giovedì 22 novembre 2018

Al Festival di Huelva ho riscosso applausi a scena aperta ...

... come paladino dei cinefili e spettatori perbene!
Già ben conosciuto per la mia quasi onnipresenza sia in sala che alle conferenze stampa dalle azafatas (hostess), dagli addetti agli ingressi, da vari giornalisti e aficionados, nonché dall'addetto stampa, quest'ultimo ha avuto la brillante (seppur gentile) idea di menzionarmi per ben due volte nel corso della breve introduzione alla proiezione di Miriam miente (sezione ufficiale del Festival).
Più volte avevo chiacchierato con Rafa (giornalista della rete Onda Cero) il quale mi aveva anche accompagnato in un posto 3B (bueno, bonito y barato = buono, carino ed economico), mi aveva presentato giornalisti specializzati colombiani e peruani, lo staff della delegazione dominicana e altri suoi colleghi, e per questo ieri sera, nella hall del Gran Teatro, mi sono permesso di sollecitare un suo intervento per porre un freno alle frequenti accensioni di smartphone durante le proiezioni, invitandolo a fare un pubblico appello (rimbrotto preventivo) prima dell'inizio del film.

Il buon Rafa si è scusato per non averlo fatto in precedenti occasioni e mi ha detto che già qualcuno si era lamentato la sera precedente, ma non sapeva che probabilmente ciò derivava dal mio battibecco letteralmente plateale (trovandoci in platea) a fine proiezione con un imbecille scostumato che sedeva nella mia fila, per sua fortuna con due signore e sua moglie fra me e lui. Dopo averlo invitato gentilmente più volte a desistere dal suo comportamento, a fine proiezione gliene ho dette di tutti i colori e mentre le due signore redarguivano aspramente la moglie (anche lei colpevole di più accensioni) l’imbecille bofonchiava qualcosa come i bambini che mugugnano pur sapendo di aver torto, inventando le scuse più assurde. L’ho aspettato all’uscita per capire cosa avesse da ridire, ma el cobarde è sgattaiolato via senza farsi vedere.
Rafa ha iniziato la presentazione del film con un panegirico delle opportunità fornite dai Festival di incontrare cinefili di altri paesi e mi ha menzionato (come il señor Giovanni de Italia) quale uno di loro venuto a Huelva apposta per il Festival e presente a quasi tutte le proiezioni ... e fin qui tutto tranquillo. Poi, finita la breve intervista alla giovane coppia di registi di Miriam miente accompagnati dalla figlia Lia di 5 mesi, ha aggiunto che lo stesso señor Giovanni gli aveva fatto presente l'indecenza del diffuso uso di cellulari che illuminano quasi a giorno almeno un paio di file e, facendo sua la mia protesta, senza tanti giri di parole ha invitato il pubblico a comportarsi più correttamente ... e a questo punto è partito uno scrosciante applauso spontaneo, più forte e lungo di quello di prassi rivolto poco prima ai registi.
Ovviamente non era indirizzato a me come persona, ma dimostrava l'ampio sostegno alla mia lamentela nei confronti di quel 5-10% di incivili, purtroppo presenti in quasi qualunque sala (ma in un festival è ridicolo che ciò possa accadere senza che nessuno dica niente).
Spesso avere la faccia tosta di sottolineare comportamenti scorretti e/o molesti porta a buoni risultati. Alcun la reputano maleducazione, ma io la vedo come male minore. Ciò spiega gli applausi di tutti quelli che evidentemente soffrivano in silenzio per non avere la sfrontatezza di redarguire gli scostumati e si sono sentiti sollevati dal fatto che qualcuno (in questo caso io) abbia messo le cose in chiaro.

Dalla mia poltrona, poco più dietro del centro sala, durante tutta la proiezione non ho visto una sola luce di smartphone!

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