Discettazioni erranti
di Giovanni Visetti
mercoledì 24 aprile 2024
Religioni e tanto altro ... dove andremo a finire? (riedizione)
martedì 5 marzo 2024
14.000 alberi in 14 ha, altro progetto impossibile ... almeno per come è redatto
Stimolato dall’articolo apparso sul Il Mattino, stamane scrivo del Progetto di riforestazione del Monte San Costanzo (proposto dal Comune di Massa Lubrense) del quale già avevo notato alcune illogicità nei vincoli imposti dal bando e le avevo fatte presente a vari tecnici, laureati e politici interessati che, già a prima lettura, avrebbero dovuto accorgersi dell’irrealizzabilità del programma in questione, a maggior ragione chi fra loro conoscesse l’area dell’intervento.
Non disquisisco in merito alla legittima e opportuna idea
di piantare alberi, ma semplicemente della impossibilità di soddisfare le
condizioni imposte dal bando in base alle quantità e misure stabilite ... ai
miei tempi compitino proponibile anche ai discenti delle scuole medie.
I 14.000 alberi (in realtà 10.000 alberi e 4.000 arbusti)
dovrebbero essere piantati su un’area di 14 ha (ha = ettaro = 10.000 mq), ad una
distanza fra loro di 7 – 10 metri (gli arbusti potrebbero stare anche a soli 3
metri).
Dividendo la superficie di 140.000 mq (14 x 10.000) fra i
soli 10.000 alberi, si evince che ciascuno avrebbe a disposizione 14 mq, che
corrispondono ad un quadrato di 3,74 m di lato, quindi appena poco più della
metà della distanza minima richiesta ...
Con procedimento inverso, ipotizzando di piantumare a una
distanza di 7 o 10 metri, per ciascun albero avremo bisogno di 49 mq (7 x 7) nel
primo caso e di 100 mq (10 x 10) nel secondo il che evidenzia l’impossibilità di
realizzazione del progetto. Infatti, quanti alberi si potranno piantare in
ciascun ettaro? Nel primo caso (arrotondando la superficie necessaria a 50 mq)
se ne potranno sistemare 200 e nel secondo appena 100, per un totale
rispettivamente di 2.800 e 1.400 alberi nei 14 ha complessivi.
Risulta quindi più che evidente che le condizioni sancite nel bando non possono essere numericamente soddisfatte, se non con sostanziali deroghe e/o creativi escamotage. Si deve oltretutto considerare che nei suddetti calcoli non ho inserito i 4.000 arbusti e che, in effetti, per la riforestazione si prevede di “... rimboschire, nei tratti privi da copertura arborea o ricoperti da rovi, ...” che stimo in non più di 3 o 4 ettari, ma certamente meno della metà dei 14 dell’intera pineta. (valuta le proporzioni nella mappa)
In ultimo, ma non di minor importanza, gli apparati
radicali di varie delle 10 essenze previste nel progetto avrebbero bisogno di
un tipo di terreno ben differente da quello pietroso della pineta di San
Costanzo che presenta anche tante rocce affioranti. Ne deriva che risulterebbe
abbastanza difficile piantare "in zolla (alberi) con circonferenza del
tronco a 1 m di 16-18 cm e altezza 2,5/3 m” come stabilito.
Qualcuno ha anche inopinatamente proposto di sfruttare il
declivio a valle della pineta senza rendersi conto dell’impossibilità di
piantumare alberi in quella zona, non solo per la tipologia di terreno (ancor
più pietroso e roccioso di quello dell’area alberata) ma soprattutto per la
fortissima pendenza. In questo caso, per fortuna, un giovane agronomo coinvolto
nel progetto ha apertamente condiviso le mie perplessità visto che aveva già
calcolato che tale china presenta l’80% di pendenza media ed è quindi difficile
lavorare lì in sicurezza, a meno di voler trovare operai, attrezzi e alberi da
piantumare affastellati sulla spiaggia grande di Jeranto.
Pur apprezzando le intenzioni, mi chiedo quali esperti
abbiano redatto il bando (mi dicono europeo), quali dirigenti di quale
ministero o ufficio abbiano copiato le loro corbellerie senza porsi alcun problema
e sarebbe anche interessante conoscere chi ha approvato questo specifico
progetto ... è possibile che NESSUNO dei suddetti si sia accorto di niente?
Sono tutti semplici passacarte ai quali basta accontentare
i politici o i loro superiori a buttare fumo negli occhi ai cittadini, si deve
intravedere una certa malafede perseguendo interessi puramente economici o sono
realmente incompetenti?
venerdì 1 dicembre 2023
Predicare bene e razzolare male
Questo è ciò che fanno gli amministratori sorrentini in merito all’escursionismo. Nel sito ufficiale del Comune di Sorrento, così come riportato anche da vari siti di informazione online, si legge la sottostante dichiarazione del Sindaco in occasione dell'evento "Italia e Francia, giganti del turismo globale", svoltosi a Roma al Senato della Repubblica, parlando di strategie di comunicazione e di marketing territoriale destinate alla Francia.:
"... Abbiamo deciso da tempo di puntare su cultura e natura - ha spiegato il sindaco Coppola - Musica, letteratura, arte e storia, senza dimenticare le tradizioni gastronomiche del nostro territorio, unite alla promozione di itinerari di trekking e di progetti di tutela ambientale costituiscono la cifra distintiva di tutte le iniziative promosse dalla nostra amministrazione. ...”
