Cinquina con netta
prevalenza di film dei primi anni ’30, tre giapponesi ed un capolavoro di Fritz Lang del suo periodo tedesco ... M - il mostro di Dusseldorf. Completa il gruppo un “intruso”,
un film di Spike Lee, peraltro un po’
fuori diverso dal suo stile. I film giapponesi, pur essendo nel pieno della
rivoluzione portata dall’avvento del sonoro, sono muti e diretti da due registi
poi divenuti più che rispettati: Ozu
e Naruse.
290 M - Il mostro di Dusseldorf (Fritz Lang,
Jap, 1931) tit. or. “Eine Stadt sucht einen Mörder” * con Peter Lorre, Ellen
Widmann, Inge Landgut * IMDb 8,3 RT 100%
* all’85° posto nella clasifica IMDb di
tutti i tempi
Uno degli indimenticabili film di Fritz
Lang, il primo sonoro dopo i grandi Mabuse (1922), I Nibelunghi (1924) e Metropolis
(1927) e parecchi altri meno conosciuti ma sempre più che buoni, senz’altro il
suo periodo migliore.
Si potrebbe scrivere molto in merito ai
meriti di questo film, le particolari inquadrature dall’alto e dal basso, la
voce fuori campo che descrive le azioni intraprese per catturare il killer, i
dettagli che spiegano eloquentemente ciò che accade pur senza mostrarlo
palesemente, l’ottima interpretazione di Peter
Lorre (che a questo film deve molto della sua fama), protagonista al suo
terzo film e nel primo fu uncredited.
Avendo trovato il dvd della versione
restaurata, l’ho guardato con attenzione e con enorme piacere, pur essendo la mia
ennesima visione. Si sappia che per molti non ottenne il visto della censura e giunse nelle sale italiane solo nel 1960.
Assolutamente da non perdere, non vi
fate condizionare dallo stupido preconcetto, purtroppo diffuso, “film d'epoca e in bianco e
nero = noioso e soporifero” ... niente di tutto ciò.
286 I was
born, but ... (Yasujirô Ozu, Jap, 1932) tit. or. “Otona no miru ehon” * con
Tatsuo Saitô, Tomio Aoki, Mitsuko Yoshikawa, Takeshi Sakamoto * IMDb 8,0
RT 100%
Non ricordo esattamente cosa come sono
giunto a recuperare questo muto di Ozu
(e il successivo Passing Fancy) ma sono
molto contento di averli guardati, pur sapendone ben poco. Si tratta di due
originali commedie i cui protagonisti sono dei vivaci ragazzini. L’ineffabile Tomio Aoki, 9 anni all’epoca, ma già
con una quindicina di film alle spalle, è uno dei due fratellini che, essendosi
trasferiti in un nuovo quartiere, devono avere a che fare con un gruppetto di
coetanei, fra un po’ di inevitabile solito bullismo e giochi vari. Fra di loro
c’è anche il figlio del proprietario dell’azienda in cui lavora loro padre. A
quell’età le cose cambiano velocemente sia nei rapporti fra ragazzi, sia in
quelli genitori-figli.
Storia molto ben narrato da Ozu che si distingue anche in questa
commedia giovanile leggera, cogliendo l'occasione per fornire anche una visione critica del
sistema della scala gerarchica nell’ambiente lavorativo giapponese dell’epoca
... e non mancano i suoi classici panni stesi ad asciugare, infilati sulle canne.
Molto piacevole e divertente,
assolutamente consigliato.288 Inside man (Spike Lee, USA, 2006) * con Denzel Washington, Clive Owen, Jodie Foster, Christopher Plummer * IMDb 7,6 RT 88%
Come anticipato nel cappello, in questo
lavoro di Spike Lee la componente razziale è meno marcata che nella maggior
parte degli altri suoi film, eppure non manca. Pur essendo una cronaca quasi in
tempo reale di una rapina molto particolare, ci sono comunque tante battute
riferite a varie etnie, all’intolleranza razziale e al non rispetto delle
religioni altrui.
Storia intricata che parte come una
qualunque rapina in banca, ma man mano si comincia a capire che non è proprio
così. Clive Owen è la mente dell’audace
assalto alla banca, Denzel Washington
è l’ispettore che tenta di trattare con lui anche in considerazione della
presenza di varie decine di ostaggi, Jodie
Foster è un’ambigua fixer che agisce per conto
dell’equivoco presidente della banca, interpretato da Christopher Plummer.
Pochi sono i veri colpi di scena in
quanto quasi tutto è abbastanza prevedile (probabilmente volutamente) per i
tanti indizi forniti e qualche flashforward. Buone le interpretazioni tranne
quella di Jodie Foster che comunque, secondo me, grande attrice non
è mai stata e deve la sua notorietà solo al suo fortuito e fortunato esordio
nel ruolo della giovanissima prostituta Iris in Taxi Driver (1975, Martin Scorsese).
Film in ogni modo sufficiente, anche se certamente meno incisivo della maggior parte dei film di Spike Lee.
287 Passing
Fancy (Yasujirô Ozu, Jap, 1933) tit.
or. “Dekigokoro ” * con Takeshi
Sakamoto, Tomio Aoki, Nobuko Fushimi, Den Ohinata * IMDb 7,4
RT 72%p
Ritroviamo l’ineffabile Tomio Aoki di I was born, but ..., ma stavolta
non ha a che fare con un gruppo di suoi coetanei, bensì con adulti. Anche
questo film è una commedia ma i protagonisti sono un male assortito trio,
composto da due colleghi di lavoro (uno dei quali padre single del bambino) ed
una giovane ragazza spuntata più o meno dal nulla. Tomio Aoki e il vicinato forniscono un variopinto contorno umano in
un ambiente al limite della povertà.
Piacevole, ma certamente non all’altezza
di I
Was Born, but ... dell’anno precedente.
289 Flunky,
Work Hard (Mikio Naruse, Jap, 1931)
tit. or. “Koshiben ganbare” * con Shizue Akiyama, Seiichi Katô, Tomoko Naniwa *
IMDb 6,8
Per concludere la mia incursione nel
periodo finale del muto giapponese e fra i primi passi du registi poi divenuti
famosi anche a livello internazionale nel dopoguerra, ho recuperato questo
corto (28’) di Mikio Naruse.
Commedia passabile,
ma niente di più.
Le oltre 1.400 precedenti micro-recensioni dei film visti a partire dal 2016 sono sul mio sito www.giovis.com; le nuove continueranno ad essere pubblicate su questo blog.