lunedì 30 dicembre 2019

Aggiornamento itinerario C del Trek 2020

Qualche mese fa percorsi tutto il sentiero della Conocchia in salita e mi resi conto delle condizioni pietose in cui si trova, molto peggiori di quanto ricordassi. Visto che con il tempo e con possibili nuovi intensi eventi atmosferici certamente non migliorerà, ritengo opportuno scartare in via definitiva il circuito precedentemente proposto. Non volendo prendere in considerazione la discesa dal villaggio sportivo a Moiano (troppo fuori mano), i due collegamenti utili per il Faito rimangono Palmentiello (300) e le Tese di Pimonte (334) (prima e seconda foto).

 
La migliore ipotesi, secondo me, è quella di salire da Pimonte (dove è facile arrivare con trasporto privato o addirittura pubblico se gli orari sono opportuni), tornare via Palmentiello – Crocella e quindi scendere a Bomerano via macello senza dover aspettare alcun trasporto privato o pubblico che sia per il rientro.



video della ricognizione del 22/6/14, da bivio 300/350 a Crocella

Questi percorsi “obbligati” sommano a circa 10 km, lasciandoci quindi la libertà di scegliere un percorso di un'altra decina di chilometri tra i boschi del Faito al momento, a seconda delle condizioni meteo e del terreno. Oltretutto si elimina la Conocchia in discesa che a fine giornata sarebbe stata veramente stancante, potenzialmente insidiosa e in ogni caso il ritorno a Bomerano dalla Forestale avrebbe implicato qualche ulteriore salita. Al contrario, il percorso via Palmentiello è più comodo, senza lunghe discese ripide e l’ultimo paio di km dal macello al centro si fanno facilmente in meno di mezz’ora visto che sono lungo stradine il leggera discesa e ben pavimentate.

In conclusione, per l’itinerario dettagliato di questo circuito del Faito (C) si dovrà aspettare fino all’ultimo momento per decidere quali tratti inserire fra Bandera (foto sotto), Cerasuolo, faggi secolari, Casa del Monaco, Conocchia, Molare e via discorrendo.
Per ora l’ipotesi è quindi questa:
  • da Bomerano a Pimonte su ruota
  • Tese di Pimonte (4,4km con +770m disl.) fino a Porta di Faito
  • percorso da decidere al momento fra Porta di Faito e incrocio 300/350
  • ritorno a Bomerano via Palmentiello, Crocella, macello (5,9km con -560m disl.)


Per avere notizie affidabili sullo stato delle Tese di Pimonte e Palmentiello si dovrà attendere la fine dell’inverno, ma se nel frattempo qualcuno dei colleghi camminatori avrà occasione di percorrere detti itinerari o avrà notizie certe da persone di sua fiducia è invitato a comunicarlo.

sabato 28 dicembre 2019

81° gruppo di 5 micro-recensioni 2019 (401-405)

Gruppo con due più che buoni film indipendenti mai arrivati in Italia (almeno a quanto risulta da IMDb), uno argentino del 1986 e uno portoghese del 2012, entrambi apprezzati dalla critica internazionale. Completano la cinquina il film di esordio di Pasolini, un remake “illegale” americano del film argentino ed una commedia vampiresca.

    

401  Accattone (Pier Paolo Pasolini, Ita, 1961) * con Franco Citti, Franca Pasut, Silvana Corsini * IMDb 7,8  RT 100% 
L’avevo già ri-guardato qualche anno fa dopo averlo visto vari decenni fa. Di film come questo non mi azzardo a fare analisi approfondite ma mi limiterò ad esporre le mie impressioni. Si tratta del primo lungometraggio di Pasolini e ciononostante la regia è più che appropriata e convincente. La scelta del cast (quasi esclusivamente non professionisti), la sceneggiatura nel suo complesso e soprattutto i dialoghi caratterizzati da quella filosofia spicciola che oggi sembra sopravvive solo nei piccoli centri ne fanno un ottimo esempio di realismo. Tutti si conoscono e ognuno ha la battuta adatta per qualsiasi evenienza e la risposta ancor più pronta e quando si vuol dire qualcosa lo si fa per lo più attraverso proverbi arguti e calzanti, modi di dire, parafrasi e similitudini o iperboli talvolta create al momento. Caratteristico scordarsi dei nomi e procedere per soprannomi … oltre Accattone, i protagonisti sono il Moicano, Cipolla, Cartagine, Mammoletto, Piede d’oro, Balilla, Scucchia, …
Pur essendo alla sua prima esperienza di regia, Pasolini già bazzicava in ambiente cinematografico avendo collaborato con Fellini, Bolognini, Vancini e altri. Bernardo Bertolucci fu suo assistente alla regia e l’anno successivo esordì come regista con La comare secca su soggetto e sceneggiatura di Pasolini e la collaborazione di Sergio Citti (fratello dell’attore Franco che interpreta il personaggio di Accattone).
Non da ultimo, si avvalse anche di uno dei migliori direttori della fotografia italiani, Tonino Delli Colli, che collaborò con lui anche nei successivi Mamma Roma (1962), Il vangelo secondo Matteo (1964)
Se non avete mai visto Accattone, provvedete a sanare la lacuna al più presto.
Per apprezzarlo al meglio vi sarà utile una decente conoscenza del romanesco ...

