mercoledì 7 settembre 2022

Microrecensioni 261-265: fra i migliori neo noir (anni 1996-2001)

Seconda delle tre cinquine di neo noir, anche in questo caso quasi tutti i film vantano ottimi rating e tanti premi, candidature Oscar e un paio si trovano nella classifica dei migliori film di tutti i tempi.

 
Memento (Christopher Nolan, USA, 2000)

Senz’altro il migliore del gruppo, ottimo in assoluto, assolutamente originale come storia e, soprattutto, come montaggio. Certo ci si deve scervellare un poco per ricostruire gli avvenimenti, mettere idealmente le scene nel gusto ordine e capire chi è chi. Quello che sembra un caos di scene e flashback, con alternanza di bianco e nero e colore per niente casuale, segue un preciso schema difficile da decifrare ad una prima visione. Il protagonista (un ottimo Guy Pearce) dice di ricordare di essere un perito assicurativo e che sua moglie ha subito violenza ed è stata uccisa. Dall’omicidio non riesce a memorizzare più niente se non per pochissimo tempo e quindi vive fra appunti, foto con annotazioni, nomi e numeri e addirittura alcune informazioni se le tatua. Nella sua ricerca dell’assassino della moglie viene aiutato (o ostacolato?) da vari personaggi alcuni dei quali sembra però sfruttino la sua voglia di vendetta per scopi personali, non sempre leciti. 

Come anticipato, il montaggio (candidato Oscar così come la sceneggiatura) ha un suo metodo, ben spiegato in questo video dal regista Christopher Nolan, che è anche coautore della sceneggiatura insieme con suo fratello Jonathan il quale ha contribuito pure ad altri 4 suoi film di successo quali The Prestige (2006), The Dark Knight (2008), The Dark Knight Rises (2012) e Interstellar (2014). Attualmente il film è al 54° posto nella classifica IMDb dei migliori film di tutti i tempi.

The Big Lebowski (Joel Coen, USA, 1998)

Ufficialmente è diretto dal solo Joel, mentre il fratello Ethan appare quale produttore. Cast variegato con tanti buoni attori e caratteristi fra i quali spiccano, oltre ai protagonisti Jeff Bridges e John Goodman, Philip Seymour Hoffman, Julianne Moore e un paio di regular dei cast dei Coen quali John Turturro, Steve Buscemi. Da un semplice scambio di persona causa omonimia si scatenano una serie di eventi prossimi al surreale sia per le bizzarre coincidenze, sia per i personaggi assolutamente fuori dal comune. Così vengono a contatto naziskin, aspiranti artisti, piccoli criminali, presunti milionari, nullafacenti professionisti, produttori di film porno e giocatori di bowling, uno spumeggiante melting pot nel quale ovviamente sguazzano i fratelli Coen, autori della sceneggiatura. Attualmente al 203° posto nella classifica IMDb dei migliori film di tutti i tempi.

  
Bound (Lana & Lilly Wachowski, USA, 1996)

Nati Larry e Andy e anteriormente conosciuti con Wachowski Brothers, sono poi rispettivamente diventati Lana & Lilly e quindi le attuali Wachowski Sisters. Questo è il loro film di esordio, con il quale si fecero subito notare, e appena 3 anni più tardi il loro secondo lungometraggio (The Matrix, 1999) li consacrò definitivamente. Questo è uno di quelli che non avevo mai visto e mi ha piacevolmente sorpreso, sia per la elegante messa in scena, sia per la dinamica sceneggiatura (firmata dagli stessi registi) che tocca vari generi quali crime, black comedy e thriller, con un po’ di splatter e un po’ di erotismo. Notevole il trio di semisconosciuti protagonisti Jennifer Tilly, Gina Gershon, Joe Pantoliano, oltre ai quali c’è da segnalare la presenza di Richard C. Sarafian, regista del cult Vanishing Point (1971, tit. it. Punto zero) con il famoso protagonista Kowalski e la mitica Dodge Challenger R/T del 1970 che guidava. Bound – Torbido inganno (questo il titolo italiano) merita senz’altro una visione

A Simple Plan (Sam Raimi, USA, 1998)

Due anni dopo aver vinto il suo Oscar per la sceneggiatura con Sling Blade (1996) e la Nomination come protagonista, Billy Bob Thornton con questo noir / black comedy ottenne la sua seconda Nomination (non protagonista); candidatura Oscar anche per la sceneggiatura adattata da un romanzo di Scott B. Smith. Protagonisti sono tre amici dai caratteri molto particolari che, per fortuna (o sfortuna?) vengono in possesso di una grossa somma di dubbia provenienza e ciò, ovviamente, scatenerà una serie di litigi e sospetti. L’insulsaggine di alcuni personaggi è forse esagerata, ma in questo genere di film è senz’altro consentita e quindi non disturba.  

The Man Who Wasn't There (Ethan e Joel Coen, USA, 2001)

Buon film realizzato con la solita cura dai fratelli Coen, uno dei meno conosciuti, senz’altro non fra i loro migliori. Filmato in un bel bianco e nero in stile d’epoca, fra noir degli anni ’40-’50 e un po’ di espressionismo tedesco degli anni ’20, con fasci di luce che rompono l’oscurità proiettando lunghissime ombre. Il cast, oltre a Billy Bob Thornton e Frances McDormand (all’epoca ancora non affermata) non includeva grandi nomi, ma se alcuni come Michael Badalucco e Tony Shalhoub forniscono eccellenti interpretazioni, gli altri sono un po’ spenti. La più famosa (oggi) è Scarlett Johansson, ma allora (17enne) era ancora agli inizi della carriera e solo due anni dopo sarebbe giunta la fama con Lost in Translation e Girl with a Pearl Earring. Ho trovato pesante e quindi eccessiva la narrazione con voce fuori campo che, pur essendo una modalità molto utilizzata anche nei noir classici, qui occupa troppo tempo. La sceneggiatura (ovviamente anch’essa curata dai fratelli Coen) è più che buona e, pur sviluppandosi lentamente, riserva molti originali colpi di scena. Consigliato, ma a chi non conosce i Coen, consiglio di cominciare da qualche altro film, questo non fornisce a pieno l’idea del loro talento. Nomination Oscar per la fotografia.

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