Ma ciò che sembra mancare del tutto è il buonsenso di quelli che (spesso da soli, altro errore) si avventurano in un'area sconosciuta, senza una cartina, seppur essenziale.
Recentemente mi è capitato di leggere un articolo nel quale l'autore sosteneva che in un mondo ideale, avendo buone cartine ed escursionisti che le sappiano interpretare, non ci sarebbe bisogno né di indicatori né di segnavia.
Purtroppo ciò è pura utopia e sarebbe quindi opportuno predisporre una segnaletica adeguata, non eccessiva o invasiva, ma doverosamente precisa.
Ed ecco, a mio parere, alcuni criteri fondamentali da seguire:
- uniformare quanto più possibile la segnaletica
- scrivere sempre tempi e distanze in modo che siano chiaramente comprensibili
- aggiungere, dove possibile, le mete (destinazioni)
- consultarsi con quelli che frequentano i sentieri (associazioni locali, CAI, guide, ecc.) in merito a distanze, tempi e punti critici
- evitare segnali inutili (p.e. quelli del Sentiero Giustino Fortunato che, oltre a non fornire indicazioni, sono assolutamente brutti con il loro sostegno in acciaio e tabella in pietra lavica smaltata! e chissà quanto sono costati ...)
A prescindere da tutto ciò, io continuo a sostenere che non c'è assolutamente responsabilità da parte di chi non segnala i sentieri, ma solo eventualmente da parte di chi fornisce indicazioni errate.
Quelli che si perdono (e quindi non sono neanche capaci di tornare sui propri passi) sono i soli e unici responsabili delle loro disavventure. Chi non è capace si faccia accompagnare.