405  Tabu (Miguel Gomes, Por, 2012) * con Telmo Churro, Miguel Gomes, Hortêncílio Aquina * IMDb 7,3  RT 88%  * 2 Premi e Nomination Orso d’Oro a Berlino
Da non confondere con il molto più noto film di F.W. Murnau (Tabu: A Story of the South Seas, 1931, uno dei primi sonori) ambientato nei mari del sud. Questo è parzialmente ambientato in Africa ed è realizzato, per circa la metà, con una soluzione tecnica molto originale. In effetti la storia, dopo un breve preambolo, è divisa in due parti ben distinte, una ambientata a Lisbona praticamente all’epoca dell’uscita del film, l’altra in Mozambico verso la metà del secolo scorso.
Completamente girato in un ottimo bianco e nero, ha la particolarità di avere i rumori di fondo e di ambiente per la parte africana, ma non i dialoghi. Si vedono i protagonisti parlare e agire ma i fatti vengono narrati dalla voce fuori campo di uno dei protagonisti della parte portoghese, alla maniera di un flashback.
Tabu ha ottenuto ottime recensioni proprio per queste sue particolarità, guadagnando due premi (FIPRESCI e Alfed Bauer) e Nomination Orso d’Oro a Berlino, la prestigiosa e storica rivista francese Cahiers du Cinéma lo pose all’ottavo posto fra i migliori film del 2012, l’inglese Sight & Sound addirittura al secondo posto … ovviamente non risulta essere stato distribuito in Italia.
Personalmente ho trovato senz’altro ottima la parte africana (riprese, ambientazione, scenografia, costumi, …), ma meno convincente quella portoghese.
Film comunque da guardare … se riuscite a trovarlo.

      

I seguenti due film necessitano di un preambolo comune in quanto quello americano è chiaramente un plagio di quello argentino.
Su IMDB, del primo si legge:
A patient in a mental hospital claims to be an extraterrestial. Could he be right?
Per il secondo il soggetto viene così esposto:
PROT is a patient at a mental hospital who claims to be from a far away planet. His psychiatrist tries to help him, only to begin to doubt his own explanations.
Gli americani negarono di aver copiato e sostennero di non sapere niente del film argentino di 15 anni prima, nonostante questo fosse stato presentato in vari Festival vincendo il premio della critica internazionale al Festival Toronto, 2 premi a San Sebastian e Nomination Golden Hugo a Chicago (in USA …). Intentata la causa, gli americani se la cavarono con un accordo economico ma la  loro versione, come spesso accade, non fu giudicata all’altezza dell’originale argentino nonostante i due attori protagonisti opposti a semisconosciuti (anche in patria) e un budget di 68 milioni contro i 600.000 dollari della produzione indipendente sudamericana.
Scorrendo i titoli dei DVD alla biblioteca i nomi di Kevin Spacey e Jeff Bridges avevano attirato la mia attenzione; letta la brevissima descrizione mi aveva colpito la immediatamente la somiglianza con il tema già trattato nel film di Eliseo Subiela che quindi ho deciso di guardare di nuovo immediatamente dopo (si trova su YouTube a 720p, v.o.)

404 Hombre mirando al sudeste (Eliseo Subiela, Arg, 1986) * con Lorenzo Quinteros, Hugo Soto, Inés Vernengo * IMDb 7,8  RT 86% *
Film molto interessante, segnalato fra i migliori argentini dell’epoca. Eliseo Subiela è regista e sceneggiatore unico di questo prodotto drammatico-fantastico che tuttavia non tratta di fantascienza. Il protagonista compare misteriosamente in un manicomio e racconta allo psichiatra di essere un extraterrestre. Personaggio di una logica ferrea che riesce a mettere in difficoltà lo specialista e addirittura ad inculcargli dei dubbi. Finale drammatico (che ovviamente non svelo), ma sappiate che neanche all’apparire della parola fine si potrà essere certi della vera origine e provenienza del protagonista Rantes.
Senz’altro da guardare. Non ho trovato notizie di una versione italiana, ma senz’altro esiste in inglese come Man Facing Southeast.

