giovedì 26 aprile 2018

Tentato "scippo" di Punta Campanella (II parte)

Nella settimana successiva alla fortuita scoperta dell'imminente messa in vendita dell'area demaniale di Punta Campanella si susseguirono a ritmo frenetico sequestro e abbattimento del cancello, dissequestro dell'area e una quantità di dichiarazioni e prese di posizione da ambo i lati (Marina Militare e Comune di Massa Lubrense), tanto da giustificare la pubblicazione di articoli quasi giornalieri, non solo su tutte le testate locali, ma anche su molte di quelle nazionali e anche radio e televisione si interessarono della vicenda.
         
Man mano che i giorni passavano, nuove associazioni si unirono alla pletora di oppositori (vari dei quali, però, probabilmente si aggregarono per puro opportunismo) e anche personalità del mondo politico e artistico (Il Mattino, 16 gennaio 98, sopra a destra) non fecero mancare il loro appoggio alla giusta causa, per lo meno "a chiacchiere".
Tuttavia, fu necessario aspettare quasi fino alla fine dell'anno per raggiungere un risultato quasi definitivo, grazie anche e soprattutto al decisivo intervento dell'allora Ministro dei Beni Culturali Giovanna Melandricon la sentenza del TAR che accoglieva il ricorso del Comune di Massa Lubrense contro la messa all'asta dell'area (per lo più di interesse archeologico) di 11.000mq e relativi edifici, inclusa la Torre MinervaLa situazione viene ben esposta nell'articolo apparso su Repubblica il 27 novembre 98 (in basso a sx).
In conseguenza di questa decisione, pur dovendo attendere fino al febbraio 2003, l'Amministrazione Comunale (sindaco Antonio Mosca) poté far valere il suo diritto di prelazione e comprare l'intera area contesa. (vedi articolo sotto a dx, Il Mattino, 27 febbraio 2003).
    
Come scritto nel precedente post, l'atto di acquisto fu infine sottoscritto dal sindaco Leone Gargiulo nel dicembre 2006, quasi 9 anni dopo che suo padre (il sindaco Alfonso Gargiulo, coadiuvato dall'allora suo vice Antonio Mosca) aveva dato inizio a questa lunga battaglia legale.

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