Un paio di giorni prima di Natale
ho ricevuto una ennesima email da parte di scout che stavano pianificando una
escursione sui Monti Lattari.
“Salve e buongiorno, sono una
ragazza del gruppo scout xxx e volevo chiederle un informazione. Volevo sapere quanto tempo ci
possiamo mettere per arrivare dal deserto di sant'agata dei due golfi a termini
passando per torca e punta campanella lungo il sentiero 00 dei monti lattari, …”
A parte
il fatto che mi sembra una escursione non da poco (una 15ina di km con quasi 1.000m di dislivello), specialmente avendo poche ore
di luce, con terreno impervio e per di più senza assolutamente conoscere il
percorso (altrimenti perché chiedere quanto tempo ci vuole?) e programmata solo
avendo letto i nomi sulla cartina del CAI e seguito la linea rossa del sentiero
CAI 300 (e non 00). Essendo assolutamente contrario a questa prassi, ma avendo
comunque l’abitudine di rispondere a chi educatamente mi chiede informazioni
(anche se sono domande insulse), a stretto giro le ho risposto:
“Ciao xxx,i tempi sono relativi al passo mantenuto e quindi non li fornisco mai,
non conoscendo di solito l’interlocutore. Il tratto in discesa verso Recommone
è disagevole e mal segnato (un paio di mesi fa si sono persi una decina di tuoi
colleghi, recuperati poi a notte fonda).
Il giro è comunque lungo e ripeto a te quello che dico a tutti: dovete
prima fare dei sopralluoghi, eventualmente a tratti, senza portarvi tutti
appresso. Questo è un pessimo vizio degli scout. Buona fortuna."
Le domande che, secondo me, avrebbe dovuto pormi erano:
- il sentiero è ben segnato?
- è facile da seguire?
- che lei sappia, al momento ci
sono ostacoli o problemi particolari?
- il fondo del sentiero permette
un facile avanzamento o è accidentato?
- quali sono la lunghezza e il dislivello? (anche se sono dati ricavabili)
Queste informazioni le sarebbero
dovute servire per organizzare con qualche suo collega la RICOGNIZIONE del
percorso, almeno per i tratti non conosciuti e meno evidenti. Per esempio, una
volta arrivati su Monte San Costanzo potevano anche scendere direttamente a
Termini in quanto Punta Campanella è praticamente a vista - e non si può andare
da nessun altra parte - e la risalita a Termini è tutta su fondo duro ed egualmente
non ci dovrebbero essere possibilità di errore. Lo stesso vale per il tratto
Deserto-Torca, questo addirittura per la maggior parte su strade rotabili. Quindi avrebbero dovuto quanto
meno programmare il giro Torca-Guardia-Cuparo-Recommone-Cantone, e avrebbero fatto
ancora meglio se avessero prolungato il percorso a Nerano-San Costanzo-Termini
tornando quindi in bus a S. Agata.
Monte San Costanzo: Campo Vetavole (oggi di nuovo verde) e Capri
Per rimanere nel campo dei tempi
di percorrenza ecco un esempio di quanto questi siano soggettivi e quindi variabili in
base alle persone e alle situazioni.
Quanto tempo ci vuole per percorrere il Sentiero degli Dei?
Quando lo facevo di mattina (in
salita) per andare a incontrare il mio gruppo, procedevo molto speditamente,
senza fare foto, ascoltando musica e prestando solo la minima e indispensabile
attenzione al sentiero … a seconda della temperatura, eventuale fondo scivoloso
ecc. il tempo poteva variare fra un’ora e 1h05’. Ritornando con i “turisti” la
media era di 2h30’, ma se erano appassionati di foto ed erano numerosi si
arrivava facilmente alle 3 ore. Una volta (mio record da guida) si è presentato
un americano che aveva già percorso il sentiero con me (e quindi conosceva il
tipo di percorso) e lo voleva rifare … ma non mi aveva detto che da pochissimo
si era operato ad entrambe le anche! Risultato: 4h45’, con un certo sforzo e
praticamente senza soste. Ma so di una mia collega che ha avuto la sventura di
dover accompagnare una signora molto sovrappeso e con scarso equilibrio che ha
impiegato oltre 6 ore da Bomerano a Nocelle.
In conclusione, a chi mi chiede
quanto tempo ci vuole per andare da Bomerano a Nocelle dovrei rispondere
“un’oretta” o “fino a 6 ore e oltre”? Non conoscendo l’interlocutore, le sue
capacità e i suoi interessi mi astengo dal fornire stime relative al tempo e
dico solo che sono circa 6km con molti saliscendi, varie scale e, a tratti, con
terreno accidentato. Non consigliato a chi ha seri problemi di vertigini, le
rocce possono essere scivolose se bagnate o anche solo umide.
Uno dei problemi ricorrenti
(eppure molto facilmente risolvibile) dei gruppi scout è quello che pare che
non comunichino fra di loro, come se si facessero una guerra spietata. Mi è
capitato più volte che a distanza di poco tempo avessi richieste per percorsi
simili (di solito Valle delle Ferriere, Faito, Sentiero degli e Dei e Punta
Campanella) e avendo chiesto conto di ciò a vari capi, questi sono stati sempre
molto evasivi in merito.
Eppure le domande (in molti casi
pertinenti, come p.e. “ci sono fontane o sorgenti lungo il percorso?”) erano
sempre le stesse. E’ possibile che tutti questi ragazzi che presumibilmente passano
ore a condividere fatti personali, selfie o pettegolezzi non siano in grado di
comunicare ai colleghi dove si può pernottare, prendere il bus, trovare acqua,
negozi, fermate bus più vicine, ecc?
Con
questo non voglio assolutamente biasimare le organizzazioni scout che, come già
scrissi, svolgono una meritoria azione di aggregazione giovanile basata anche
su vita all’aria aperta e attività motoria, ma voglio solo suggerire di andare
in escursione con criterio, prendendo tutte le dovute precauzioni per non
perdersi, rovinarsi la giornata, mettere a rischio i ragazzi (che certo non
hanno alcuna colpa), rimanere al buio e via discorrendo. Non sarebbe molto
meglio, opportuno e “salutare” andare in ricognizione (in più d’uno) prima di
guidare altri?
Ciò vale non solo per gli scout, ma anche per pseudo-guide e
accompagnatori improvvisati che spesso agiscono in modo simile spacciandosi per
professionisti che chiaramente non sono.
Quando sono
andato alla ricerca di sentieri (molto meno evidenti e conosciuti dei
succitati) l’ho sempre fatto con poche persone conosciute ed affidabili e, oltretutto, mettendole al corrente del programma di massima e specificando che era una "prima" o "un'esplorazione". Quante volte, con gli Escursionisti Lubrensi
prima e i FREE poi, siamo andati alla ricerca di tracce molto poco evidenti e
solo segnate su vecchie carte? Quante volte ci siamo sparpagliati nel bosco o
nella macchia, perdendoci di vista e rimanendo solo a tiro di voce, alla
ricerca di un vecchio segnavia o di un indizio? Ma in ogni
caso partivo avendo ben studiato il percorso in precedenza, calcolando distanze,
dislivelli e tempi (presumibili conoscendo i miei compagni di avventura) e
ovviamente portando con me fotocopie delle cartine dell’area sulle quali
riportare percorso, appunti e note.