403  K-PAX (Iain Softley, USA, 2001) tit. it. “Da un altro mondo” * con Kevin Spacey, Jeff Bridges, Mary McCormack * IMDb 7,4  RT 41% 
In comune con l’argentino ha il personaggio misterioso che mette in difficoltà lo psichiatra al quale è affidato, la sua tranquillità, cultura e saggezza, l’opposizione dei direttori che lo vogliono curare (ma da cosa?) sedandolo, il rapporto con gli pazienti della struttura, e via discorrendo. Manca la similitudine religiosa presente nel film di SubielaIn entrambi c’è una aperta critica ai metodi di trattamento di coloro che, per un qualunque motivo, arriva in strutture simili.
Interessante il confronto ma, volendone guardare solo uno, scegliete senz’altro l’argentino.

402  The Lost Boys (Joel Schumacher, USA, 1987) tit. it. “Ragazzi perduti” * con Jason Patric, Corey Haim, Dianne Wiest * IMDb 7,3  RT 74% 
Altra commedia silly but smart sui vampiri. Qualche mese fa mi era capitato di guardare What we do in the shadows (2014), diretto e interpretato da Jemaine Clement e Taika Waititi , quest’ultimo oggi alla ribalta con la sua più recente commedia (sul nazismo) JoJo Rabbit, anche quello molto originale e silly but smart, quasi demenziale. Mi avevano incuriosito le discrete recensioni e il fatto di non averne mai sentito parlare. In effetti è uno di quei film stupidi quanto basta ma almeno non pretenziosi, volendo essere palesemente una presa in giro dei film horror, in particolare del genere Dracula, Nosferatu, “non morti” e simili.
Come anche Per favore non mordermi sul collo (The Fearless Vampire Killers, 1964, Polanski) e altri simili è una commedia in tutto e per tutto, con personaggi ben assortiti anche se, in questo caso, molto male interpretati. I dialoghi sono ingegnosi e quasi sempre le battute che arrivano sono quelle che non ti aspetti; ci sono chiaramente tutti i più noti elementi del vampirismo i morsi sul collo, i canini aguzzi, l'aglio, l'acqua santa, la croce, luce del sole, ma con varie originalità come quelle del modo in cui dormono questi giovani vampiri di Santa Carla. Film perlopiù giovanile con due inediti incapaci fratelli vampirbuster.
Se si chiude un occhio sula recitazione e non ci si aspetta niente di serio, è adatto per passare un’ora e mezza spensieratamente.

Le oltre 1.400 precedenti micro-recensioni dei film visti a partire dal 2016 sono sul mio sito www.giovis.com; le nuove continueranno ad essere pubblicate su questo blog.

mercoledì 25 dicembre 2019

Montaña de los Tomillos e novità circa i sentieri del Teide

Questa volta, per la prima escursione nel Parque Nacional del Teide (Tenerife) del mio ennesimo soggiorno canario, pur percorrendo buona parte dei miei sentieri preferiti, mi sono dedicato anche alla ricerca di un vecchio sentiero, ho verificato un interessante cambiamento scoperto per caso e mi sono goduto due fuori sentiero di 1,5km ciascuno. 

Tutto ciò mantenendomi nella parte bassa (fra i 2.000 e i 2.350m) di una delle zone che più mi piace, vale a dire tra Portillo, Fortaleza e Montaña Blanca (2.748m), un pendio per lo più dolce dove si può andare quasi in qualunque direzione camminando su un tappeto di lapilli e materiale vulcanico fine, fra vegetazione sparsa, rocce affioranti dalle forme e colori più vari e qualche cratere. Sulla mappa le novità sono disegnate in verde. 
Le foto, forse, a chi non è abituato ad andare in giro in ambiente naturale possono sembrare molto, troppo simili, ma gli "intenditori" sapranno apprezzare i cambi di luce, di prospettiva, i tanti toni di colore di quella che appare quasi come sabbia di un deserto, la diversa vegetazione, in vita o completamente secca.

Dopo aver percorso circa 3km (sent. 1+6) ho lasciato il percorso segnato per andare a percorrere il ciglio del piccolo cratere della Montaña de los Tomillos dal quale, ovviamente, ho potuto godere di ampie e insolite viste. 
Sono quindi tornato sul 6 per poi abbandonarlo di nuovo poche centinaia di metri a monte dell’inizio del 27 (altro bel sentiero). Infatti, anche se in un primo momento avevo pensato di arrivare fino alla congiunzione con il 22 che avrei utilizzato per il ritorno, ho reputato inutile affrontare quel dislivello (circa 150m) e ho preferito attraversare le varie affascinanti e inesplorate vallette fra i due sentieri. Guardando la mappa si può notare che il percorso è lungi dall’essere lineare ma la mia intenzione era proprio quella di raggiungere buoni punti di vista sulle varie alture per scattare foto “uniche”. Dopo aver superato la prima valletta ed essere sceso per un po’ lungo il successivo crinale sono risalito lungo il margine della ripida scarpata della seguente valle per un bel po’, sia per non correre alcun rischio nella discesa fra pietre non del tutto stabili, sia per apprezzare detta valle dalla sua parte più alta.

