Mi spiego, uso questo termine similmente a giardinaggio in quanto mi sembra una
cosa logica e trovo che sia il modo più conciso per riferirsi alle operazioni
che si eseguono in un orto, in particolar modo di tipo amatoriale. Se occuparsi
del giardino (spesso solo fiori) si dice giardinaggio,
mi sembra assolutamente congruente usare il neologismo (?) ortaggio per indicare l’attività
tesa a produrre qualche verdura.
Ovviamente si inizia avendo la fortuna di avere un po’ di spazio a disposizione, meglio se terreno, ma anche uno piccola area per coltivare in vaso può andare più che bene. Ci tengo a precisare che non ho assolutamente il pollice verde, neanche un mignolo per la verità, ma mi diverto a seguire la crescita delle piante facendo quanto le mie limitate capacità mi consentono.
Prediligo i prodotti facilmente conservabili
(senza troppo sforzo) in modo da non essere obbligato a fare festa per un paio
di settimane e basta, ma poterli consumare durante un più ampio lasso di
tempo. Conosco tante famiglie i cui
membri si lamentano del mangiare sempre le stesse verdure di stagione tipo
fagiolini, fagiolini, fagiolini, ... zucchine, zucchine, zucchine ...! Chi ha
un piccolo orto spesso pianta una determinata varietà contemporaneamente ed è
ovvio che la produzione sia concentrata in un breve periodo e, dopo tanto
sforzo, non si deve buttare niente (e sono d’accordo).
Per i succitati motivi, mi sento di consigliare
a quelli come me, che non disdegnano ortaggi freschi, sanno fare poco o niente,
e vogliono mangiare cambiando ingredienti quanto più possibile di evitare
verdure facilmente deperibili e che giungono a maturazione tutte insieme.
Ai molti che mi chiedono “Pomodori, ne hai
messi?” spiego che ci ho rinunciato in partenza perché richiedono più cura ed
una certa pratica, al contrario prediligo quelle specie “facili” che , dopo
piantate, hanno solo bisogno di essere irrigate e infine raccolte. L’anno
scorso, primo stagione di attività, mi limitai a fagioli (si seccano e
conservano facilmente), cipolle (idem), broccoli, fave, cavoli e peperoni che però
si sono rivelati i più difficili da coltivare, almeno per me.
Questa primavera ho aumentato la quantità di fagioli,
ci sto riprovando con i peperoni (che hanno bisogno di un po’ di cura in quanto
sono fragili e in vari casi necessitano sostegno) e mi sto cimentando con le cocozze
(zucche in italiano).
Queste ultime penso siano fra le piante che
letteralmente crescono a vista d’occhio. Già tempo fa mi ero impegnato a
misurare la crescita delle Cycas revoluta (piana
ornamentale di origine asiatica) le cui nuove foglie che nascono tutte contemporaneamente
in un ciuffo centrale e si allungano mediamente di oltre 10 centimetri al
giorno (le foglie centrali della pianta nella foto sono lunghe fra i 120 e i
130cm e sono diventate così in una decina di giorni).
Tornando a questa mia prima esperienza con le
cocozze,
mi ha impressionato vedere i tralci
allungarsi ad una velocità direi impressionante e, prima che trovassi
informazioni certe su come, dove, quando e quanto tagliarli sono diventati tanti
lunghissimi (oltre 5 metri) ed hanno cominciato ad addentrarsi fra fagioli e
peperoni. La piccola cocozza nella foto stamane aveva una
circonferenza di 45cm, dieci giorni fa (foto in basso a sx) il tralcio non era ancora arrivato su
quel muro! Meraviglie della Natura!
Infine, nella produzione propria di ortaggi c’è
un altro importante valore aggiunto (oltre alla certezza della mancanza di
veleni): hanno un miglior sapore. Certamente spesso è solo un fatto
psicologico, però anche chi non ha l’orto ma frequenta la campagna può
comprendere che la sensazione è simile a quella del mangiare la frutta presa
dall’albero, in particolare se si è giovani e l’albero non è il proprio. Con un
geniale ed adattissimo termine preso a prestito dalla pesca, in napoletano
quest’attività si chiama uno sciavico o sciavichiello, da sciàbica, rete a strascico usata
per la pesca da riva in acque poco profonde. (foto in basso)
Dovrebbe essere superfluo sottolineare che ritengo questo tipo di attività molto più soddisfacenti e gratificanti della caccia ai Pokemon, ma repetita juvant!