Ma non è stato lui a ordinare di interdire il transito lungo il sentiero CAI 300 (tratto Borra – Malacoccola – Pizzetiello dell'Alta Via dei Monti Lattari / Sentiero Italia), facendo propria la proposta dei dirigenti del III e IV dipartimento arch. Filippo De Martino e ing. Graziano Maresca?
Come si conciliano impegni e buone intenzioni con insulse chiusure e mancate riaperture di varie strade comunali (catastali) e sentieri? La mia richiesta di revisione dell’ord. 276 (protocollata oltre un mese fa) è rimasta senza riscontro, né verbale né, ovviamente, scritto.
Infine, mi corre l’obbligo (etico) di sottolineare, con gran delusione, il disinteresse di tanti, dal CAI ad associazioni locali, escursionisti indipendenti, guide e pseudo-guide che pure dovrebbero avere interesse (per molti anche economico) a mantenere inalterato un legale e libero accesso e transito per tutti i sentieri e percorsi rurali. Probabilmente tanti pensano che convenga ignorare i divieti e comportarsi come per la questione ormai storica della strada di Casanucillo e di continuare a frequentare noti percorsi come il Sentiero degli Dei, Ieranto, Campanella, via Krupp a Capri, ecc. anche in occasione delle ricorrenti temporanee chiusure.
A qualcuno potrà forse interessare leggere anche i seguenti miei due post pubblicati immediatamente dopo la famigerata Ordinanza n. 276 del 23 agosto, nei quali tratto più approfonditamente delle incongruenze e infondatezze incluse nella stessa:
domenica 8 ottobre 2023
A piedi per i Monti Sireniani – circuito del 15 ottobre 2023
Sorrento – Sant’Agata – Guardia – Torca - Casarlano – Sorrento (18,5 km con 900m dislivello ca.)
- 4,1 km Sorrento – Sant’Agata (4,1 km)
- 5,5 km Sant’Agata – Guardia (9,6 km)
- 6,6 km Guardia - Casarlano (16,2 km)
- 2,3 km Casarlano - Sorrento (18,5 km)
- + 2,8 km circuito 11 delle Mura (optional)
Attenzione! A causa della dubbia transitabilità del CAI 300 fra Torca e Colli di Fontanelle, nonché dell’incendio di fine settembre che ha bruciato tutta la vegetazione attorno al Pizzetiello, il percorso precedentemente annunciato è stato modificato. Da Torca si andrà a Casarlano via pineta delle Tore e Zatri e, per compensare i km persi, è stato allungato il collegamento fra Sant’Agata e via Pigna, passando per Canale, Calella e S. Maria della Neve.
Lo
sviluppo del circuito è minore di quello del sabato (distanze aggiornate sopra),
ma presenta maggior dislivello (900m ca.) ed è più movimentato dal punto di
vista altimetrico. In considerazione dei numerosi tratti sterrati, talvolta
impervi, assicuratevi di calzare scarpe con suole adatte.
Il raduno resta confermato in piazza Tasso (area pedonale, presso la statua del poeta) dalle 9.00, per avere il tempo di godersi un caffè ed eventualmente integrare le scorte alimentari che avrete portato da casa); partenza alle 9.30, puntuali come da tradizione delle escursioni di Camminate.
Si inizia
con la prima parte dello storico percorso del Circumpiso per poi
deviare, a circa metà di esso, su una misconosciuta traversa di collegamento
con Li Schisani e quindi attraversare il Nastro Verde per immettersi sul
piacevole tratto sterrato al limite dei boschi misti di Acquacarbone e Olivella,
tradizionale collegamento fra Priora e Sant’Agata fino a mezzo secolo fa.
Lambito
il centro della frazione (394m slm), si devia per Canale (antichi lavatoi e
sorgente) ma prima di raggiungere Pastena, si svolta verso Monticchio per la
Calella (tratto sterrato con passaggio nell’alveo di un rivolo, solitamente
asciutto) e, tornati su fondo duro, si inizia a salire verso Santa Maria della
Neve (423m) per poi portarsi sul versante salernitano della penisola e a
Pedara, tornando così sul percorso originale. Seguita via Pigna fino al
termine, si torna su sterrato percorrendo il crinale del Cafariello con i suoi
ampi panorami sul Golfo di Salerno e, ovviamente, Li Galli e l’isolotto Isca, portandosi
sull’Alta Via dei Monti Lattari (CAI 300) che si seguirà in direzione
Campanella per poche centinaia di metri per raggiungere il punto panoramico di
La Guardia (197m slm) per la sosta marenna.