La successiva deviazione è stata invece motivata da una curiosità che avevo da tempo. Osservando la mappa si vede che ho lasciato il sentiero 6 nel punto in cui volta nettamente a dx e si inerpica per varie decine di metri di dislivello pur avendo davanti a sé una ampia valle quasi assolutamente pianeggiante che giunge fino alla Cañada de los Guancheros e quindi al sentiero 1. Convinto che la labile traccia della quale avevo riportato in mappa l’inizio già un paio di anni fa continuasse secondo logica, stavolta sono andato a verificare la mia ipotesi. Anche se in vari tratti non ne ho trovato evidenza, in più parti si notava una chiara striscia più battuta, in vari casi limitata da allineamenti di pietre nei lati, che nel complesso seguiva il percorso più logico, cioè parallelo alla base della scarpata a est e giungeva all'angolo SW della recensione della area dedicata sperimentazione e quindi interdetta al transito di persone e animali.
Da questo punto, si può seguire la recinzione verso nord per portarsi sul percorso 1 volendo poi imboccare il 33 o scendere a valle, o verso est per andarlo a prendere al bivio dal quale si stacca il 29 verso la Fortaleza, se si vuole a Portillo.

Incamminandomi verso il Centro Visitantes, ho notato che dalla Cañada de los Guancheros il percorso 1 era stato allargato (lavori non ancora completati) da poco più di un metro a circa 3 metri. Non avendo notato tale allargamento anche nella parte più prossima a Portillo, percorsa in mattinata, mi sono chiesto come fossero arrivati fin lì i mezzi pesanti è quale fosse lo scopo di tali lavori. Proseguendo verso Portillo ero certo che avrei risolto il problema ed infatti ho scoperto che era stata ripresa una pista, già riportata su vecchie mappe ma assolutamente non più percorribile nella sua parte alta ad inizio anno. Ora, come si vede sulla cartina, è stato ricreato il collegamento ma per quale motivo non l’ho ancora scoperto (essendo la vigilia di Natale il centro accoglienza visitatori del parco era già chiuso).
Da ultimo, ho anche percorso (e riportato in carta) un nuovo itinerario all’interno del piccolo orto botanico, proposto con il nome Ruta Pinar de la Cumbre e lungo circa 500 metri.

martedì 24 dicembre 2019

80° gruppo di 5 micro-recensioni 2019 (396-400)

Altro gruppo molto vario in quanto a nazionalità e anni di produzione, i due francesi di oltre mezzo secolo fa praticamente agli antipodi in quanto a stile e soggetto, sono affiancati da un ottimo crime americano moderno, un insulso seppur quotato horror coreano e un iraniano “di contrabbando”, recentemente premiato a Cannes.

   

398  Gone Baby Gone (Ben Affleck, USA, 2007) tit. it. “L’angelo sterminatore” * con Morgan Freeman, Ed Harris, Casey Affleck, Amy Ryan * IMDb 7,6  RT 94% * Nomination non protagonista per Amy Ryan
Avevo guardato questo bel film di Ben Affleck, del quale è protagonista suo fratello minore Casey (un paio di anni fa per Manchester by the Sea), solo all'uscita in sala e in questa nuova visione (come spesso accade) ho apprezzato meglio il contorno e il l'intreccio della trama e certamente di più della prima volta le interpretazioni avendo potuto usufruire della versione originale.
La storia corre al limite fra il drammatico e il poliziesco, tragica non solo per il suo sviluppo ma anche per i temi trattati. A ulteriore merito degli sceneggiatori, si deve dire che vanta un ottimo finale che lascia aperte le porte a varie possibilità in merito a cosa succederà dopo e, negli ultimi minuti, solleva interrogativi molto seri in quanto ad affidamento e abbandono di minori.
Nel cast, oltre al giovane Affleck, si distinguono due interpreti femminili (Amy Ryan e   Amy Madigan, la prima ottenne la Nomination Oscar non protagonista) e nel reparto maschile non solo Ed Harris, ma anche i caratteristi Titus Welliver e John Ashton, Morgan Freeman ha una parte troppo striminzita e secondaria.
Interessanti anche le riprese dell’ambiente del quartiere popolare con i suoi abitanti sempre presenti sulle scale di casa e che sembrano conoscersi tutti, riprese quasi in stile documentaristico.
Senz’altro da guardare.

