Dopo poco più di
“sole” 56 ore (2 giorni e 8h) dal momento in cui sono uscito di casa in Italia,
eccomi nella casa che mi ospiterà durante le prossime 9 settimane. Il viaggio e
stato più lungo del previsto con una serie di intoppi (niente di serio, per fortuna) che
tuttavia hanno allungato a dismisura i tempi. A quanto già accennato nel post
precedente (3h di ritardo in partenza da Francoforte)
se ne sono aggiunte due di sosta in pista dopo l'imbarco, uno scalo intermedio
non previsto a Chicago, la protesta
anti-Trump all'aeroporto di San
Francisco, l'inevitabile pernottamento (solo 4 ore effettive) nei pressi
dell'aeroporto e infine un’ora e mezza di ritardo nella partenza dell’ultimo
volo a causa di turbolenze lungo la rotta. Praticamente non mi sono fatto
mancare niente! Cosa avrei potuto desiderare di più?
Koko Crater (all'interno c'è uno dei 5 Orti Botanici)
Già non sono uno
che si lamenta e quindi meno che mai lo farò in questo caso, all’inizio di questo
nuovo svernamento (seppur parziale) quasi lungo il meridiano opposto a quello di
casa (oltre 172° sui 180° possibili), una ventina di paralleli più a sud, in
una delle mie situazioni preferite: isola vulcanica, clima tropicale stabile,
natura e cultura. Per la (mia) perfezione manca solo il buon cibo tradizionale
(qui c'è poca varietà, condizionata ovviamente dall’isolamento), ma sopperirò egregiamente
frequentando i tanti posti dove mangiare buon cibo a Chinatown, non solo
cinese, ma anche giapponese, coreano, vietnamita, filippino.
In effetti queste
cucine sono quelle che si potrebbero considerare locali in quanto gli asiatici
rappresentano oltre il 41% della popolazione con predominanza di giapponesi e
filippini, i “bianchi” sono solo il 24%, i polinesiani (inclusi gli hawaiani)
sono meno del 10% e gli afroamericani e nativi americani 2%. Gli altri, poco
meno di un quarto della popolazione complessiva di circa 1,2 milioni, sono
di sangue misto. Al di là dei meri numeri, ciò aiuta anche a capire quale
diversità culturale si incontra considerando solo i residenti e non i turisti,
quasi tutti nordamericani, che comunque si concentrano in poche ben determinate
località.
Visto che saranno
vari i post relativi alle mie prossime attività sull’isola, ecco una
succintissima presentazione delle Hawaii e di Honolulu, giusto per dare
un'idea della realtà, abbastanza differente ma non per questo peggiore, di
quella dell'immaginario collettivo.
L’arcipelago si trova "sperduto nell'Oceano Pacifico, a quasi 4.000km dalla California e oltre 6.000 dal Giappone ed è
composto da numerosi isolotti e da 8 isole di dimensioni maggiori
molto varie, le più famose delle quali (per turismo) sono Maui e Kawai, quella di
gran lunga più grande, Hawaii, dà il
nome all’intero gruppo e per evitare possibili confusioni è chiamata anche Big
Island (isola grande), la più popolata, con aeroporto internazionale, è
Oahu che viene identificata con la
sua capitale Honolulu.
Questa è una
città molto ben organizzata, con un ottimo sistema di trasporto pubblico che si
estende su tutta l’isola, teatro lirico con orchestra propria di riconosciuta
qualità, ottimi musei e giardini botanici. Le luoghi più
frequentati dai turisti sono il Pearl
Harbour Memorial e la famosa spiaggia di Waikiki, che non rientra nei miei progetti. Anche nei 5 mesi di
permanenza a cavallo fra 2007 e 2008, ci passai solo una volta vicino e non ho
alcuna intenzione di tornarci.
Al contrario, lunedì domani mattina andrò a
incontrare lo staff degli Honolulu Botanical Gardens (ben 5, ognuno con caratteristiche diverse) con i quali collaborerò per buona parte del tempo,
mercoledì ho in programma la prima escursione con gli amici Solemates
mentre domenica potrei andare in giro con i miei vecchi consoci dell'Hawaiian
Trail & Mountain Club (HTMC). Come si può immaginare anche dalla
mappa ci sono due sistemi montuosi ben distinti, quello a NW molto arido e il
più recente crinale di chiara origine vulcanica che corre parallelo e vicino
alla costa NE. Su quel versante si trova anche la valle che è stata set di
tanti famosi film fra i quali tutti quelli della serie di “Jurassic Park”,
Ad Oahu si può veramente scegliere fra
tante interessanti attività sportive (oltre all’escursionismo, importantissimi sono il golf e il surf,
ma si pratica anche diving, snorkeling e tanto altro) e numerose
culturali molte delle quali organizzate dall’ottimo Honolulu Art Museum e dal
già citato Teatro.
Per quanto mi
riguarda, dividerò il mio tempo fra attività all’aperto quali le mie solite
escursioni e la collaborazione con gli Orti
Botanici e al chiuso delle sale cinematografiche (del Movie Museum, del Doris
Duke Theatre e commerciali) non disdegnando qualche andata in spiaggia e
gli abituali party con gli amici escursionisti (quasi ogni settimana).
Nelle prossime
settimane aspettatevi quindi foto scattate nel corso delle escursioni, immagini
di piante, fiori e alberi tropicali, tante recensioni di film (buona parte dei
quali non giungeranno mai in Italia) e vari post relativi alla cultura
polinesiana in generale, hawaiana in particolare.