Dopo la pausa, si torna indietro e si segue l’Alta Via fino a Torca (tratto centrale sterrato e ripido) e quindi con un misto di stradine e sentieri si affronta l’ultimo dislivello (anche questo con tratto centrale ripido, ma asfaltato) per giungere al limite della pineta delle Tore (493m slm) e, superato il crinale, tornare sul versante napoletano.
Un
passaggio attraverso un castagneto faciliterà il raggiungimento di via Zatri,
collegamento storico fra la zona di Sant’Agata e le frazioni alte di Sorrento a
est del vallone Casarufolo (dei mulini). Prima parte asfaltata in comoda
discesa, seconda parte con fondo misto, a tratti ripida, al cui termine ci si
immette sul circuito dei Borghi della Valle di Sorrento (itin. 22) per
seguirlo fino a piazza Tasso passando per Baranica, Casarlano, via delle Sciuscelle e
Lavaturo.
Abbiate inoltre presente che, ritornati a piazza Tasso, i più volenterosi potranno aggiungere i 2,8km del circuito delle Mura e Porte di Sorrento (itin. 11), facile, interessante, sempre su fondo duro e con minimo dislivello, interpretandolo come opportuno defaticamento.
venerdì 6 ottobre 2023
A piedi per i Monti Sireniani – circuito del 14 ottobre 2023
Sorrento - Termini – giro di Santa Croce – Termini – Monticchio – Priora – Sorrento (21km con 700m dislivello ca.)
- 7,9 Sorrento – Termini (7,9km)
- 2,1 Termini – Vetavole (sosta picnic) (10,0km)
- 2,7 Vetavole – Termini (12,7km)
- 3,1 Termini – Monticchio (15,1km)
- 5,2 Monticchio - Sorrento (21,0km)
Raduno in piazza Veniero (nell’area pedonale di Sorrento, verso la fine di corso Italia, a pochi metri dall’ospedale, 51m slm) dalle 9.30, per avere il tempo di godersi un caffè ed eventualmente integrare la scorta di cibo e bevande che avrete portato da casa, sufficienti almeno fino alla pausa marenna); partenza alle 10.00 , puntuali come da tradizione delle escursioni di Camminate.
Un lungo tratto di circa 6km, per lo più in falsopiano con solo brevi salite, giungerete a Santa Maria (200m slm), quindi la salita per Termini (320m slm) sarà affrontata dopo un buon riscaldamento. Dalla piazza della frazione inizia il Giro di Santa Croce (poco meno di 5km); dopo qualche altro centinaio di metri su strada carrabile, sarete su un lungo tratto sterrato, per il quale sono necessarie calzature appropriate. Dopo poco meno di 3km (10 da Sorrento) è prevista la sosta per consumare il vostro spuntino (non ve lo dimenticate). Nella relativamente ampia piana di Vetavole (392m), potrete scegliere il posto che più aggradiate, con vista su uno dei due Golfi, sulla baia di Jeranto ai vostri piedi o su Capri che vi sembrerà di poter toccare con mano.
Dopo questa pausa si riparte lungo l'Alta Via dei Monti Lattari (CAI 300) che comprende un tratto relativamente esposto, fra il crinale e la pineta. Per quelli che soffrono di acrofobia-vertigini questo è comunque facilmente evitabile aggirando la vetta del Monte Santa Croce lungo il pendio nord-occidentale e ricongiungersi al gruppo alla sella di San Costanzo e salire fino alla cappella in vetta (485 m). Ritornati a Termini potrete prendere un caffè e riempire le vostre borracce. Un altro tratto panoramico lungo il crinale, con viste sui due golfi, vi porterà al centro di Monticchio (ultima possibilità per un caffè e per rifornirsi di bevande) da dove si prosegue per Acquara e poi, attraverso la semisconosciuta e quindi poco frequentata selva di Lamia, per Priora e S. Maria del Toro dove inizia la discesa finale per Sorrento, percorrendo le spettacolari tese di Monte Sant’Antonio.
lunedì 4 settembre 2023
Sentiero Sirenuse - “A pensar male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina”
In attesa che al comune di Sorrento qualcuno si renda conto dell'insensatezza dell’ordinanza n. 276, torno sull'argomento riassumendo alcune incongruenze e riportando una “malignità” che sta circolando e prendendo piede, tenendo conto di quanto soleva ripetere Andreotti. La possibile “malignità” consiste nel pensare che la chiusura imposta tramite ordinanza ai proprietari dei fondi lungo tutto il tratto non comunale e non solo in pochi metri effettivamente più accidentati (certamente non più pericolosi della maggior parte dei sentieri dei Monti Lattari) serva solo per giustificare una futura chiusura da parte di qualche proprietario, in modo da facilitare possibili abusi correndo meno rischi di essere visto e denunciato.