396  Casque d'or (Jacques Becker, USA, 1952) tit. it. “Casco d’oro” * con Simone Signoret, Serge Reggiani, Claude Dauphin * IMDb 7,7  RT 100% 
Un quasi noir francese, dico “quasi” in quanto è praticamente in costume, ambientato nei primissimi anni del secolo scorso. La storia prende spunto da fatti reali e segue un piccolo gruppo di malviventi e le loro donne (varie prostitute). L’avvenenza di una di queste, detta casco d'oro e interpretata da Simone Signoret, sarà causa di una serie di gelosie e si concluderà in modo ovviamente tragico. Buona la descrizione dei quartieri malfamati dell’epoca e ben congegnato l’intreccio fra delinquenti, donne, personaggi del tutto estranei all’ambiente e i poliziotti.
il protagonista maschile è un giovane Serge Reggiani ed il personaggio che interpreta è quello che porterà lo scompiglio nella banda e causerà varie morti violente.
Bella la fotografia in bianco e nero e le scenografie, sia per quanto riguarda gli interni sia quelle degli esterni, per o più lungo il fiume.
Seppur molto datato, certamente merita la visione.

      

397  Une femme mariée  (Jean-Luc Godard, USA, 1964) tit. it. “Una donna sposata” * con Bernard Noël, Macha Méril, Philippe Leroy * IMDb 7,3  RT 85% 
Film di Godard fra i suoi meno conosciuti, a metà strada fra sperimentazione e avantgarde, alterna ottimi momenti cinematografici/fotografici con lunghe serie di rapide inquadrature di dettagli del corpo di Macha Méril con Bernard Noël o Philippe Leroy (rispettivamente amante e marito) a lunghi discorsi tendenti al filosofico quasi senza movimenti di macchina.
Ma la parte più interessante è forse la critica al consumismo che si ripete in tutto il film tra pubblicità, inquadrature di titoli di giornali che poi vengono sezionati estrapolando parti di parole in modo da conferire altro significato, riviste di moda, ecc., tutto relativo al boom economico degli anni ’60, certamente con un taglio critico. La fotografia bianco e nero e più che apprezzabile ma, ripeto, è il contrasto fra i due aspetti del film che fanno perdere la continuità lasciando comunque l’impressione di un'opera mal assortita è incompiuta.
Vale la pena guardarlo, soprattutto per il suo valore “storico”.

400  A Man of Integrity   (Mohammad Rasoulof, Iran, 2017) tit. or. “Lerd” * con Reza Akhlaghirad, Soudabeh Beizaee, Nasim Adabi * IMDb 7,2  RT 100%  *  Mohammad Rasoulof vincitore del premio un Certain Regard a Cannes
Questo è uno di quei film che ottiene visibilità per questioni non strettamente cinematografiche. Infatti, è stato girato quasi in clandestinità e poi fatto arrivare sul mercato occidentale. La sceneggiatura è un aperto atto di accusa nei confronti del regime iraniano ed è logico che il regime non abbia gradito, ma sono situazioni che a livello locale o nazionale si riscontrano in quasi ogni parte del mondo (vedi anche il film bulgaro della cinquina passata).
Non è certo malvagio ma altrettanto certamente non è un capolavoro.

399  Train to Busan (Sang-ho Yeon, Kor, 2016) * con Yoo Gong, Yu-mi Jung, Dong-seok Ma * IMDb 7,5  RT 93% 
Alla fine sembrava quasi che avesse preso una buona strada per una conclusione originale, purtroppo non è stato così ed è rimasto nella banalità. Ne avevo letto bene tempo fa e, pur rimanendo scettico in quanto questi film mi sembrano tutti uguali, ho voluto guardarlo sperando in qualcosa di nuovo o diverso, casomai ben realizzato. Del resto I coreani in questi ultimi anni stanno producendo vari film di buon livello. La storia è nota e se non fosse così vi sarà chiara dopo pochi minuti; questi pseudo-zombie sono ridicoli, i tempi sono completamente sbagliati, le velocità pure, la logica (seppur distopica) completamente assente. In tutto il film ci sono solo pochi momenti buoni e qualche ripresa originale. A meno che non siate appassionati di zombie e simili evitate questo film, checché se ne dica.

Le oltre 1.400 precedenti micro-recensioni dei film visti a partire dal 2016 sono sul mio sito www.giovis.com; le nuove continueranno ad essere pubblicate su questo blog.

venerdì 20 dicembre 2019

Yosemite, idee per apprezzare questo noto Parco lontani dalla folla

Clicca sui link per accedere a album con tante foto.
Il mio viaggio in U.S.A. 2008 mirava senza dubbio all’escursionismo e dopo un paio di visite ad amici in Vermont e Chicago che inclusero passeggiate relativamente facili mi diressi nel SW per camminare seriamente, in ambienti più “selvaggi” e certamente a quote più elevate. Cominciai con Lake Tahoe, CA dove già trovai neve e ghiaccio che non si erano ancora sciolti pur essendo metà giugno e tale situazione si ripropose più volte nel Yosemite N.P. visto che spesso mi muovevo attorno ai 3.000m e poi in Colorado dove andai fin oltre i 4.000.


