lunedì 10 febbraio 2020

OSCAR 2020: siamo (finalmente) al punto di svolta?

La supremazia quasi assoluta di Hollywood nel cinema è finalmente terminata? Vedremo le conseguenze del grande flop dei supercandidati che, da 41 Nomination complessive, hanno raccolto solo 7 Oscar?  Oltretutto considerando che sono in categorie relativamente poco importanti considerato che i meriti degli attori non sono effettivamente attribuibili ai film in sé? Il favorito 1917 ne ha conquistati 3 (fotografia, effetti speciali e mixaggio sonoro), Joker 2 (Joaquin Phoenix protagonista per la colonna sonora) così come Once Upon a Time … in Hollywood (a Brad Pitt non protagonista e scenografia), mentre The Irishman di Martin Scorsese è rimasto a mani vuote, nonostante le 10 Nomination. Nessuno dei 4 ha vinto i più importanti: miglior film, regia o sceneggiatura.
Parliamo un momento di numeri. Ogni anno vengono assegnate 24 statuette, ma per i film in senso stretto non si dovrebbero considerare le 2 per i documentari, le 2 per i corti, quello per l’animazione e direi anche quello per la miglior canzone (è avulsa da un film) e anche quello (razzista) per miglior film in lingua non inglese, per essere un doppione (perché non anche miglior regia, sceneggiatura, ecc. straniera?). Ne restano quindi 17 che, seppur tutti di pari valore, sono normalmente considerati di diversa importanza. I più ambiti e valutati sono certamente questi 10: film, regia, sceneggiatura (2 ma si può concorrere solo a uno, originale o adattata), fotografia, scenografia e i 4 per gli attori (donne e uomini, protagonisti e non). Gli altri 7 sono considerati più “tecnici” che artistici e sono montaggio, costumi, trucco, colonna sonora, effetti speciali, mixaggio del sonoro e montaggio sonoro (differenza poco chiara … veramente necessari 2 Oscar distinti?).
Dopo le proteste che hanno portato alla ribalta tanti artisti “non bianchi” e tante donne nelle edizioni precedenti, anche grazie all’ampliamente del numero di giurati e alla loro varietà, eccoci al riconoscimento ufficiale che esiste buon cinema anche in altri paesi; sembra quasi una rivoluzione contro l’establishment. I 4 Oscar a Parasite, dei quali 3 importantissimi quali film, regia e sceneggiatura (l’altro è un doppione, se è miglior film in assoluto è chiaro che lo sia anche fra i 5 candidati “stranieri”) sono un chiara manifestazione di protesta contro i quasi colossal. Chi ne esce peggio è senz’altro Netflix che accusa una bella batosta per l’immagine con The Irishman e non si può consolare più di tanto l’Oscar a Laura Dern (non protagonista) in Marriage Story, nel complesso 1 statuetta da 16 Nomination.
Penso sia anche sottolineare le differenze di budget … da Parasite prodotto con l’equivalente di 11 milioni di dollari, si salta ai 55 di Joker per finire ai 160 di TheIrishman (gli altri due supercandidati sono vicini ai 100 milioni), il che vale a dire che con gli stessi soldi del film di Scorsese si sarebbero potuti produrre 15 film come quello del coreano Bong Joon Ho.
Qualche film mi è veramente piaciuto sotto determinati punti di vista, ma nessuno mi ha entusiasmato nel suo complesso. Per esempio, Scorsese ottimo (a parte il ridicolo deaging, spero sparisca al più presto) per poco più di 2 ore, poi da tagliarsi le vene … 1917 ottimo esercizio tecnico di ripresa vanificato da una pessima sceneggiatura. Già avevo criticato e bollato come insulsa la candidatura di Jojo Rabbit per la sceneggiatura, figuratevi a veder premiatp Taika Waititi (regista, sceneggiatore e protagonista del film). Secondo me era più brillante e divertente il precedente What We Do in the Shadows (2014). Di quasi tutti questi ho già parlato a suo tempo; domani guarderò Bombshell, ma senza grandi aspettative, e vorrei vedere Marriage Story
Nel complesso un’edizione Oscar che non mi ha né soddisfatto, né convinto e i verdetti sembra più che altro un ammutinamento della giuria, probabilmente forzata per le candidature.

Chiudo con: Utopia di un cinefilo
Un concorso sulla falsariga degli Oscar, ma qualunque nazione può presentare due o tre film (max) e dopo una prima selezione si arriva e 10 candidati per categoria. Queste dovrebbero essere limitare alle essenziali: film, regia, sceneggiatura (gruppo unico), fotografia, montaggio e scenografie. Solo due per gli attori, divisi fra donne e uomini o fra protagonisti e non protagonisti. 
Così si prenderebbe veramente in considerazione il World Cinema e si avrebbe occasione di scoprire tanti artisti e cinematografie sconosciute ai più, con una grande varietà di stili, ambienti, generi e culture. L’inglese rimarrebbe lingua comune solo per i sottotitoli.

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