Nella mappa qui in alto è evidenziata la divisione del sentiero così come è indicato nella relazione. Dopo l’inizio in territorio santanellese, si passa a quello sorrentino con il primo tratto (“tra prati, boschi e scarpate naturali”) fino al Pizzettiello; il secondo tratto è definito di “natura più ripida ed accidentata, ...” ma certamente non è mai (e quindi non) a rischio di caduta dalla falesia (a meno che non lo si abbandoni!). Il terzo tratto definito “pericoloso” come il secondo, pur essendo in piano e ben tracciato, abbastanza largo e solido da essere normalmente percorso da quad. Una vera e propria falsità, evidente anche dalle seguenti 3 immagini ricavate da GoogleEarth; chiunque può rendersi conto con assoluta certezza della non pericolosità di quest’ultima sezione, che non è stata “oggetto di ispezione", e non "supporre con ragionevole certezza che sia in cattivo stato manutentivo". Chi deve stendere una relazione va a verificare lo stato dei luoghi, non può supporre!
Fra i tanti commenti ricevuti (in vario modo), quelli più frequenti sono:
- se si chiude il sentiero per un evento verificatosi al di fuori di esso, si dovrebbero chiudere la ss 145 Sorrentina ogni volta che qualcuno si lancia dal ponte di Seiano, via Caselle per i suicidi dal ponte dell’Annunziata e si potrebbe continuare all’infinito. Quasi ogni giorno si legge di incidenti mortali in montagna in ogni parte d'Italia, ma nessun sentiero viene chiuso. Cosa ha di speciale il tratto dell’Alta Via dei Monti Lattari (CAI 300) in questione???;
- certamente gli interventi del CNSAS sono stati molto più numerosi su altri sentieri dei Lattari, come Ferriere, Monte di Monticchio e area San Costanzo, per non parlare del Sentiero degli Dei, anche se ciò deriva ovviamente da una frequentazione molto maggiore;
- è stato richiamato l’art. 677 c.p. che però è relativo alla sola “omissione di lavori in edifici o altre costruzioni che minacciano rovina” mentre nell’ordinanza si citano solo particelle del catasto terreni e del sentiero non accatastato. Quale sarebbe il nesso?
- sono stati sollevati dubbi in merito alla validità della comunicazione tramite la sola pubblicazione all’Albo Pretorio, nei casi in cui residenza, dimora e domicilio del destinatario non siano esattamente individuati;
- tanti sono tornati sul tema della pericolosità delle staccionate prive di regolare e seria manutenzione e molti di loro sostengono che non dovrebbero essere previste se non in casi molto particolari e quelle esistenti che non possono essere manutenute dovrebbero essere rimosse al più presto.
Non sarebbe forse il caso di riconsiderare l'ordinanza e
variarla se non addirittura annullarla per le tante illogicità e imprecisioni?
Inoltre, per tutti, sarebbe opportuno approfondire
argomenti quali percezione del rischio e autoresponsabilità in montagna, concetto
strettamente correlato alla libera autodeterminazione dell’individuo, tenendo
comunque presente che:
- la montagna è di tutti e ciascuno è libero di affrontarla come crede;
- l’escursionismo è attività potenzialmente pericolosa nella quale un certo margine di rischio è inevitabile ed ineliminabile;
- l'ambiente naturale può essere pericoloso, perfino mortale, se affrontato con superficialità e senza un'adeguata preparazione.
lunedì 28 agosto 2023
Chiusura del Sentiero delle Sirenuse, parte dell'Alta Via CAI 300?
Delle tante antipatiche chiusure di sentieri quest'ultima (ordinanza n. 276 Comune di Sorrento, del 23/8/2023), ufficialmente relativa al Sentiero delle Sirene (in effetti Sirenuse) anche se più propriamente ci si riferisce solo ad un tratto della ben più importante Alta Via dei Monti Lattari (CAI 300), inserita nel grande progetto del Sentiero Italia (SI), mi sembra essere una delle più insulse. Viene giustificata dal drammatico evento di ottobre scorso dell’escursionista che, pur facendo parte di un gruppo guidato, inopinatamente si allontanò dallo stesso e abbandonò il sentiero (cosa che, se non proprio vietata, è sconsigliata in qualunque parte del mondo) e malauguratamente precipitò dalla falesia con conseguenze fatali.
Inoltre, se il tratto oggettivamente più accidentato (vedi foto sopra), ma non per questo esposto o più pericoloso di tanti altri sentieri della rete escursionistica del CAI in Penisola Sorrentina e Costiera Amalfitana, è lungo solo un paio di centinaia di metri, perché interessare l'intero tratto non comunale?
Oltretutto, dalla relazione si evince che il sopralluogo della parte bassa - quella più o meno in quota, attorno ai 350 metri di altitudine - non è stato neanche effettuato tant'è che descrivono i primi 2 tratti e poi aggiungono che "è possibile supporre con ragionevole certezza" (?) che il tratto rimanente "sia anch'esso in cattivo stato manutentivo”. L'asserzione è assolutamente infondata in quanto il tracciato fra la cosiddetta Casa Rosa e le prime case di Monticello è largo mediamente 1,5m ed è ben livellato, tant'è che è facilmente percorso dai quad dei proprietari degli appezzamenti per le proprie necessità.