Gli eventuali interessati tengano presente questa situazione per i parchi del SouthWest: ad alte quote vari sentieri sono ancora coperti di neve e qualcuno è addirittura ufficialmente chiuso. Un altro problema per chi volesse visitare i National Park è quello del sovraffollamento fra giugno e agosto a causa delle vacanze scolastiche; spesso risulta quasi impossibile trovare alloggio, perfino i campeggi attrezzati sono tutti prenotati e i pochi posti disponibili sono cari o lontani.
Per questo motivo feci base a Lee Vining, praticamente a vista di Mono Lake, una ventina di km a est di Tioga Pass (3.031m, ingresso al parco). Quindi, sia per vicinanza sia per essere dissuaso dal grande affollamento della Yosemite Valley (a ca. 70km, 1.200m slm, più vicina alla costa californiana, centro operativo del parco) e dalla scarsa visibilità causata dalle dense nuvole di fumo (il 2008 fu l’anno dei grandi incendi in quella parte della California) mi dedicai soprattutto a camminare nella parte alta del parco e nella vicina Inyo Forest. Rimasi così sempre al di sopra dei 2.500m, ad eccezione del giorno in cui scesi a valle per ammirarne i punti più noti e le sue tante cascate (Glacier Point & Illilouette Fall e Nevada Fall & Vernal Fall, foto in basso, nella prima si nota il fumo degli incendi, non si trattava di foschia!).

   
   

Come si nota scorrendo le foto, gli hiker nella parte alta erano pochissimi e spesso non c’era nessuno in vista se non qualche esemplare di fauna selvatica come cervi, marmotte, scoiattoli, uccelli e qualche serpente come l'innocuo e pacifico garter snake (Thamnophis sp., in basso); comunque, sappiate che ci sono pure orsi (che raramente si fanno vedere), leoni di montagna e serpenti a sonagli che è quasi impossibile incontrare.

   


Alla fine sono stato estremamente soddisfatto di aver scelto questa soluzione “alta” anche se molti la sconsigliano a chi non riesce a soggiornare all’interno del parco. La Tioga Pass Road (Route 120, di solito chiusa fino a maggio) è una comodissima strada, panoramica e piacevole da percorrere in auto specialmente per chi è abituato alle strette, tortuose e trafficate strade della Costiera o quelle secondarie alpine. Non capisco quelli che consigliano di fare base a Mariposa (70km) o Merced (150km) da dove affronteranno molto più traffico; soluzione buona solo per turisti che vogliono visitare il parco in un giorno (secondo loro, si estende per oltre 3.000kmq) … e nella folla!

   

A chi vorrà seguire i miei suggerimenti, consiglio tutte le passeggiate che ho intrapreso, in particolare quelle della zona dei laghi Cathedral Lakes e Gaylor Lakes (foto sopra), la facile e lineare Mono Pass hike (che arriva a 3.231) e l’ascesa al Lembert Dome (2.880m), facilmente combinabile con Glen Aulin - Dog Lake. In quanto al Lembert Dome (foto in basso), si tratta di uno dei tanti esempi di enormi blocchi di roccia granitica presenti nel parco; offrono una presa perfetta e quindi è praticamente impossibile scivolare, ma attenti a non cominciare a "rotolare" ... non avrete possibilità di fermarvi! Come si vede anche in altre foto, queste rocce affioranti facilitano il passaggio ai margini dei laghi e laghetti e talvolta consentono l'attraversamento di piccoli corsi d'acqua senza bagnarsi ed in tutta sicurezza ... praticamente una pacchia per chi è abituato alle rocce calcaree. 

    

giovedì 19 dicembre 2019

79° gruppo di 5 micro-recensioni 2019 (391-395)

Gruppo molto vario in quanto a produzioni, con la rarità di un film bulgaro, accompagnato da un argentino, un danese e i più “banali” provenienti da Irlanda/UK e U.S.A., quest’ultimo è il più quotato sulla carta, per me nettamente il peggiore.

   

392  Silvia Prieto (Martín Rejtman, Arg, 1999) * con Rosario Bléfari, Valeria Bertuccelli, Vicentico * IMDb 7,0 
Film dalla sceneggiatura molto interessante con tanti “doppioni” e con un intreccio di personaggi e situazioni ripetitive molto ben organizzate. Il titolo si riferisce al fatto che la protagonista Silvia Prieto cerca di metti in contatto con la sua omonima (apparentemente unica). Nel contesto generale si incrociano i cammini di ex mariti, conoscenze occasionali e si formano nuove coppie. Non solo vari personaggi scompaiono e ricompaiono in situazioni quasi sorprendenti, ma anche alcuni oggetti cose come per esempio la giacca gialla di Armani e la statuetta "Silvia Prieto". Costruzione molto creativa con dialoghi essenziali ma ben situati quindi sostanzialmente molto ingegnoso girato in uno stile quasi da Nouvelle Vague, a tratti sembra composto di sketch separati che tuttavia poi rivelano la loro importanza nella trama generale. Forse i salti temporali sono poco evidenti e per questo in alcuni punti perde di continuità.
Martín Rejtman è abbastanza stimato in patria pur essendo poco produttivo avendo scritto e diretto soli 6 film in oltre 30 anni.
Interessante visione. Non risulta essere giunto in Italia.

