venerdì 11 maggio 2018

Spesso accade che la memoria inganni ... (scoppio faro Campanella)

Considerazioni generali e aggiornamenti in merito alla ricerca di “prove” della data dello scoppio del quale ho parlato nel precedente post.
Comincio con l’aggiornamento (ovviamente da verificare): 
"mio padre mi raccontò che il faro era scoppiato, colpito da un fulmine" 
Potrebbe trattarsi di due eventi distinti (fulmine e scoppio) abbinati in un unico ricordo ma, se così non fosse, il racconto fatto al figlio da tale persona (deceduta nel 1968) escluderebbe in modo categorico che la vera data dello scoppio possa essere il 6 agosto 1969 (fornita dal Comando Marifari Napoli).

II faro non c'è più! dal 1972, la luce su traliccio ha sostituito il fanale temporaneo sulla torre
Foto di ciò che resta del vecchio faro e scansioni del documento del 1848 
(migliori di quella proposta precedentemente) sono in questo post di Ludovico Mosca
Premesso che è mia abitudine cercare “fonti certe”, o quantomeno attendibili, prima di pubblicare notizie, penso che tutti siano d’accordo che, in caso di voci contrastanti, solo una possa essere vera ... forse. Nel campo della logica, infatti, due affermazioni contrastanti non possono essere entrambe “vere”, almeno una deve essere “falsa”, ma potrebbero anche esserlo entrambe. Chiunque abbia seriamente fatto qualche ricerca, per quanto futile possa essere stata, si sarà imbattuto più di una volta in dati incongruenti. Trattandosi di fonti scritte, più facilmente si riesce a venire a capo della situazione ma se la ricerca è basata su testimonianze orali il percorso diventa molto più difficile e lungo.
Questo dello scoppio del faro di Punta Campanella è esempio lampante di quanto detto ma, considerata l’assoluta mancanza di utilità pratica e di scadenze, le innumerevoli chiacchierate con persone che ricordano l’evento mi hanno molto interessato per alcun versi e divertito per altri, in particolare quando gli interlocutori erano vari. Similmente a quanto quasi regolarmente accadeva nel corso del mie ricerche toponomastiche nelle marine della penisola, i “giovanotti” intervistati non rispondevano solo al quesito specifico (in modo positivo o negativo che fosse) ma aggiungevano una miriade di dettagli e storie assolutamente inutili allo scopo e spesso contraddittorie, tuttavia antropologicamente estremamente interessanti.
Trovo sempre affascinante ascoltare persone che raccontano (spesso con passione) fatti di decine di anni fa, abitudini, modi di vita, pratiche lavorative ed eventi non registrati. Molte volte, infatti, l’assoluta veridicità del racconto non è fondamentale ... non siamo in tribunale! Se ciò rende più difficile appurare l’essenza dei fatti, allo stesso tempo rende più interessante la ricerca, spinge ad approfondire nuovi dettagli e spesso dalle innumerevoli notizie apprese il ricercatore può essere sollecitato a cominciare ad indagare in una nuova direzione o in un campo inesplorato, diverso da quello di originario. Questa stessa ricerca è nata in tal modo ed è un ennesimo esempio di serendipity (cercare una specifica informazione e imbattersi in un’altra di maggiore interesse), in quanto nata parlando della strada che conduce alla Campanella e non certo del faro. 
Che si tratti di indagini riguardanti percorsi, toponimi, pratiche, giochi o date, il ricercatore si imbatte inevitabilmente in tante persone molto disponibili a raccontare gli eventi, che (secondo loro) ricordano con esattezza, ma le date indicate sono sempre diverse e quindi si torna all’affermazione iniziale, vale a dire che solo uno può dire il vero (forse).Nelle settimane passate quasi tutti concordavano sul fatto che fosse fine estate (si propendeva per settembre, associato con il passaggio delle quaglie), ma in quanto all’anno le indicazioni erano quasi uniformemente distribuite fra il 1963 e il 1969. 
Ciò è normale quando si richiedono date precise di eventi accaduti vari anni addietro, nel caso specifico una cinquantina, se non si è in grado di associarli ad altro evento certo (personale o di cronaca). Sulla buona fede di ciascuno non ho alcun dubbio (molti sinceramente hanno confessato di avere ricordi confusi), ma c'è stato chi mi ha assicurato che era il 1966 perché aveva 15 anni, chi sosteneva che era un anno dopo sposato (ma non ricordava l’anno del matrimonio), chi giurava che fosse il '63 per poi correggere al '68, molti mi hanno suggerito di rivolgermi a Tizio o a Caio “perché si ricorda tutto!” ma ovviamente sono stati smentiti, ...
  
Non essendo giunto ad un punto fermo, e fino a prova contraria, continuo a prendere per buona la data fornita da Marifari, unica fonte scritta in mio possesso, ma continuerò a cercare un riscontro, possibilmente inconfutabile.

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