Si ordina di mettere in sicurezza il sentiero anche se l’escursionista è precipitato da un piccolo belvedere naturale al di fuori di esso ... ma che significa “mettere in sicurezza” un sentiero con le sue staccionate? Quale legge o regolamento stabilisce i parametri? E quindi, cosa si dovrebbe effettivamente fare? E poi, quali "tecnici abilitati" avrebbero titolo per rilasciare la richiesta certificazione dell’avvenuta “messa in sicurezza”? Se semplicemente si eliminassero visto che da anni non solo sono oggettivamente inservibili, ma dannose in quanto forniscono una falsa sicurezza? La responsabilità non sarebbe di chi le ha installate senza preoccuparsi della successiva manutenzione?
Al punto 3) delle conclusioni si ribadisce la necessità
di provvedere “all’esecuzione di inter(v)enti di messa in sicurezza delle
staccionate presenti”, dimenticando che le suddette furono montate dalla
Comunità Montana Penisola Sorrentina (soppressa nel 2008) che comprendeva 10
Comuni, fra i quali anche Sorrento e Sant’Agnello e che gli stessi avrebbero dovuto
provvedere alla manutenzione.
L’installazione di recinzioni che impediscano l’accesso
alle aree in esame, significherebbe recintare ognuna delle 23 particelle? Nella
zona speciale di conservazione (ZSC) IT8030006 - Costiera Amalfitana tra Nerano
e Positano? Vi sembra una idea opportuna?
Volendo interdire il passaggio su quel sentiero, non
sarebbe stato molto più semplice e “onesto” (senza coinvolgere i privati) emanare
una semplice ordinanza di chiusura, con segnaletica apposta dal Comune di
Sorrento alla fine del tratto coincidente con la comunale Calcara di Torca,
unico accesso occidentale, e chiedere al Comune di Sant’Agnello di procedere
similmente dal lato opposto?
Ci sarebbe altro da evidenziare, specialmente in merito a leggi secondo me richiamate a sproposito e a leggi pertinenti ma non prese in considerazione, a cominciare dalla Legge 26 gennaio 1963, n. 91 “Riordinamento del Club Alpino Italiano” che attribuisce al CAI la competenza della piccola manutenzione dei sentieri, che comprende la segnaletica
e la Legge Reg. 14 del 24 giugno 2020 “Norme per la valorizzazione della sentieristica e della viabilità minore”, della quale qui di seguito riporto alcuni stralci.
giovedì 29 giugno 2023
A piedi per i Monti Sireniani - circuito B, domenica 15 ottobre
Sorrento – S. Agata - Torca – Colli di Fontanelle – Casarlano - Sorrento
Itinerari Tolomeo nn. 25 – 16 – 15 - 300 – 29 – 22 – 11
Dalla centralissima piazza Tasso di Sorrento si segue la prima parte dello storico percorso del Circumpiso (itin. 25) per poi deviare, a circa metà percorso, su una misconosciuta traversa di collegamento con Li Schisani (16), percorso classico fra Sant’Agata e S. Maria del Toro, attualmente interrotto. Quindi lo si segue fin dove possibile e si sale sul Nastro Verde per attraversarlo e immettersi sul 15 che si segue fino a Sant’Agata con tanto sterrato al limite dei boschi misti di Acquacarbone e Olivella. Si supera il centro collinare e si inizia a scendere sul versante salernitano percorrendo la prima parte del Giro dell’Isca (Cafariello, foto in alto ) fino a La Guardia sull’Alta Via dei Monti Lattari (CAI 300).
Dal punto panoramico di La Guardia (foto sopra) si torna indietro e si segue la suddetta Alta Via fino a Colli di Fontanelle, passando per Torca, Monticello, Marecoccola e Pizzetiello. Si prosegue quindi lungo l’itinerario 29 per Sant’Angelo e Gradoni fino a Casarlano, dove ci si immette sul circuito dei Borghi della Valle di Sorrento (22) per seguirlo fino a Piazza Tasso passando per la via delle sciuscelle e Lavaturo. Lo sviluppo dell'anello principale è di circa 17km, ma con maggior dislivello (900m ca.) rispetto all’escursione A del sabato e con gran parte dell’itinerario lungo i pendii su sentieri sterrati fra tanta gariga e macchia mediterranea. Dalla stessa piazza Tasso, ai più volenterosi verrà offerta la possibilità di aggiungere il circuito delle Mura e Porte di Sorrento (itin. 11) per arrivare ad una ventina di chilometri complessivi.
Probabile pausa marenna (picnic) sul Pizzetiello (foto sopra)
Anche in questo secondo giorno si propongono quindi una gran varietà di ambienti, rurali, storici, urbani e naturalistici, lungo vari sentieri panoramici che portano a punti dai quali la vista può spaziare sui 2 Golfi e le loro isole.