395  Slava  (Kristina Grozeva e Petar Valchanov, Bul, 2016) tit. it. “Glory - Non c'è tempo per gli onesti” * con Stefan Denolyubov, Margita Gosheva, Alexandra Angelova  * IMDb 7,6  RT 94%
Film del quale si parlò tanto un paio di anni fa, sia per l’originale storia sia per essere uno dei pochissimi film bulgari giunti in occidente. Questa dark comedy ha in effetti due protagonisti - antagonisti; come tutti sanno uno è un ferroviere che trova una consistente somma di denaro e la restituisce e l'altra è la responsabile delle relazioni con il pubblico del Ministero dei Trasporti che vuole sfruttare l'episodio a proprio vantaggio.
Per cause fortuite, che si aggiungono alla sua arroganza e superficialità, le cose non vanno come sperava e non solo lei ma anche il povero ferroviere si troveranno per questo nei guai. Piacevole e ben realizzato anche se forse si è calcata un po' troppo la mano sull'anziano lavoratore presentato non solo decisamente balbuziente ma anche poco sveglio.
Meraviglia il fatto che sia stato scelto quale proposta bulgara per gli Oscar visto che propone una società corrotta a tutti i livelli, dalla classe politica a quella operaia, inclusa quindi anche la polizia.
Merita una visione, se non altro per curiosità.

      

391  Dancer in the Dark (Lars von Trier, Den, 2000) * con Björk, Catherine Deneuve, David Morse * IMDb 8,0  RT 69%  *  Nomination Oscar miglior musica; Björk miglior attrice e Palma d’Oro a Lars von Trier a Cannes
Quasi non sembra un film di Lars von Trier, le “tragedie” sono limitate e sono abbastanza prevedibili e “volontarie”. La parte da musical, più che fuori luogo, mi sembra slegata dal contesto; si salva la regia, sulla quale si può sempre contare per i film del regista danese.
In effetti è la sceneggiatura (opera dello stesso von Trier) ad essere discutibile.
Non fra i migliori del regista. Evitabile.

393  Hunger (Steve McQueen, Irl/UK, 2008) * con Stuart Graham, Laine Megaw, Brian Milligan * IMDb 7,6  RT 90%  *  Premio FIPRESCI e Golden Camera, Nomination Un Certain Regard a Cannes; Premio Gucci a Venezia
Eventi reali legati alla annosa "guerriglia" fra I.R.A. (Irish Republican Army) e U.D.A. (Ulster Defence Association) in Irlanda del Nord. Il film si occupa esclusivamente dei reclusi dell'IRA che nel 1980 portarono avanti fino a estreme conseguenze uno sciopero della fame che contò ben 9 morti. 
Il grosso limite del film consiste nel fatto che non vengono minimamente presi in considerazione gli eventi degli anni precedenti e non si specificano neanche gli effettivi motivi delle condanne. Resta quindi solo l'aspetto umanitario/legale, tralasciando completamente quello politico/terroristico. Oltre a mostrare le pietose condizioni dei carcerati (molte per loro propria scelta come rifiuto di pulizia e vestiti) nel film non c'è quindi molto di concreto, se non l'oltre quarto d'ora della discussione filosofico/religiosa del leader del movimento Bobby Sands (che fu eletto membro del Parlamento mentre era in carcere) con un sacerdote.
Evitabile, specialmente se sensibili. Se interessati al tema, sarà meglio leggere qualcosa di serio pubblicato dalle diverse parti in causa … meglio confrontare i vari punti di vista.

394  Knives Out (Rian Johnson, USA, 2019) tit. it. “Cena con delitto” * con Daniel Craig, Chris Evans, Ana de Armas * IMDb 8,1  RT 97% 
Assoluta delusione … stupido, pretenzioso, personaggi poco credibili, interpretazioni spesso sopra le righe, non capisco l’entusiasmo di molti, né i rating assolutamente esagerati.
Suggerirei di non perderci tempo e denaro ...

