 (nel classico schema di 16) coincidono.
Concludo con qualche link che spero troverete interessante
 

  

   

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