Sviluppo circuito B: 17km (+2,8
opzionali) (con dislivello di ca. 900m)
- 4,7 km Sorrento – Sant’Agata (4,7 km)
- 2,6 km Sant’Agata – Guardia (7,3 km)
- 5,1 km Guardia – Colli di Fontanelle (12,4 km)
- 4,6 km Colli di Fontanelle - Sorrento (17,0 km)
- 2,8 km circuito 11 (facoltativo) (19,8 km)
martedì 27 giugno 2023
A piedi per i Monti Sireniani - Circuito A, 14 ottobre 2023
Sorrento – Massa - Termini – giro di Santa Croce – Termini – Monticchio – Priora – Sorrento
Itinerari Tolomeo nn. 13 – 37 – 77 –
47/57 – 14 – 16
Questo primo circuito per i Monti Sireniani si estende da Sorrento verso sud-ovest nel territorio lubrense fino a circumnavigare l’ultima altura della Penisola (Monte Santa Croce – San Costanzo), praticamente circondata dalle acque dei golfi di Napoli e di Salerno, a pochi chilometri dall’isola di Capri. Il percorso avrà uno sviluppo complessivo di circa 20km, non ancora valutato con precisione in quanto fra le Tore di Casa e Monticchio ci sono varie possibili soluzioni che saranno valutate in autunno, in base alle condizioni dei sentieri.
La passeggiata inizia a Sorrento
da piazza Veniero (area pedonale, a pochi metri dall’ospedale) con l’itinerario
13 che si seguirà fino ai Molini; tramite una breve poco
frequentata derivazione si raggiunge il casale di Mortora dove ci si immette sull’itinerario
37 e lo si segue fino a Termini (8 km ca.). Prima di
intraprendere il Giro di Santa Croce (circuito 77, che sarà percorso per
intero, con oltre 4km di sentieri sterrati naturali), breve pausa per una sosta
al bar e/o per rifornirsi di cibo e bevande per lo spuntino sul “Monte”, probabilmente a Vetavole (foto) di lì
a un’ora circa.
Tornati a Termini, il percorso del ritorno a Sorrento sarà ben distinto da quello dell’andata sviluppandosi quasi parallelamente a esso a quote maggiori, attraversando i borghi di Monticchio, Acquara e Priora. Come già evidenziato, dalle Tore di Casa (itinerari 47/ 57, coincidenti dalla prima parte) si può raggiungere la Saponera (Monticchio) via Arenaccia e Pontescuro, via Metrano o via Tuoro e Caprile per portarsi poi a Priora/Crocevia seguendo l’itinerario 14 fin poco dopo la selva di Lamia. Ci si collega quindi con il 16 in prossimità di S. Maria del Toro e seguirlo fino alla fine percorrendo le innumerevoli rampe dell’antica mulattiera di Monte S. Antonio, godendo continuamente della vista dall’alto del centro storico di Sorrento, nonché degli altri centri della piana di Sorrento e delle alture alle loro spalle.
- 7,9 km Sorrento – Termini (7,9km)
- 2,1 Termini – Vetavole (10,0km)
- 2,7 Vetavole – Termini (12,7km)
- 3,1 Termini – Saponera (15,1km +o- 300m)
- 5,2 Saponera - Sorrento (21,0km)
sabato 24 giugno 2023
A piedi per i Monti Sireniani
2 circuiti da Sorrento lungo gli itinerari del Tolomeo
In concomitanza con la Giornata Nazionale del Camminare 2023 del 14 e 15 ottobre, Camminate e SorrentoWalks propongono una 2 giorni a piedi sui Monti Sireniani, lungo sezioni di una dozzina di diversi itinerari della più recente versione del Progetto Tolomeo di Giovanni Visetti, opportunamente uniti da collegamenti di simile qualità.
Si tratta di due circuiti di una ventina di km ciascuno, entrambi con inizio da Sorrento, tuttavia ben distinti avendo un unico minimo punto di contatto nella parte urbana. Quello di sabato sl sviluppa verso sud-ovest nel territorio lubrense fino a circumnavigare l’ultima altura della Penisola (Monte Santa Croce – San Costanzo). Domenica si andrà invece a sud-est, portandosi sul versante salernitano, percorrere 5 km dell’Alta Via dei Monti Lattari – Sentiero Italia e tornare a Sorrento dopo aver toccato le alture santenellesi. Circa 50% degli itinerari si sviluppano su selciati tradizionali e carrabili secondarie fra uliveti, limoneti e giardini, quasi 30% di sentieri sterrati fra boschi misti e macchia mediterranea ed il resto su rotabili e area urbana.
Oltre ai complessivi 6,5 km dell’Alta Via dei Monti Lattari, i circuiti comprendono l'intero Giro di Santa Croce con Monte San Costanzo e la parte più panoramica del Sentiero delle Sirenuse. Anche dalle sezioni rurali si potrà godere di ulteriori viste su Capri, Ischia e Procida, la costa napoletana e il Vesuvio; dal versante meridionale, oltre a Li Galli e la Costiera Amalfitana, in caso di buona visibilità lo sguardo potrà spaziare fino al Cilento e Punta Licosa (estremità del Golfo di Salerno, a 60 km).