Le oltre 1.400 precedenti micro-recensioni dei film visti a partire dal 2016 sono sul mio sito www.giovis.com; le nuove continueranno ad essere pubblicate su questo blog.

mercoledì 18 dicembre 2019

Camminare d'inverno: percorsi a vista mare e non troppo impegnativi

Dove? In Algarve, regione meridionale del Portogallo che comprende tutti i 150km di costa esposta a sud, dal confine con la Spagna fino a Cabo de São Vicente, estremità sudoccidentale del paese. In effetti mi riferisco alle parti più interessanti che sono quelle a ovest, non solo quelle “selvagge” ma anche quelle ai margini delle due cittadine principali: Portimão (4 km di spiaggia e falesie) e Lagos (Ponta da Pietade). A est, invece, la costa è più bassa, i piccoli centri (oggi tutti turistici) sono più ravvicinati e poi si arriva alle lagune e isole sabbiose del Parque Natural da Ria Formosa a sud di Faro, il capoluogo, di accesso più complicato.
Avendo svernato lì per 3 anni, con base a Portimão, e camminando una media di 500km al mese posso dire di aver percorso più volte quasi ogni sentiero, anche se nella maggior parte dei casi non li si potrebbe chiamare così. Infatti, come potrete vedere dalle centinaia di foto, molte volte si cammina lungo ampie spiagge, dove la marea lo permette, poi si sale sul promontorio al limite trovando un passaggio fra la macchia e poi si ridiscende “a occhio” sulla spiaggia successiva. 
Tuttavia, talvolta si procede per lunghi tratti lungo il ciglio di falesie (non troppo vicino in quanto si tratta di terreno friabile o ci si può trovare su "trampolini", foto sotto) e qualche volta si deve guadare un piccolo corso d’acqua.

   

Nella pagina dedicata al primo svernamento (2008/9) ho inserito anche una mappa generale per facilitare la localizzazione delle escursioni e queste sono elencate da ovest verso est e comprendono anche quelle che affacciano a occidente, che ricevono le enormi onde dell’Atlantico. Visto che la pagina include tutto lo svernamento, ci sono anche le foto di altri luoghi (regioni portoghesi del centro e dell’interni, ma anche Spagna) dove, con il mio collega orientista, ci recavamo nei weekend per partecipare a gare locali e internazionali. 
Ogni link apre una galleria Google che comprende almeno una dozzina di foto, ma alcune arrivano a varie decine di immagini.

   


La parte occidentale, salvo le lunghe spiagge di Castelejo e Cordama con le loro caratteristiche rocce (a sx), si percorre al limite di una vasta area pianeggiante segnata da numerosi stradoni sterrati che conducono alle varie aziende agricole e allevamenti. La parte più a nord (Arrifana e Carrapateiro) è spesso battuta dalle onde che, frangendosi sugli scogli presso la costa creano affascinanti giochi d'acqua (a dx). 


Area poco frequentata al contrario di quella attorno Sagres, il centro abitato più a sud ovest, che comprende la peculiare Fortaleza (con una sola muraglia pressoché rettilinea in quanto tutt'intorno è delimitata da impassabili falesie rocciose a picco sul mare, sopra) e il caratteristico faro di Cabo de São Vicente (sotto).



Si può camminare da Sagres a Lagos lungo la costa incontrando il primo paesino dopo una ventina di km: Burgau, in origine abitato da pescatori, oggi più turistico ma ancora molto caratteristico con le sue stradine contorte e acciottolate. Nei 10 km successivi, appena superata Praia da Luz, si sale punto più alto della costa (appena un centinaio di metri) dove spicca l’obelisco dell’Atalaia (sotto a sx) che in effetti è un vertice geodetico. Seguendo le tracce di altri camminatori si riesce ad evitare l’abitato di Porto Mos e andare direttamente a Ponta da Pietade, ben nota per i suoi innumerevoli e affascinanti archi naturali (sotto a dx) e di lì a Lagos.

   


A est di questa grande cittadina c’è una lunga spiaggia (Meia Praia) di scarso interesse se non balneare, fino alla foce dell’Odiaxere, impassabile. Tanto vale riprendere direttamente dall’altro lato, da Alvor, da dove l’accesso alle dune e alla spiaggia fino alla foce è certamente più agevole e quindi proseguire per le spiagge di Portimão dopo aver superato il promontorio attraversando la pineta e spingendosi verso il ciglio delle falesie per viste molto interessanti.


Sull’altra sponda dell’Arade (fiume navigabile almeno fino a Silves) si ricomincia a camminare sulle falesie da Ferragudo, ma con tratti più brevi rispetto alla parte fra Sagres e Lagos in quanto sono più frequenti i nuovi insediamenti turistici. Ciò non toglie che ci sono percorsi molto interessanti, con tanti saliscendi, che portano a punti panoramici con offrono scorci che vale senz’altro la pena ammirare.

   

Inoltre, è bene sottolineare che l’Algarve è relativamente economico, specialmente in inverno e inizio primavera, le temperature in detti periodi sono miti e le piogge sono scarse e, certamente non di minore importanza, cibo e vino sono ottimi e a buon mercato se si resta lontani dai ristoranti turistici.