A breve saranno rese note le descrizioni degli itinerari che, per ora, includono ancora varie opzioni da decidere più in là.
sabato 10 giugno 2023
Musei e sorprese - il Louvre di Parigi
Sono un instancabile ed entusiasta visitatore dei musei di qualunque tipo, basta che siano ben strutturati e organizzati. Anche quelli più piccoli, seppur monotematici o strettamente legati al territorio possono riservare interessanti e piacevoli sorprese. Certo si deve avere un minimo di curiosità, voglia di apprendere e predisposizione ad addentrarsi in campi fino a quel momento inesplorati o totalmente sconosciuti. Tutte attitudini che gioverebbero a chiunque. Ho visitato musei aerospaziali, archeologici, etnologici, navali, antropologici, militari, di scienze naturali, di tecnologia, del mare, di arte moderna e arte antica; sono entrato in sottomarini, mulini ad acqua e a vento, miniere, grotte naturali, catacombe, e non c’è stata volta che non abbia arricchito il mio bagaglio culturale, la mia esperienza e soprattutto la mia capacità di giudizio, nel senso di valutazione ed, in linea di massima, apprezzamento.
Se è normale rimanere incantati nel vedere per la prima volta un bel quadro o un’area archeologica o semplicemente il mare o la neve, vedere cose simili con maggior frequenza non ne diminuisce il valore facendole sembrare tutte uguali, al contrario contribuisce in modo sostanziale a valutazioni più attente e a convincersi sempre di più che la perfezione non esiste. Anche le cose più belle, pur apparendo affascinanti, saranno paragonate ad altre che per certi aspetti le eguagliano o in qualche particolare le superano. Ciò può essere senz’altro condizionato dalla nostra memoria in quanto gli infaticabili visitatori di musei, parafrasando un aforisma relativo ai viaggiatori, “hanno visto più di quanto ricordino, e ricordano più di quanto hanno visto”. E’ comunque indiscutibile che la quantità migliora la loro capacità di giudizio.
Lo spunto per questa breve discettazione me l’ha fornito il ritrovamento (finalmente) della cartella con le foto scattate al Louvre nel 2012, ed in particolare quelle di questa statua originalissima, se non altro per essere fra le poche sopravvissuta quasi intatta per circa 4300 anni (che non dimostra assolutamente). La statua di Ebih-Il, nu-banda (alabastro, lapislazzuli, conchiglie e bitume - foto in alto) è infatti datata 2330-2250 a.C. e proviene da Tempio di Ishtar di Mari (città sumera). Pensate che sono dovuti passare quasi 4000 anni prima che varie “culture occidentali” raggiungessero livelli espressivi vagamente simili. Fra le tante opere affascinanti e straordinarie viste al Louvre, questa è quella che più mi colpì e sorprese (la dovreste vedere dal vero). Qui trovate una serie di foto delle opere più originali o particolari che sono riuscito a fotografare nonostante la luce scarsa, i riflessi e i tanti altri visitatori.
Per inciso, passai l’intera giornata al Louvre senza riuscire a visitare gli ultimi due piani (ci feci solo un velocissimo giro dopo che gli altoparlanti cominciarono ad invitare ad uscire). Non ho assolutamente rimpianto di non essere andato a vedere Monna Lisa e aver dato solo un fugace sguardo alla Nike di Samotracia.
Carnaval de Santa Cruz de Tenerife
Pur coinvolgendo migliaia di persone è una festa ordinata, molto piacevole, organizzata per il godimento di protagonisti e spettatori, ariosa, allegra, colorata e rumorosa al punto giusto. Ma la cosa più bella è che effettivamente è una festa per tutti e di tutti e traspare chiaramente l’enorme lavoro, fatto con passione, che c'è alle spalle. Ed è ancora più bello vedere la partecipazione convinta e sentita di persone di ogni genere e professione che probabilmente in tante altre parti del mondo sarebbero forse più "riservate".
Sfilavano tipi di tutte le età, razze, peso, sesso, stazza,
avvenenza o bruttezza, altezza, dai ballerini acrobatici ai portatori di
handicap, dagli ottuagenari ai lattanti (comunque in costume) in passeggino.
Molti, a giudicare dal portamento e dalla considerazione nella quale erano
tenuti, davano l'idea di essere nella vita stimati professionisti o persone di
successo, ma a Carnevale a Santa Cruz sono tutti uguali.
I gruppi in costumi molto colorati - in maggioranza “sontuosi” e ottimamente realizzati, di livello teatrale - si alternavano con ballerini che eseguivano coreografie di tutti i generi, gruppi infantili, scolastici, corali con musicisti al seguito, gruppi di tercera edad. E nessuno si preoccupava del proprio aspetto fisico, peso, età, altezza o forma; ognuno dei partecipanti era assolutamente a suo agio nel costume carnevalesco che indossava con gran disinvoltura.
Non era presente né la volgarità né l'ostentazione del
travestimento. Tutti si miscelavano alla perfezione: ballerine ampiamente
sovrappeso, drag queen ottuagenarie, infanti e adolescenti,
immigrati, distinti esponenti della terza età e signore raffinatissime che
procedevano con un incedere sicuro dal quale traspariva il gran numero di
sfilate alle quali avevano partecipato.
Oserei definirli professionisti del Carnevale, ma riferendomi esclusivamente alla professionalità con la quale ricoprono il proprio ruolo e non certo perché percepiscono un compenso, al contrario quasi sicuramente ci rimettono di tasca propria.
Scorrendo le oltre
50 foto di questo album, suggerisco di osservare i particolari e
anche i protagonisti che sono ai margini dell’inquadratura, meritano tutti.
lunedì 5 giugno 2023
La sindrome dell’eterno viaggiatore (rilancio post)
Iniziai a scrivere qui quasi 10 anni fa (13 agosto 2013), con un classico Benvenuti nel mio blog e motivai la scelta del nome con la doppia possibile interpretazione di erranti, che si può riferire sia a " chi ha una animo da girovago, errabondo", sia a chi forse "sbaglia, devia dal vero, si inganna …" entrambi, con una certa ironia, calzanti a pennello. Elencai svariati temi che avrei potuto trattare saltando con disinvoltura da un argomento all'altro spinto dalla mia predisposizione alla serendipity e dal mio inesauribile desiderio di conoscere e quindi trattare di tradizioni, musei, viaggi, musica, cucina, natura, curiosità e chi più ne ha più ne metta.
Scorrendo i post dei primi anni, ho notato che alcuni contenevano alcuni link a pagine, immagini o video ormai cancellati e ho pensato di riproporre quelli (a mio parere) più interessanti correggendoli, integrandoli e aggiungendo immagini di qualità migliore di quella disponibile all’epoca. Procedendo in ordine cronologico inizio quindi con la rielaborazione di un post/panegirico relativo al viaggiare, una vera e propria dipendenza per alcuni con mentalità da viaggiatori, ben diversa da quella dei semplici turisti.
El sindrome del eterno viajero (La sindrome dell’eterno viaggiatore) è un piacevole e interessante cortometraggio del 2013 che ne illustra abbastanza chiaramente sintomi e conseguenze e ci informa che a tutt’oggi non c’è cura conosciuta ma, tranquilli, “E’ una malattia … che ti salva la vita” e, per esperienza diretta, posso certamente confermare.
- Il bello dello stare lontano da ciò che conosco è che ad ogni passo mi aspetta qualcosa di nuovo.
- ... perdere la nozione del tempo, ogni giorno della settimana sembra lo stesso, non sapere che mese è. È incredibile, ma succede.
- Sono qui in questo posto alieno e probabilmente non ci tornerò più. Devo assaporare ogni momento e ricordarlo per molti anni.
- La Sindrome è la sensazione di non essere a proprio agio in nessun posto perché si vorrebbe essere da un’altra parte.
- Abitudini diverse che al principio mi sorprendono, le stesse alle quali mi abituo in poco tempo e faccio mie.
- La mia casa è qui, dove sono adesso. Non ho bisogno di vivere tanto tempo nello stesso posto per potermi integrare
- Parlo di più con i miei amici stando a 10.000km di distanza che stando a due isolati
Sono
in generale abbastanza d’accordo sulla descrizione della Sindrome avendo
una 50ina di anni di viaggi sulle spalle e mi rendo conto che i sani (nel
senso di non infetti) non ci capiscono, probabilmente non ci
possono capire. Non comprendono la nostra facilità ad adattarci a ritmi, climi,
culture, cibi diversi e a sentirci a casa (= dove dormirò stanotte) in
qualunque parte del mondo.
Anche se talvolta torno negli stessi luoghi so che è impossibile ritrovare la stessa atmosfera (persone, luce, suoni, odori, …); non posso certo mettere a confronto le sensazioni vissute a Ciudad de México nel 1983 con quelle del 2018, o paragonare la Parigi degli anni ’70 e quella del 2012. Fra le tante affinità di pensiero con gli autori del video, mi hanno particolarmente divertito i commenti in merito all'impellenza di evitare i connazionali … come se fossero degli appestati, in particolar modo se sono turisti e non viaggiatori. Non si va a migliaia di chilometri di distanza per parlare delle stesse cose e nella propria lingua! I viaggiatori non sono quelli che mangiano pizza o pasta alla carbonara (che quasi dovunque all'estero è proposta con la panna e senza pecorino) per poi lamentarsi della scarsa qualità. Questo vale similmente per gli americani che si fiondano nei McDonalds e Starbucks, per i tedeschi che ordinano wurstel, gli inglesi con i loro sandwich e, ovunque nel mondo, a fine pasto un cappuccino!!! ignorando tutte le delizie del palato locali, fresche e ben preparate che non troveranno mai da nessuna altra parte. E anche per quanto riguarda il voler essere in un altro posto sono d’accordo, ma ci tengo a sottolineare che non è perché si è scontenti, bensì perché si pensa già alla prossima meta.